Presidenza Figc, Albertini sfida l'imbattibile (ai numeri) Tavecchio. L'undici agosto la svolta, Renzi alla finestra

21.07.2014 12:35 di  Giovanni Pisano   vedi letture
Presidenza Figc, Albertini sfida l'imbattibile (ai numeri) Tavecchio. L'undici agosto la svolta, Renzi alla finestra

Sarà Demetrio Albertini l'antagonista di Carlo Tavecchio per la presidenza della Federazione Italiana Giuoco Calco, le cui elezioni sono in programma l'undici agosto. L'ex centrocampista del Milan, vicepresidente federale fino a qualche settimana fa, ufficializzerà la sua candidatura nella conferenza stampa programmata per oggi alle 16.30. 
Albertini potrà contare sull'appoggio delle componenti tecniche: 20% calciatori, 10% allenatori, e 2% degli arbitri. Altri consensi arriveranno da diversi club di serie A (Juve, Inter, Roma, Napoli in primis) e dalla Lega di serie B, che ufficialmente ancora deve prendere posizione ma che sembra più orientata verso un rinnovamento d'età e d'idee. 
Albertini sfiderà dunque Tavecchio, presidente della Lega Nazionale Dilettanti e vicepresidente vicario della Figc, il nome da battere per la successione a Giancarlo Abete, forte del 34% della sua Lnd oltre che dell'appoggio della Lega Pro dell'ex nemico Macalli (che in Consiglio Federale pesa per il 17%). Numeri alla mano, Tavecchio è già al 51%, senza considerare il supporto di qualche club di serie B (5%) e serie A (12%) che difficilmente verrà a mancare.
Appare dunque scontata l'affermazione dell'ex sindaco di Ponte Lambro (in provincia di Como), dal passato giudiziario non certo idilliaco viste le numerose condanne accumulate negli anni '90. "Sulla nomina del nuovo presidente decidono i delegati di un milione e mezzo di tesserati. Nel nostro caso vince la politica del fare e conta l'appoggio dei tesserati che formano il nostro movimento" ha dichiarato lo stesso Tavecchio tempo fa dopo le critiche mosse da Barbara Berlusconi. I numeri sono dunque dalla sua parte ma l'intervento di Governo e Coni potrebbe capovolgere la situazione. In gioco c'è il futuro del calcio italiano, mai così in basso da trent'anni a questa parte.