Mister La Cava choc: "Isola Liri? Ecco perchè mi sono dimesso"

25.02.2015 13:30 di  Marco Pompeo  Twitter:    vedi letture
Mister La Cava choc: "Isola Liri? Ecco perchè mi sono dimesso"

Il matrimonio tra il tecnico Sergio La Cava e l'Isola Liri è durato appena sei partite. L'impatto del tecnico campano sulla squadra biancorossa è stato assolutamente dei migliori: quattro vittorie nelle prime quattro partite con lui al timone, poi due sconfitte delle quali l'ultima ha segnato l'addio volontario del tecnico. Uno score che fa riflettere visto che in un solo mese il tecnico ha fatto più punti di quanti la squadra ne avesse realizzato prima, quando aveva racimolato in diciassette gare appena due successi e tre pareggi. Un ruolino di marcia che faceva ben sperare i tifosi in merito al raggiungimento di una salvezza che da impossibile si era trasformata in possibile. Ad una settimana dall'addio dell'allenatore la redazione di NotiziarioCalcio.com l'ha ricontattato per comprendere meglio i motivi di un addio che, dall'esterno, sembra di difficile comprensione.

Mister, la scorsa settimana dopo la sconfitta col Palestrina nell'immediato dopo gara ha rassegnato le sue dimissioni. Una scelta ponderata o presa sull'onda emotiva?
"Assolutamente ponderata. Chi mi è stato vicino sa che la mia decisione era già stata presa in precedenza, dopo la gara con l'Astrea. Però volevo vedere fino a che punto arrivava questo calcio ed ho deciso di andare avanti fino a quando ho capito e toccato con mano che non potevo andare avanti oltre. Non sono il tipo di persona che accetta compromessi, non l'ho mai fatto e mai lo farò. Io voglio semplicemente allenare, è questo il mio compito e voglio essere libero di farlo".

Ci spieghi meglio...
"Francamente i problemi si sono presentati già con la gara col Budoni. Nonostante la vittoria arrivata in quella gara avevo già capito che le cose stavano prendendo una brutta piega. Purtroppo anche prima di firmare avevo sentito delle voci sulla reputazione di alcune persone che avrebbero dovuto farmi riflettere. Io per cultura personale, però, non ho mai ascoltato le dicerie, le persone bisogna conoscerle prima di giudicare ed per questo che ora non alleno più l'Isola Liri. Già di per se le difficoltà economiche sono condizionanti, non possono aggiungersi allora altri fattori".

Ora non può tirarsi indietro. Faccia nomi e cognomi.
"Non intendo sottrarmi, mi ritengo una persona limpida e per questo che non temo alcun giudizio. Se mi sono dimesso da allenatore dell'Isola Liri la responsabilità è da ascrivere in toto al direttore sportivo Enzo Agliano. Il diesse con il suo comportamento ha condizionato il rendimento in campo della squadra, il suo ruolo non contempla la gestione tecnica della rosa e le sue intromissioni in tale campo non erano accettabili. Almeno da un allenatore come me che, ribadisco, vuole solo allenare ed è per questo che ho rassegnato le mie dimissioni. Ora comprendo meglio anche i suoi trascorsi fallimentari a Termoli ed Isernia".

Insomma un'altra esperienza per lei non felicissima..
"Non direi o meglio non del tutto. L'epilogo è da censurare ma io ad Isola Liri ho trovato tante cose positive. In primis i ragazzi che in campo, fino a che è stato possibile, mi hanno dato l'anima e non a caso noi abbiamo vinto quattro gare di fila. Poi la gente, i tifosi esemplari ed alcuni vecchi dirigenti vicini al club esclusivamente per passione".

Già in precedenza aveva affermato che in questo calcio lei non ci si ritrovava. Conferma?
"Assolutamente si. Il pallone è ormai sgonfio, penso che si possa ancora lottare per salvarlo ma se non cambiano tante cose è difficile. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, compresi gli allenatori che pur di lavorare talvolta accettano situazioni grottesche. Per quanto mi rigurda se non cambia nulla posso anche smettere. Per me si tratterebbe di un dispiacere enorme ma io non scendo a patti di alcun tipo. Purtroppo nel giro di qualche anno è cambiato tantissimo nel calcio nostrano. Fino a pochi anni fa nell'ambiente circolavano tantissimi presidenti seri che facevano calcio con grande professionalità. Penso a quando ho allenato il Bitonto e c'erano Cariello e Vitale alla presidenza, o quando con la Turris a comandare c'era un presidente del calibro di Gaglione. Ho fatto il nome di persone con le quali ho lavorato ma potrei citarne tante altre, in primis i fratelli Cafasso che hanno dato tantissimo non solo al Pianura, di cui sono stati i presidenti, ma al calcio in generale".