La favola di Assane, dall'Altovicentino all'esordio in Serie A

18.04.2015 10:30 di  Ermanno Marino   vedi letture
Fonte: gazzetta dello sport
La favola di Assane, dall'Altovicentino all'esordio in Serie A

Roberto Mancini ha provato a distrarsi con il basket (Cantù­ Milano), ma la rabbia per la squalifica di Guarin fatica a passargli. Perché ritiene ingiusta l’ammonizione del Bentegodi e perché il colombiano sarebbe stato un perfetto spacca derby. Il Mancio però è quello che nel primo mandato interista aveva fatto esordire una trentina di baby. E ora, dopo gli spiccioli di Verona, ha la grande tentazione di lanciare dal 1’ il diciottenne Assane Gnoukouri. Ivoriano come Yaya Tourè, pallino neanche troppo nascosto del tecnico. L’esordio in un derby, sotto a centosessantamila occhi, potrebbe sembrare un azzardo. Cerchiamo di capire perché il Mancio la pensa diversamente.

Azzardo? Non troppo. Intanto perché i vuoti lasciati dalle squalifiche di Guaro e Brozovic sono le zolle preferite dal ragazzino. Che al Mancio è piaciuto da subito, anche perché ha la testa per reggere la pressione. Per farlo giocare tra l’altro non starebbe fuori un mammasantissima, ma Obi (Kuzmanovic è troppo indietro di condizione) che aveva sì segnato nel derby d’andata, ma è ragazzo più duttile e da corsa, ma con meno peso e visione di gioco di Gnoukouri. Al terzo passaggio sbagliato la gente se lo mangerà, potrebbe pensare qualcuno. Invece il tifoso interista sa essere micidiale con un veterano che tira indietro la gamba, ma non farà mai mancare il sostegno a un baby. Vedi Inter-Napoli del 19 ottobre scorso, quando Mazzarri nel secondo tempo mandò in campo il 20enne Mbaye, che spedì in curva i primi due cross. Ne seguirono altrettante ovazioni di incoraggiamen
to indirizzate al giovanotto.

La Storia di Assane. Ma chi è Gnoukouri? Sabato sera, intorno alle 20:20, nel quartiere Adjamé di Abidjan è scoppiata la festa. A Verona, 6 mila chilometri più a nord (e due ore di fuso in più), il giovane Assane stava esordendo con la maglia in prima squadra. Dieci minuti più recupero al posto di Medel. Lui che nel giro di due stagioni è passato dalle strade di Abidjan alla Serie A. In Costa d’Avorio non era nemmeno tesserato in un club. Poi, l’occhio del procuratore Giovanni Damiano Drago cade su questo ragazzino che ha piedi educati, intelligenza tattica e mente sveglia. Ci sono margini per poterci lavorare. Anche perché gioca su campi in terra battuta, uno dei quali ha un albero nel cerchio di centrocampo. Sarebbe opportuno portarlo in Europa. Il primo che si interessa è il Marsiglia. Arriva in Francia, supera il provino ma non le pratiche per il tesseramento. Si fa avanti l’Inter con l’osservatore Beppe Giavardi che lo aveva notato. Obiettivo, portarlo in Italia dove c’è il padre che lavora da carrellista, prima nel Vicentino e poi a Parma. Grazie agli ottimi rapporti tra le due dirigenze, l’Altovicentino di Valdagno (in provincia di Vicenza) lo tessera. La crescita continua consiglia di darlo alla Primavera di Vecchi e a tutto lo staff interista. Partito da mezz’ala, è stato spostato davanti alla difesa dal Torneo di Viareggio. Musulmano, prega anche alla mattina presto. Carattere forte, ha vissuto le difficoltà della vita e non se ne dimenticherà. Cresciuto in fretta per obblighi evidenti, non vede l’ora di tornare a trovare i parenti e gli amici in Costa d’Avorio, insieme con il fratellino Zate Wilfried, attaccante del 2000 dei Giovanissimi nazionali nerazzurri. Assane sabato esordiva, Wilfried la domenica schiantava il Milan con due assist dopo essersi emozionato per il fratellone.