Peleggi: "Escludere la D dalle giocate? Ecco perchè avvantagerebbe le reti illegali"

25.05.2015 11:45 di  Anna Laura Giannini   vedi letture
Peleggi: "Escludere la D dalle giocate? Ecco perchè avvantagerebbe le reti illegali"

Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, con il solito acume che lo contraddistingue ha dato la sua ricetta per debellare il malaffare dal calcio: istituire un casellario dei dirigenti del calcio italiano (perchè certi personaggi non sono abbastanza noti da essere riconosciuti come potenziali criminali) e lotta per eliminare Lega Pro e Serie D dal palinsesto delle partite su cui è possibile scommettere. Perchè lui, sia chiaro, lavora per il bene del calcio italiano "dodici ore al giorno". Encomiabile, come abbiamo fatto a meno di lui in questi anni davvero risulta ispiegabile. Un lavoratore indefesso, un uomo che non lo fa per il proprio interesse ma per il bene del movimento. Lui che da sempre ha detto che non era interessato alla poltrona della Figc e che ora, solo per il bene comune, è già pronto a ricandidarsi alle prossime elezioni nel 2016. E pensare che c'è chi critica.

Ad ogni modo, la sua idea ha già fatto alzare un certo numero di opinioni contrarie. Tra cui quella autorevole di Giuseppe Peleggi, direttore generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che intervistato dal Corriere dello Sport ha detto la sua in merito all'inchiesta Dirty Soccer: "I flussi di gioco legale affluiscono al totalizzatore nazionale che è in grado di controllare ogni singola giocata. Escludere la Serie D dal palinsesto avvantaggerebbe le reti illegali. L'inclusione è un'opportunità in più per i controlli e un ostacolo maggiore per chi trucca le partite. Basti ricordare che il primo episodio di combine esplose nel calcio negli anni '70 quando le scommesse non erano consentite (...) Il sistema di monitoraggio del gioco anomalo sulle scommesse sportive (GASS) verifica in tempo reale e lancia un 'alert' se le puntate su un risultato comportano una variazione eccessiva rispetto alla quota iniziale e se la raccolta sull'esito di ogni scommessa è superiore ad una soglia fissata. L'Agenzia verifica ulteriori variabili quali la posizione di classifica incongrua rispetto agli esiti giocati, la presenza di numerose giocate frazionate per eludere la normativa sull'antiriciclaggio, la concentrazione del gioco in un preciso ambito territoriale (...) Non è facile fare stime sul gioco illegale. Ipotizziamo si tratti di circa la metà delle scommesse complessive. Molte delle scommesse sulle partite sotto esame sono transitate su circuiti esteri, anche in paesi dell'Estremo Oriente. L'Agenzia proseguirà nel suo compito di combattere le reti illegali e monitorare il gioco legale garantendo la corretta osservanza delle norme da parte dei concessionari e sensibilizzando lo scommettitore sui vantaggi della rete autorizzata. Dal 2007 ad oggi, ad esempio, abbiamo segnalato e fatto chiudere oltre 5.300 siti illegali".