Venezia, ecco il modello Tacopina: calcio e turimo

06.05.2016 19:00 di  Ermanno Marino   vedi letture
Fonte: gazzetta dello sport
Venezia, ecco il modello Tacopina: calcio e turimo

“Joe Tacopina arriva in tempo da New York per godersi l’ennesimo trionfo del suo Venezia già promosso in Lega Pro: un rotondo 4­0 al Giorgione con in coda il gol numero 19 del bomber e capitano Matteo Serafini. «Abbiamo il record di reti di tutta la D (gli 87 centri sono il primato di tutti i campionati dalla A alla quarta serie, ndr), ovvio che sia Serafini, uno dei pochi giocatori capaci di segnare una tripletta a Buffon nella stessa partita, il nostro cannoniere», sorride l’avvocato di Manhattan, sorvolando sul suo record personale: due promozioni con due club in meno di 11 mesi. «A Venezia ho ripetuto il percorso di Bologna. Dapprima ho lavorato forte sulla comunità per ristorare orgoglio, passione e una visione del futuro nei colori della squadra della città, in questo caso non una città qualunque ma un centro storico, culturale, artistico che non ha eguali. Poi è cresciuta la squadra, impostata su alcuni giocatori di categoria superiore. Anche Fabiano, Soligo e altri hanno accettato di scendere in D richiamati dalla credibilità del progetto incentrato sul piano calcistico nella figura di Giorgio Perinetti, un grande acquisto, il primo che ha creduto in me. Ho delegato a lui la gestione sportiva, io mi occupo dei rapporti istituzionali, commerciali e ambientali». Tacopina, quando si insediò come presidente e proprietario del Venezia Fc ad ottobre 2015 parlò anche di un progetto legato alle strutture e al business. Qual è oggi lo stato dell’arte? «E’ il motore di tutto, senza la costruzione di un nuovo stadio tutto quello che abbiamo fatto finora non avrebbe senso. Il vecchio Penzo è un impianto romantico, legato all’Isola di Sant’Elena, con le Dolomiti sullo sfondo: quest’anno abbiamo richiamato la più larga affluenza di pubblico negli ultimi 15 anni, con punte di 6mila spettatori, ma non basta perché è scomodo e non si coniuga con un piano di sviluppo legato alla crescita della città. Da tempo sono in contatto col sindaco Brugnaro, abbiamo idee comuni, lui è stato importante per il mio approdo a Venezia. Il progetto prevede uno stadio da 20mila, un’arena da 10mila, collegati ad un centro commerciale, con alberghi e un museo sul Venezia calcio. Non c’è fretta, sto cercando partner, anche a Dubai». Secondo i rumors, il progetto riguarda l’area del Quadrante di Tessera, vicino all’aeroporto, con una tempistica stimata di 4 anni. E’ così? «Non vorrei parlarne troppo, quando matureranno i tempi lo vedrete, di sicuro sono qui per lavorare seriamente. Il progetto è nelle mani di Accademia SGR (una società di raccolta fondi, ndr) che sta mettendo insieme molti operatori tecnici e finanziari. Tra questi c’è AI Group che ha lavorato per lo sviluppo dello Juventus Stadium e l’archistar Matt Rossetti che negli Usa è famoso per avere realizzato diversi impianti sportivi, da ultimo la Red Bull Arena di New York». Qual è il suo sogno adesso? «I have no dreams, I have goals. Non ho sogni ma obiettivi. Quello calcistico è di arrivare in Serie A in due anni. Vuol dire centrare altrettante promozioni. E’ un traguardo difficile come difficili sono state le promozioni con Bologna e Venezia. Ma sono convinto che ce la faremo. Il prossimo step è vincere la Lega Pro. Per riuscirci vogliamo puntare sulla continuità confermando il nucleo forte della promozione a cominciare dall’allenatore Giancarlo Favarin. Il suo arrivo, dopo l’esonero di Favaretto, ha dato più forza e aggressività alla squadra. Sapevate che Antonio Conte è un suo estimatore? Perinetti ha chiamato il c.t. per avere referenze. E Conte ha garantito per Favarin». I rinforzi e il budget: sono già stati studiati? «Punteremo ad acquisti di qualità, direi più di tre. Quest’anno abbiamo speso circa 3,5 milioni per la gestione che in Lega Pro saliranno a 6,5. Vogliamo fare una squadra competitiva anche per il futuro. E stiamo progettando un centro per le giovanili che sorgerà vicino al Taliercio, a Mestre, con campi nuovi e un convitto per i ragazzi che vengono da fuori. Perinetti sta cercando giovani promesse anche all’estero». Si è parlato di lei per il Palermo. Qual è la verità? «Zamparini è un amico e mi ha chiesto di fare da mediatore negli Usa. Conosco un paio di investitori nel ramo immobiliare con origini siciliane che sono interessati. Attendo sviluppi ma non intendo entrare nel Palermo. Il mio calcio è a Venezia». E’ spuntato il suo nome per rilanciare la Virtus Bologna basket, caduta in A2. Ci sta lavorando? «Mi ha chiamato Pietro Basciano, presidente della Fondazione Virtus. Sono legato a Bologna e voglio aiutarli. Ho un paio di contatti a New York bene avviati ma prima bisogna vedere i conti del club. La retrocessione non è un dramma, anzi può essere la situazione più facile per trovare un compratore». Da ultimo: ha un’idea da importare nel calcio italiano? «Ho stretto una partnership con l’Associazione alberghiera di Venezia che raccoglie 400 hotel per invitare i loro ospiti allo stadio. Sto pensando a un programma che potrei chiamare soccer tourism. Venezia richiama 30 milioni di turisti all’anno. Qui c’è un potenziale che non vedo in nessuna altra parte del mondo»”.