Dolomiti Bellunesi, il mondo di Ilenia Bistrot in campo e non

15.12.2022 23:58 di  Maria Lopez   vedi letture
Dolomiti Bellunesi, il mondo di Ilenia Bistrot in campo e non

Ultima fatica dell’anno solare per le ragazze della Dolomiti Bellunesi. Domenica, infatti, andrà in scena la quarta giornata del girone eliminatorio di Coppa Italia. E il gruppo di mister Pellicanò, dopo la goleada rifilata al Carbonera (9-1 in trasferta), affronterà il Treviso Women: l’appuntamento è per domenica 18, allo stadio comunale di Sedico. Attenzione all’orario, del tutto inedito: il fischio d’inizio verrà dato alle 13.

Parentesi - Per l’atto conclusivo del 2022, le dolomitiche faranno affidamento ancora una volta sull’impegno, l’abnegazione e lo spirito di sacrificio di Ilenia Bristot: atleta, sì. Ma anche e soprattutto mamma e lavoratrice. «Ho iniziato a giocare a 5 anni, nei Pulcini - racconta la centrocampista, classe 1985 - e negli Esordienti del Sedico. Poi la società si è sciolta e ho vissuto la categoria Esordienti con il Fiori Barp. Almeno fino a quando mi è stato permesso». A quel punto, ecco il passaggio alla sfera femminile: «Prima con il Salce, per pochi mesi, quindi al Keralpen. Dopo essermi fermata un anno per la maternità, sono poi approdata a Vittorio Veneto». Non è mancata una parentesi nel calcio a cinque, in terra trevigiana, al Sanvemille: «E nel 2020, altro stop per la maternità. Ora, invece, eccomi qui».

Salvezza - Ilenia è una colonna dentro e fuori dal campo: «Per me il calcio rappresenta una passione, ma anche la distrazione da una vita frenetica. Specialmente per una mamma, che deve conciliare figli, lavoro e tutto ciò che ruota attorno alla quotidianità. A volte il pallone è una salvezza. Le mie caratteristiche? Cerco solo di dare il meglio delle mie possibilità».

Strada lunga - Bristot valuta con favore il passaggio alla SSD Dolomiti Bellunesi: «Si poteva, anzi, si doveva perfezionare prima. Tuttavia, non basta il nome per essere parte di una società: in generale, non ci dovrebbe essere differenza tra giovanili, prima squadra o femminile. Rispetto alla percezione del calcio femminile, temo che la strada sia ancora piuttosto lunga prima che qualcosa cambi veramente».