Il direttore Prosia: "Rieti costruito per vincere, Trastevere può durare. D'Agostino è un buon allenatore"
Per parlare del campionato di Serie D, in particolare dei gironi "G" ed "H", la nostra redazione ha contattato il direttore sportivo Daniele Prosia che ben conosce la categoria ed in particolar modo le realtà espresse dal calcio laziale.
Il calcio laziale mai come quest'anno si sta esprimendo ad alti livelli in Serie D. Cosa ne pensa?
"Sono molto d'accordo. Soprattutto nel girone G, quello storicamente legato al Lazio per la sua composizione, stiamo assistendo ad una stagione in cui i club laziali si stanno esprimendo davvero bene basti vedere la classifica dove sul fondo non compaiono realtà territoriali legate al Lazio. Diciamo che stanno tutti lavorando molto bene".
Partiamo proprio dal girone G, lei faceva riferimento alla classifica. C'è quindi chi sta andando anche oltre le aspettative?
"Diciamo che ci sono club che sono partiti con degli obiettivi ed oggi sono in una situazione di classifica migliore. Penso all'Ostiamare ad esempio che era partita per un campionato tranquillo ed ora invece se la sta giocando per le prime piazze del raggruppamento".
Davanti a tutti c'è il Rieti che l'anno scorso è stata la sorpresa assoluta ma stavolta si è riconfermato
"Sono partiti con l'obiettivo di vincere e direi che sono proprio in linea con i programmi societari. Per quella che è la mia opinione se la dovrà vedere fino alla fine con il Monterosi e L'Aquila".
A proprosito di Monterosi, da neopromossa sta facendo un gran campionato. Lei cosa pensa di questa realtà?
"Stanno facendo grandi cose, sono una società molto organizzata. Io sono rimasto colpito dall'ambiente Monterosi, si respira un clima di serenità che a questi livelli è difficile da trovare. Devo fare i complimenti perchè è vero che ha investito molto ma sono pur sempre una matricola ed inoltre stanno crescendo lungo il percorso sia in campo che come società. Poi c'è anche L'Aquila che ha dalla sua anche un grande blasone ed è spinta da una piazza che vuole ritrovare subito il professionismo".
Nel girone G, lei vede un outsider?
"La classifica diche che anche Arzachena ed Ostiamare possono concorrere per la vetta. Difficile dire però se queste possono competere con le altre tre fino alla fine. L'Arzachena non è nemmeno una sorpresa perchè anche lo scorso campionato ha fatto benissimo. Per inserirti però nella lotta per i primissimi posti serve che anche le altre abbiano dei cedimenti ed è sicuramente non facile".
Passando al girone H, qui le cose in fondo alla classifica non vanno così bene...
"Il Cynthia vive un momento difficile, purtroppo negli ultimi anni è abituata a questo tipo di campionati. La società non ha tanto da investire ma devo dire che hanno fatto un buon mercato di riparazione, si sono mossi bene e se la possono giocare. Genzano è una piazza importante nel Lazio, forse la più importante ed è per questo che tutti tifiamo affinché si salvi e resti in categoria. Il Città di Ciampino lavora prevalentemente con i giovani, sono una neopromosssa ed è normale andare incontro a certe difficoltà. La rosa è all'altezza e secondo me si può salvare".
Forse Cynthia e City sono state svantaggiate dal ritrovarsi in un raggruppamento storicamente ostico?
"A livello tecnico i gironi sono quasi tutti uguali. La categoria è unica infondo, quindi la differenza è che in molte piazze ad ogni gara ci sono duemila, duemila e cinquecento spettatori. Questo però può essere uno svantaggio come può essere uno stimolo".
Non possiamo citare il girone H senza ovviamente parlare del Trastevere...
"Sì, una favola ormai realtà. Un grande lavoro quello svolto da società, calciatori e staff tecnico con Aldo Gardini che si è ritrovato dal fare il vice a guidare la squadra per le note vicende che hanno costretto Pirozzi ad allontanarsi. Io sono convinto che possano arrivare fino in fondo e lottare per un traguardo sicuramente impensabile a fine anno".
Una citazione particolare chi la merita?
"L'Anzio. Debbo complimentarmi per il campionato che stanno facendo. Complimenti per società e calciatori ma anche per D'Agostino che alla prima esperienza da allenatore sta dimostrando di saperci fare".
Anche quest'anno la Serie D sta assistendo allo stillicidio di alcuni club. Chieti ufficialmente esclusa, Due Torri quasi e poi tanti club in enorme difficoltà. Che idea si è fatta in merito da addetto ai lavori?
"Sono cose brutte e che non dovrebbero accadere. Ogni società dovrebbe fare il passo secondo la proria gamba e questo spesso non accade. Se posso lanciare un idea sarebbe quella di far versare ai club una fideiussione che possa andare a coprire i contratti dei calciatori in modo da tutelarli. Penso infatti a loro, a chi di questo sport fa un lavoro e si viene a trovare in certe situazioni e magari poi si svincola in periodi in cui non è facile trovare squadra".
A quando il suo ritorno dietro una scrivania?
"La mia è una passione oltre che un lavoro e quindi la voglia è tanta. Normale che io voglia lavorare serenamente, ad oggi non ho avuto offerte concrete. Non ho mai fatto questione di budget o di categorie, conta il progetto e, come detto, la tranquillità che deve arrivare dalla società. Con il San Cesareo ci siamo esaltati proprio quando il budget era ridotto all'osso. Poi in questo lavoro spesso, ed erroneamente, si pensa al nostro ruolo esclusivamente in ambito di calciomercato ma un direttore sportivo non fa solo quello. Potrei dire anzi che è uno degli aspetti secondari. Ci sono tanti dettagli da mettere a posto, per esempio io potrei acquistare un calciatore di assoluto livello ma non ottenere grandi risultati. Questo perchè il direttore sportivo deve anche pensare a come fare rendere gli acquisti, come costruire una squadra facendo in modo che ogni calciatore si sposi bene col compagno. Soprattutto tra i dilettanti si tende a sottovalutare il nostro lavoro, per certi versi oscuso, invece il rispetto dei ruoli e l'affidarsi a professionisti fa la differenza in un progetto calcistico".