Lnd-Figc, lo strano caso Belloli...

19.05.2015 09:00 di Marco Pompeo Twitter:    vedi letture
Lnd-Figc, lo strano caso Belloli...
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Bisogna fare una premessa, perchè nessuno possa poi scioccamente trarre conclusioni errate: siamo da sempre fortemente critici nei confronti del presidente Felice Belloli della Lega Nazionale Dilettanti, la cui elezione per noi ha significato continuità con un mondo di fare calcio ormai stantio e basato unicamente sull'interesse personale e non certo del movimento. Il modo di occuparsi di calcio, per intenderci, peculiarmente avallato dal ragionere Carlo Tavecchio e contro il quale da sempre ci battiamo. Una battaglia ostica visto che anche l'ingranaggio dell'informazione negli anni è stato così ben oliato che alle orecchie delle persone comuni nessun cigolio è pervenuto. 

La presunta frase pronunciata dal nuovo numero uno della Lega ("Basta, non si può sempre parlare di dar soldi a queste quattro lesbiche..."), durante una riunione dello scorso 5 marzo del dipartimento di calcio femminile, ha suscitato giustamente grande scalpore. Nemmeno stiamo qui a scrivere che la frase sia da condannare, fa ribrezzo anche il solo pensiero che essa sia stata riferita. Qualora ciò dovesse inequivocabilmente essere confermato, però, non ci stupirebbe perchè sarebbe in linea con un modo di pensare antiquato e, come già detto, conforme ad un certo stile. Una frase che in qualunque paese del mondo, tranne l'Italia, porterebbe alle scuse ed alle dimissioni immediate di colui che le avrebe proferite. Dubitiamo sia e sarà così nel caso specifico scoppiato la scorsa settimana. Certo, il presidente Felice Belloli ha in questo momento una notevole pressione addosso e la paventata manifestazione di protesta del movimento calcistico femminile non farebbe che farla aumentare.

Tutto giustissimo, resta da capire però perchè una tale sollevazione non è arrivata di fronte alle altrettanto scellarate ed inqualificabili esternazioni di Tavecchio alla trasmissione Report. Quando scivolò sul connubio donne - handicap. Esternazione non da comprovare, esistente, tangibile e per questo ancor più odiosa. Dichiarazione che anticipava di mesi la caduta altrettanto deplorevole su Optì Poba e le banane.

Cosa ancora più discutibile è l'opinione davvero oltre il limite della coerenza rilasciata dallo stesso Tavecchio sulla presunta frase di Belloli: "Se avesse detto quelle parole, sarebbe un fatto grave. Quella è una frase odiosa e inaccettabile".

Già, ma il tutto inevitabilmente verte in questi giorni proprio sul capire se quella frase sia stata proferita o meno. Da una parte c'è chi dice che la frase sarebbe stata pronunciata e c'è chi invece, presente, assicura di non averla udita affatto. Come Vincenzo Picheo della Graphistudio Tavagnacco e consigliere nazionale del Dipartimento calcio femminile: “Ero presente alla riunione e non ho assolutamente sentito queste parole. Lo stesso dicasi per altri colleghi che erano con me a Roma".

Una versione che porta inevitabilmente a fare brutti pensieri. Già, perchè Belloli potrebbe aver toccato dei tasti delicati. Da qualche tempo sono nate delle polemiche, come la sospensione delle dirette televisive su Odeon Tv delle gare di Serie A del campionato femminile. Anche qui strano che nessuno si sia lamentato quando Tavecchio avallò il passaggio della diretta di questi incontri, prima irradiati dalla Rai, ad un gruppo editoriale allo stesso ragionire già noto. Pare evidente che per il bene del movimento, al di là di scarsamente rilevanti temi economici, una diretta di Rai Sport faccia molto più da eco. Parliamo di servizio pubblico e cosa c'è di più qualificante per uno sport che fa della socialità la propria base?

Scaramucce, bazzecole si dirà. Può darsi. Non può però definirsi altrettanto una sciocchezza l'opposizione del numero uno della Lega Nazionale Dilettanti alla richiesta di una parte di società femminili di abbandonare i dilettanti per passare sotto la diretta sfera di influenza della Figc. Un idea lanciata dalla presidentessa della Lazio, Elisabetta Cortani, direttamente a Tavecchio che si era detto disposto a vagliarla nel caso avesse ricevuto tale richiesta per iscritto dalle società di calcio femminile. Idea nata per salvare il calcio femminile dal baratro in cui sta sprofondando. Da quel momento la macchina si è messa in moto trovando in Belloli ovvio oppositore.

Magari il problema lo vediamo in pochi, pochissimi. Come si fa a cercare aiuto a chi materialmente il calcio femminile lo ha spinto in quel baratro? Come si può dimenticare che il calcio femminile lo ha portato sotto l'ala protettiva della Lega Nazionale Dilettanti proprio Tavecchio quando spinse in federazione per la cancellazione della Divisione Calcio Femminile, riducendola ad un Dipartimento dipendente direttamente dalla LND. Dipartimento del quale lui stesso divenne presidente ad interim. Una mossa, anche allora evidente a pochi, fatta per mettere le mani su quei voti che avrebbero accresciuto il suo potere (in termini strettamente numerici) verso la scalata alla Figc. Anche allora i suoi proclami furono tutti di rilancio del movimento, che la trasformazione avrebbe portato giovamento e soldi al movimento (allora perchè non creare una Lega Calcio femminile?).

Ora il presidente Tavecchio vuole rilanciare nuovamente il calcio femminile utilizzando non più la Lega Nazionale Dilettanti ma, naturalmente, la Figc. Dopo un'operazione sbagliata voi cambiate medico o riponete fiducia nello stesso? Ad ogni coscenza lasciamo districare il dilemma.

Resta sullo sfondo il povero pallone, preso davvero a calci. Chi ama davvero questo sport ama la vita e quando si ama sul serio la vita non si fanno distinzioni becere tra uomini e donne, bianchi e neri, omosessuali o eterosessuali. Da parte nostra ci auguriamo che a vincere sia proprio lo sport e non le fazioni, che tutti ci si dia una regolata e si pensi nuovamente al bene comune, a quello condiviso. Che sia tizio o caio a guidare la riscossa poco conta, perchè a contare sono e saranno sempre le buone idee non gli uomini.