FIGC, non perdiamo l'occasione: azzeriamo tutto, anche la stampa

15.11.2017 12:55 di  Marco Pompeo  Twitter:    vedi letture
FIGC, non perdiamo l'occasione: azzeriamo tutto, anche la stampa
© foto di Tuttomercatoweb.com

L'occasione è ghiotta: azzerare tutto e far ripartire il movimento calcistico italiano. Farlo ripartire sul serio. Azzerare tutto significa liberarsi dal primo responsabile di questa situazione: Carlo Tavecchio, e con lui di tutti i suoi accoliti che stamani ancora provano a salvare la sua poltrona, e con essa ovviamente la loro (vedi l'indifendile Ulivieri). Evidentemente abbiamo sottovalutato Abete che ebbe la decenza di farsi da parte dopo essere uscito inopinatamente al primo turno di una competizione mondiale. Stavolta non ci siamo neppure arrivati ma il colpevole è solo Ventura, forse i giocatori. Che poi, magari, prendi Ancelotti e dai alla piazza ciò che vuole facendo finta che il responsabile di tutto sia uno solo.

Bisogna fare piazza pulita e se non ora quando? Quando potremo ripartire a fare calcio, e sport, seriamente in questo paese? La dignità di un'uomo non dovrebbe avere prezzo eppure, da quanto si sta vedendo, in Figc il valore di ognuno sembra ben messo in evidenza come in un supermercato.

Sono tra gli illusi che hanno sperato in un passo indietro di Carlo Tavecchio già alla seconda rielezione ed invece è accaduto l'esatto opposto con il ragioniere capace di cancellare vecchie inimicizie (ricordate le posizioni di Nicchi, Agnelli e, soprattutto, di Ulivieri che si incatenò persino per protestare contro Tavecchio?).

Pare, però, che l'Italia sia davvero un paese dalla memoria corta e dalla dignità zero. O meglio, è così per chi ci governa perchè questo paese ha una maggioranza, purtroppo silente, che è fatta di persone perbene e capaci.

Tutti a dare la croce su Ventura, che non è esente da colpe chiariamoci. Davvero vogliamo imputare al commissario tecnico il fallimento di un movimento al collasso? I guai cominciano da lontano, ricordate calciopoli e l'estate del 2006?

I più attenti osservatori capiranno che è proprio lì, dalla vittoria del Mondiale 2006 che sono cominciati i problemi. L'effetto calciopoli aveva avuto modo di dare la stura ad un vento di cambiamento che cominciava a spirare prepotente ma, oserei dire purtroppo, la vittoria di quella Coppa del Mondo ha cambiato tutto. Quel successo ha messo a tacere tutti, del resto c'era da festeggiare gli eroi di quell'impresa sportiva.

Ecco, altro problema. Bisognerebbe rendersi conto che i risultati sportivi non sempre sono la cartina di tornasole di un movimento. La dobbiamo smettere di pensare all'uovo oggi, ed accudire la gallina: questo si chiama programmare. Se avessimo battuto la Svezia e fossi approdati ai Mondiali in Russia cosa si sarebbe detto? Nulla. Complimenti a Ventura, ai giocatori e forse anche alla federazione. Ed avanti così in attesa di un nuovo tracollo sportivo.

Ecco, bisognerebbe probabilmente azzerare anche la stampa sportiva italiana. Non tutta ovviamente, non facciamo di tutta l'erba un fascio. Bisogna azzerare quella parte di stampa che guarda e continua a guardare solo al risultato, non importa come esso arrivi. Quella parte di stampa che ti esalta se vinci e ti schiaffeggia quando perdi. Quella stampa che nasconde sempre la testa sotto la sabbia e non si accorge dei problemi veri del calcio salvo indignarsi quando a far venire alle luce le magagne sono le forze dell'ordine con indagini penali. Eppure è impossibile non sapere. Così come chi ha frequentato, o si è occupato, di calcio dilettantistico conosce bene la cifra del ragionere Carlo Tavecchio e quale sia effettivamente il suo contributo al movimento. Con quale astuzia abbia raggiunto gli obiettivi prefissatisi, quanto sia competente, o meno, di calcio.

Azzeriamo tutto. Ripartitamo. Con dignità.