Padova, Sentinelli: "I campionati si vincono, non si giocano"

Intervista in esclusiva al difensore romano alfiere del Padova di Parlato
20.04.2015 17:30 di Titti Acone   vedi letture
Padova, Sentinelli: "I campionati si vincono, non si giocano"

Ancora una vittoria, ancora una promozione, Davide Sentinelli rappresenta un po’ l’emblema del Padova, pochi fronzoli e tanti fatti. Cinque campionati vinti in D (Padova appunto, Lupa Roma, Cuneo, Como e Tempio) ed uno in Eccellenza (Mentana), più due scudetti (sempre a Cuneo e Tempio), una coppa Italia (Como) e due promozioni dalla C2 alla C1 con Savona e Cuneo. Ai quali vanno aggiunti in C2 ad Alghero, una salvezza insperata partendo da -16 ed una vittoria svanita solo per problemi societari.

Si presenta così il curriculum del trentaseienne difensore centrale dei Biancoscudati, che in esclusiva per NotiziarioCalcio.com si confessa ai lettori.

Mi ha colpito - inizia Sentinelli  - una frase del libro sul “Cholo” Simeone. I campionati preferisco vincerli, piuttosto che giocarli. Quest’anno avevo scherzato coi compagni e col mister. Considerate le mie peripezie fra gialli e rossi, c’era da scontare una giornata di squalifica ad inizio campionato. Avevo confidato che ogni volta che parto così, mi capita di vincere. E’ così è stato anche questa volta. Cercherò di prendere un giallo anche a fine anno …”.

A parte battute e scaramanzia, un campionato da protagonisti il vostro.
Sì, senza dubbio – continua il vice-capitano del Padova –, in testa fin dall’inizio e con l’Alto Vicentino a fare corsa con noi, oltre a Sacilese e Belluno che erano col fiato sul collo. E’ stata anche l’occasione per togliermi qualche sassolino dalle scarpe, contro coloro che mi volevano etichettare come attaccabrighe o troppo in là con gli anni. Anzi ora col caldo, proverò a fare ancora meglio, considerato che è la mia stagione preferita e vincere il terzo scudetto. Non c’è due senza tre!”.

Confermato dai tifosi della “Fattori” biancorossa il soprannome di “Ibrahimovic della difesa” dall’alto dei suoi 190 centimetri.
Anche senza il codino mi è rimasto il soprannome. Almeno quello, visto che di  Ibra, purtroppo per colpa mia, ho ben poco, sia tecnicamente che per il resto … ”.

Un curriculum con un totale di 416 partite, 61 gol (in media una marcatura ogni sette gare), di cui 135 presenze e 23 reti nei prof e 235 presenze con 28 segnature in D.
Sì i numeri stanno dalla mia parte e vi ringrazio della precisa contabilità. Ormai dopo tanti anni, mi serve il pallottoliere, siamo alla diciottesima. Mi sento ancora bene e  spero di non perdere l’abitudine con il gol. Anche a Legnago, se il difensore non la prende con la mano, ero là. Senza contare le marcature in Coppa Italia, nei playoffs e nella poule finale ”.

Che tipo di esperienza è stata Padova.
Il coronamento di una carriera. Dopo la classica gavetta, Tempio Pausania è stato il mio trampolino di lancio. Como un’esperienza straordinaria da accomunare a Padova per entusiasmo e blasone della piazza. Alghero la conferma e Cuneo la consacrazione. Città dove mi sono trovato veramente bene, tanto da aprire un’attività con i miei compagni Longhi, Garavelli e Cristini. Poi Savona la conferma, Roma (ndr. sponda Lupa) il ritorno nella mia città e Padova forse la stagione della maturazione e delle conferme. Società, staff e compagni da categoria superiore. Per non parlare della piazza, che per me merita ribalte da massima serie”.

Con gli allenatori, com’è andata.
Ma anche qua vorrei pubblicamente ringraziare la proprietà ed il direttore De Poli, per avermi dato la possibilità di lavorare con mister Parlato. Ex difensore, ormai adottato dalla città del Santo (ndr. Padova) che nonostante la mia esperienza, mi ha dato tanto. Ho visto cose da un’altra angolazione sia tatticamente, che tecnicamente. Anche fuori dal campo è sempre stato molto utile confrontarmi quasi quotidianamente con lui. Certo Corda è stato colui che ha creduto in me e mi ha lanciato, Iacolino ed Ezio Rossi quelli che mi hanno dato la possibilità di confermarmi e Cucciari l’anno scorso, di essere un profeta in patria. Ma col mister quest’anno è stato veramente un continuo scoprire. Senza fare alcun torto a tutti gli altri, è stata la sintesi di quanto appreso negli anni. Certo, forse come accennavo, anch’io sono maturato rispetto a quindici anni fa”.

Si sussurra che anche nel gruppo ti sappia far sentire.
Vi ringrazio della domanda, perché a volte passo per un rompiballe. Ma c’è il momento in cui c’è da alzare la voce e far fronte comune. Qua è stato più facile perché c’è un capitano eccezionale come Cunico ed un gruppo granitico con il mio compagno di merende Dionisi. Per non parlare di Cicioni, Niccolini, Thomassen, Nichele, Segato e la banda degli attaccanti che tanto ci fa penare in fase di interdizione, fra Zubin, Ferretti, Amirante, Ilari, Petrilli ed Aperi. Oltre ai tanti giovani, protagonisti dell’ottimo campionato. Però se c’è da richiamare il gruppo ad una maggiore attenzione sono in prima fila. Poi, come dice il mister, se hai l’osso in bocca, è meglio non lasciartelo scappare”.

Oltre agli "ossi", si dice che abbiate fatto vita comune, con tante cene ed aperitivi.
Si, a testimonianza del fatto che stiamo bene come gruppo, è capitato spesso di stare insieme fuori dal campo. E’ un po’ il termometro dello spogliatoio. Vi posso assicurare che a tavola o negli aperitivi siamo una squadra da scudetto …”.

Una dedica particolare?
Si, a Patrizia, la mia compagna che ha avuto un’annata complicata e nonostante tutto mi è stata ancora più vicino, nonostante i due piccoli “martelli” che abbiamo, Christian e Thomas. Lei è l’unica che sa quando è il momento di confrontarsi, tacere o gioire. Sempre però nel rispetto della coppia e della famiglia”.

Ed ora quali programmi ed obiettivi.
A Padova mi sono trovato molto bene, sia calcisticamente che in città. Ora dipende anche dalla società e non solo. Nei prof, con la storia del minutaggio, i contributi, l’età media ed il budget mutato, bisogna vedere quali sono le idee della proprietà e dello staff tecnico”.

Le tue ambizioni.
Tornare a sentire l’incoraggiamento dei nostri tifosi, che vi posso assicurare è eccezionale. Mi basterebbe quello. In certi momenti della partita ti trascina letteralmente. Già dal riscaldamento e dall’ingresso in campo ti sembra di essere in categoria superiore. Poi, visto l’ottimo lavoro fatto col “prof” Marin e considerato che tengo ancora botta davanti a tanti ragazzini in ascesa, perché non riprovare a fare bene anche l’anno prossimo. I festeggiamenti di Legnago e piazza delle Erbe a Padova sono stati indimenticabili”.

Ma qualche cosa di concreto, ci sarà.
Dico la verità, il mio procuratore mi ha detto che c’è stato qualche contatto e qualche richiesta, che fa sempre paicere. Ma per ora ho dato la priorità a Padova e al Padova. Forse è arrivato il momento di mettere radici e non mi dispiacerebbe rimanere”.

Grazie Davide …
Grazie a voi. Io come tanti altri colleghi, seguiamo il vostro sito e fa sempre piacere ricevere una vostra intervista. Ora devo scappare altrimenti la mia metà mi sgrida. Quest’anno fra feste dei clubs e dei tifosi, impegni con i media e con la società, a casa ci sono stato poco. Mi tocca fare il babbo ed aiutarla in cucina, dove mi vizia con le sue fantastiche torte, con le quali ora posso finalmente festeggiare ”.