Partita sospesa per insulti e inviti alla violenza. Si rigiocherà davanti allo psicologo

20.04.2018 08:30 di  Massimo Poerio   vedi letture
Fonte: la stampa
Partita sospesa per insulti e inviti alla violenza. Si rigiocherà davanti allo psicologo
© foto di NotiziarioCalcio.com

Di nuovo tutti in campo. Come era logico e prevedibile perché in fin dei conti di bambini di dodici anni si tratta. E ai bambini interessa soltanto giocare a pallone. Venaus-Lascaris, il match della categoria «Esordienti 2006» iniziato ma mai concluso una decina di giorni fa per la scelta della società di casa di ritirare la propria squadra in seguito alle intemperanze verbali di un genitore si rigiocherà giovedì 26 aprile alle 19.

Lo ha deciso il Settore Giovanile e Scolastico: nessuna ammenda, nessuna penalizzazione per il Venaus che aveva deciso di non terminare il match perché stufo delle urla del papà a cui aveva anche indirizzato la sera stessa una lettera aperta sulla sua pagina Facebook. Il Coordinatore regionale, Luciano Loparco, ha anche stabilito che prima del match ci sarà un momento formativo condotto dallo psicologo Mario Silvetti. A cui parteciperanno i genitori delle società e i dirigenti tesserati. Al termine della gara, poi, un terzo tempo tra tutti i presenti. Insomma, un modo per ricominciare tutti insieme. «La formazione – dice Loparco - e i ripetuti incontri con le persone che frequentano il calcio sono fondamentali per creare rinnovamento nella cultura anche della Scuola Calcio, dove il principio fondamentale resta quello di far divertire».

Ovviamente d’accordo il patron del Venaus Francesco Bailo. «Abbiamo già parlato con i nostri genitori, a noi preme l’educazione dei bambini: mettiamo la parola fine a questa storia. Rigiochiamo in amicizia, accoglieremo con grande simpatia ragazzi, dirigenti, papà e mamme del Lascaris». «Tornare in campo è importante per i bambini – gli fa eco il presidente bianconero Vincenzo Gaeta – perché a loro importa giocare. Noi saremo tutti presenti, mi allineo completamente con la decisione della Federazione».

Venaus-Lascaris atto secondo dunque. I campo i bambini per divertirsi, tutti insieme invece genitori e dirigenti per confrontarsi guidati dallo psicologo della Federazione. «Ci sarà un momento comune iniziale con il coordinatore del Settore Giovanile in cui saranno presenti anche i ragazzi. Poi i bambini andranno a giocare ed io parlerò a papà, mamme ed operatori sportivi. Non intendo tornare sul fatto specifico, né illustrerò quello che è accaduto dieci giorni fa. Sarebbe sbagliato cercare e trovare un capro espiatorio o tentare di dare motivazioni a dinamiche di un singolo evento.

Insisterò invece su un altro aspetto, quello di un patto educativo che deve coinvolgere tutti coloro che contribuiscono alla crescita di un bambino, anche nello sport». Il senso è che i genitori devono dunque far parte di un lavoro comune: «I papà e le mamme è necessario che siano coinvolti e resi partecipi del progetto societario, hanno diritto di essere informati e noi che facciamo sport dobbiamo prenderci cura di non escluderli. Si educa insieme. Ed è arrivato il momento di mettere il bambino al centro della nostra riflessione: preoccupiamoci delle sue esigenze ma non a compartimenti stagni. Soltanto così può iniziare la collaborazione tra genitori ed operatori sportivi delle società giovanili».