Marche - Grottammare, mister Zaini: "Il nostro avvio non è frutto del caso"

20.10.2014 21:30 di Massimo Poerio   vedi letture
Fonte: marta bitti
foto facebook
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Ha stupito un po’ tutti questo Grottammare in testa alla classifica marchigiana di Eccellenza. Non ha di certo stupito chi conosce mister Zaini,  e sa con quanta cura affronta giorno dopo giorno, giornata dopo giornata, il suo lavoro. Lavoro, già: perché se si chiede al tecnico cosa faccia nella vita, beh..è questa la sua risposta: "Io faccio l’allenatore". E questa sua risposta già di per sé sarebbe indice della cura e della dedizione profuse per la massima riuscita dei suoi campionati, in cui le parole chiave non possono essere altro che le stesse da lui usate “autorevolezza e rispetto”. Proprio queste le caratteristiche che fanno la differenza per Mister Zaini, sulla breccia..pardon, sui rettangoli verdi, da oltre 25 anni: arcigno difensore in varie compagini della “calda” Promozione degli anni ’80, fermato da un serio infortunio al ginocchio, fratello dell’ex calciatore professionista di serie A e B, Pietro, che da tre anni lo affianca come “secondo”,  ad una prima parte di carriera in cui si è massimamente dedicato alla cura dei Settori Giovanili, anche di piazze blasonate come Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, ha fatto seguito una seconda parte in cui costruire gruppi improntati su metodo e disciplina sta diventando ormai la sua cifra stilistica.

L’esordio in C2 con il Grottammare di Favo, il cui conseguente esonero, lo rese per un certo periodo un “disoccupato” di lusso per la categoria, spingendolo a ricominciare da capo e reinventarsi: ecco allora spiegati i corsi di perfezionamento e studio negli USA, gli anni da osservatore-pro e poi la Prima Categoria con l’Avis Ripatransone, a sfiorare i play-off, la brillante parentesi di Cupra, il Tolentino con una salvezza raggiunta in condizioni societarie complesse, ed infine il ritorno dagli “adriatici”, in virtù del grande rapporto con lo Staff e soprattutto con Sebastiano Vecchiola, unanimemente citato come uno dei migliori professionisti del calcio marchigiano, con una pianificazione seria e pluriennale a fare da coronamento ad ogni sacrificio.

Lontano dal clamore delle piazze mediatiche e fisiche, mister Zaini, forte della sua particolarissima “forma mentis”,  lavora e progetta: fermamente convinto che ormai, grazie ad Internet, ogni tecnico ed ogni singolo giocatore possono formarsi ed imparare moltissimo su tecniche e pratiche di allenamento, "devi essere bravo a farti valutare per quello che sai, non per quello che vuoi apparire di essere", afferma risoluto.

Perciò, Luigi, Gigi per gli amici, dedica ogni attimo della sua giornata a forgiare o rafforzare il suo sistema speciale, quella ricetta segreta che ha portato il suo Grottammare, in queste prime giornate, ad essere la regina del campionato di Eccellenza, l’unica con una media inglese in attivo, in virtù dei 6 gol realizzati contro gli appena 2 subiti, scavalcando il quotatissimo Biagio Nazzaro.

Una vetta importante, giunta a coronamento di un percorso di lavoro, che aveva messo i semi nell’arco della scorsa stagione (conclusa con una positiva salvezza per le condizioni in cui era maturata) e che ora può finalmente germogliare: "Il nostro ottimo avvio non è di certo frutto del caso, dunque la mia felicità è doppia – ha confessato il Mister – anche se continuo a ripetere che il nostro obiettivo primario era e resta ancora una volta la salvezza e che dobbiamo cercare di raggiungerla quanto prima. Ogni punto accumulato sin dalla prima partita serve dunque solo ad avvicinarci alla nostra meta. Non posso però esimermi dal fare un grande plauso ai miei ragazzi, che non esito a definire favolosi: la vetta è dunque frutto di un grande lavoro di gruppo e di una certa impostazione di gioco che mi rendono felice, certo, ma anche e soprattutto di una forte coesione interna, di un disegno che mi è stata data la possibilità di impiantare sin dal primo giorno. Proprio in questo dettaglio ravviso la chiave dei nostri successi: lavorare sin dall’inizio con una rosa dai contorni ben definiti dà ad ogni tecnico la possibilità di impostare i propri impegni in modo coerente ed organizzato, valorizzando e conoscendo nel profondo ogni aspetto utile alla causa".

E’ un perfezionista, mister Zaini, uno stakanovista che sa quanto conti anche la forza morale dei suoi giocatori. Nei loro confronti, ed anche verso la dirigenza, il tecnico punta dunque nel corso dell’anno ad ottenere le massime stima e credibilità, senza sconfinare nell’amicizia, ma improntando ogni rapporto al massimo rispetto reciproco. "Il segreto è avere la giusta mentalità, una mentalità vincente: solo con una tale consapevolezza è possibile mantenere un equilibrio di fondo, trovando la forza di non esaltarsi a dismisura nei giorni lieti, di serrare le fila e stringere i denti, quando magari le cose non vanno come si vorrebbe. Per questo non smetto mai di studiare, di osservare le altrui tipologie di gioco e preparazione, dedicandomi alla stesura di schemi ed alla visione di registrazioni che possono tornarmi utili: il mio approccio alle gare, infatti, non è mai del tutto plasmato sull’avversario di turno, mantiene anzi una sua precisa identità fondo che fa la differenza, con il giusto utilizzo di frasi motivazionali ed input che possono fornire ai ragazzi gli spunti necessari per completare coerentemente la loro visione. L’idea di un calcio propositivo, di dare fiducia a ragazzi giovani e del posto ed il costante rapporto con la palla sono i fili conduttori del mio operare da sempre: ringrazio da una vita chi mi ha fatto capire che in ogni gara ci sono due porte, una da attaccare ed una da difendere, e che dal giusto equilibrio tra queste due posizioni possono nascere risultati importanti. La mia filosofia è dunque longitudinale: apprezzo il giro-palla, ma le reti non sono laterali, dunque per fare gol, aspetto fondamentale in un campionato a tre punti, bisogna gestire ottimamente spazi e possesso-palla con il chiaro intento di finalizzare ed al tempo stesso subire il meno possibile".

Il sogno del Mister, dopo tanti anni trascorsi a preparare i giovani e a lottare nelle varie categorie dilettanti, sarebbe raggiungere presto una panchina di Serie D, per mettersi alla prova e testare i suoi metodi, per provare a trasmettere anche nei semi-professionisti la sua passione e le sue scrupolose teorie: ci permettiamo di suggerire che di certo, alla luce di tanta improvvisazione e pressappochismo visti fin’ora, di certo il buon “Gigi” non sfigurerebbe.