Dilettanti, rivoluzione storica ma le 5 sostituzioni fanno già discutere

09.08.2017 00:30 di  Ermanno Marino   vedi letture
Dilettanti, rivoluzione storica ma le 5 sostituzioni fanno già discutere

Il passaggio da tre a cinque sostituzioni a partita è certamente una svolta epocale per il calcio dilettantistico. Più possibilità di incidere per i tecnici e maggiore spazio per chi non parte nell'undici titolare e si accomoda in panchina.

Insomma, in questa ottica tutti contenti e felici. Ed invece la novità già fa discutere. Si attendeva la ratifica ed il cambiamento della norma, ora che è arrivata sembra praticamente tutto invariato: si passa semplicemente a due sostituzioni in più. Con buona pace di chi si attendeva un regolamento diverso: in molti auspicavano che i cinque cambi avvenissero comunque in un arco di tre pause: quindi ogni allenatore avrebbe avuto a disposizione cinque cambi ma solo tre interventi per farli. Le critiche più sentite arrivano infatti sulle perdite di tempo. Cinque cambi per squadra significa dieci possibili nel corso di una partita, davvero tanti. Per molti addetti ai lavori addirittura troppi.

Si rischia di vedere i minuti di gioco effettivi calare drasticamente. Questo a scapito dello spettacolo, del gioco ma anche della crescita di molti giovani che poi sarebbe il punto fermo dei dilettanti. E figurarsi le polemiche di perdita di tempo, fino ad oggi ce ne sono spesso e, diciamolo, tutti giocano su questo punto: quante volte un doppio cambio è servito per smorzare il ritmo dell'avversario? Quante volte il giocatore in odore di sostituzione si è posizionato il più lontano possibile per uscire il più lentamente possibile dal campo? Insomma, la rivoluzione rischia di generare un vero putiferio in seno alla Lega Nazionale Dilettanti che più che pensare alle proprie squadre (vedi il no ai ripescagi) sembra procedere a fare spot autocelebrativi. S'intente: speriamo di sbagliare.