Corsa alla poltrona FIGC: Ulivieri e Sibilia, che coerenza! Il calcio non vuole cambiare

05.03.2017 15:26 di Marco Pompeo Twitter:    vedi letture
Corsa alla poltrona FIGC: Ulivieri e Sibilia, che coerenza! Il calcio non vuole cambiare
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Domani il calcio dimostrerà nuovamente la sua faccia peggiore. Dimostrerà di non voler cambiare, di perpetrare il modello di potere sin qui rimasto immutato a dispetto dei protagonisti. O quasi. Sì perchè quando domani Carlo Tavecchio sarà nuovamente eletto numero uno della Federazione Italiana Giuoco Calcio, non si eleggerà il solito gerontocrate. Carlo Tavecchio è infatti l'espressione più fulgida di quanto già incarnato dai suoi predecessori. Esaltato da un ego sconfinato che poi è l'unica cosa che talvolta l'ha messo nei guai. Non a caso le uscite pubbliche dell'attuale reggente della FIGC avvengono col contagocce, lasciarlo parlare è un arma a doppio taglio.

E chi gli si para davanti perchè non ritrova in lui la figura ideale del leader e giusta guida di un sistema calcistico messo alle spalle al muro dalla dilagante corruzione economica? Beh, solitamente avvengono due cose: o viene tacitato dallo spauracchio di cause legali o, e questo può essere sorprendente solo per qualcuno, gli diventa amico.

Gli ultimi esempi, fondamentali per la sua rielezione, sono quelli di Renzo Ulivieri e Cosimo Sibilia. Due personaggi che hanno fatto della coerenza uno stile di vita. Non bisogna nemmeno andare troppo in là per ricordare le uscite pubbliche del Renzaccio nazionale, presidente dell'associazione italiana allenatori di calcio, che arrivò ad incatenarsi ai cancelli della Federcalcio per protestare proprio contro Tavecchio quando ancora era il numero uno "soltanto" della Lega Nazionale Dilettanti. Poi un anno e mezzo fa la presa di posizione pubblica, quella si coerente con quanto da sempre pensato da Ulivieri, al momento di schierarsi per la successione di Abete: "Siamo qui per sostenere la candidatura di Demetrio Albertini. La frase sulle banane di Tavecchio rientra nella sua quotidianità, il linguaggio è quello. I soccorritori che hanno parlato di scivolata sono anche peggio. Tavecchio secondo noi è inadeguato a ricoprire quel ruolo. Ha un occhio solo, quello imprenditoriale. Non è una colpa, anche io ho un occhio solo, quello sportivo, sarei inadeguato a quel ruolo anche io. Il calcio femminile nelle sue mani sta morendo, quando in tutto il resto del mondo, compresa la Palestina, sta crescendo. Rivera aveva messo l'obbligo che in ogni squadra giovanile ci fosse un allenatore. Anche questo è stato tolto. Senza animosità, ripeto, tutto questo ci porta al concetto di inadeguatezza".

Evidentemente il buon Tavecchio si è fatto curare il difetto di Polifemo ed ha acquisito il secondo occhio. Perchè Renzo Ulivieri, a nome dell'AIAC, ha annunciato l'appoggio alla rielezione dell'ex sindaco di Ponte Lambro. Pare che dietro la nuova amicizia ci siano una serie di accordi sulla parola che avrebbero spinto Ulivieri ad accettare la corte di Tavecchio. Alcuni parlano di interessi privati non meglio specificati e, naturalmente, associativi. Qui le cose sembrano più chiare. Pare infatti che l'accordo che riguarda gli allenatori sia che in futuro tutte le società calcistiche, anche quelle dilettantistiche di terza categoria, dovranno avvalersi di un allenatore con tesserino (quindi usciti da Coverciano). Per le società a carattere dilettantistico si prevedono altre difficoltà economiche quindi. Ma a chi interessa?

Sicuramente non al neo presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia. La sua elezione sembrava poter portare area nuova nel chiuso del quartier generale dell'ex numero uno Tavecchio.Lì dove il ragioniere ha studiato la tattica migliore per la scalata alla FIGC. Chi meglio di Sibilia peraltro poteva incarnare lo spirito di evoluzione? Chi meglio di un personaggio che da sempre si era dimostrato contrario al modus operandi di Carlo Tavecchio?

E già. Perchè per chi non lo sapesse Cosimo Sibilia non faceva parte del partito pro Tavecchio, l'aveva sempre osteggiato. Questo fino a quando lo stesso Tavecchio non gli ha spianato la strada alla presidenza del Comitato Regionale FIGC Campania, dopo lo scandalo Pastore (lui si per lungo tempo fedele di Tavecchio), e di lì una bella spinta per la promozione a numero uno della Lega Nazionale Dilettanti. Scacco matto. Sibilia annuncia a gran voce l'appoggio unanime della Lega Nazionale Dilettanti al suo ex Re Carlo Tavecchio (potevate avere dubbi?).

Del resto a Tavecchio serviva il peso dei voti della Lega Nazionale Dilettanti che incide più di ogni altra (cosa davvero assurda) nella elezione del presidente FIGC. Tieni vicini gli amici ma ancor più di tuoi nemici, diceva Micheal Corleone ne Il Padrino parte II. Tavecchio sembra averne fatto un mantra. Lui sì non ha mai fatto sfoggio di coerenza e quindi il problema non si pone.

Ulivieri e Sibilia sono due esempi fondamentali, e per tanti aspetti eclatanti, ma non gli unici. Lo stesso Andrea Agnelli, presidente della Juventus, fu strenuo oppositore due anni fa di Tavecchio ed oggi è sceso in campo apertamente per lo stesso. A lui sembrano essere bastate le assicurazioni sul fatto che Lotito non sarebbe stato più il suo tutor privilegiato, ed ingerente, all'interno della Figc.

Si dice che durante un elezione si scelga sempre il male minore e sarebbe scontato pensare all'elezione di Abodi, personaggio non esule da critiche, prima tra tutte proprio l'incoerenza visto che aveva anch'egli appoggiato l'elezione precedente di Tavecchio. Però domani di minore resterà solo la speranza, ormai ridotta al lumicino che il sistema paese, di cui il calcio è solo specchio riflettente, voglia cambiare ed evolversi in senso positivo. Le nubi all'orizzonte restano cariche di pioggia.