"Certa gente spezza la gioia del Calcio". Il racconto che sta facendo il giro del web

23.10.2018 08:00 di  Davide Guardabascio   vedi letture
"Certa gente spezza la gioia del Calcio". Il racconto che sta facendo il giro del web
© foto di NotiziarioCalcio.com

È un fiume in piena Umberto Varriale. Il giocatore che in estate aveva accettato con entusiasmo di sposare il progetto Cervinara (clicca qui), ora si ritrova a vivere un disagio che potremmo definire quasi un incubo.

In esclusiva alla redazione di NotiziarioCalcio.com, è lo stesso esterno d'attacco ha tracciare la parabola della sua avventura avellinese. Varriale con dovizia di particolari spiega cosa è accaduto e nelle pieghe del suo racconto c'é tanto del nostro calcio che non va: "In estate ho trovato un accordo, a luglio, con il presidente Donato Trotta ed il suo sociuo Angelo D'Amelio. Accordo che io stesso ho sottoscritto e sul quale c'era l'assenso anche degli altri soci. Ero davvero contento di iniziare questa nuova avventura. Nell'accordo abbiamo stabilito che il compenso del mio contratto sarebbe stato pagato con un congruo anticipo ed il restante in sei rate a partire da ottobre".

Varriale prosegue: "Così ho cominciato la preparazione il primo agosto insieme alla squadra. A settembre è cominciato il campionato. Alla prima sono partito dalla panchina ma nonostante ciò ho realizzato il mio primo gol subentrando. La seconda non l'abbiamo giocata perchè la gara con l'Agropoli fu rinviata. La terza di campionato riparto dalla panchina ma entro poi a fine primo tempo. Spezzo la gara, ho due buone occasioni da gol e sono contento perchè è evidente che la mia condizione sta raggiungendo il livello ottimale. Nella quarta partita parto titolare ma dopo dieci minuti mi infortuno: una piccola elongazione al l’adduttore. Stop di dieci giorni. Faccio l'ecografia e comincio le terapie. Sottolineo che le terapie le pagio io perchè la società solo due volte a settimana ci metteva a disposizione le terapie. Gli altri giorni ero costretto a curarmi a mie spese. Lo scorso 18 ottobre la sorpresa: la società paga la squadra. Dopo tre mesi di lavoro viene saldata la metà della metà di quanto dovuto. Io non ricevo un soldo. Chiedo spiegazioni e mi viene detto che ero stato infortunato e la società ha ritenuto di non pagarmi. Dovevo mettermi in discussione perchè loro si aspettavano tanto da me. Mi dicono di giocare e che poi avrebbero valutato. Era lapalissiano che non volevano pagarmi. A quel punto ho preso le mie cose e sono andato via perchè era chiaro che i patti sottoscritti non valevano più per loro. Eppure è assurdo che un club non metta in preventivo che degli infortuni possono capitare, e poi avevo saltato solo due gare facendomi male giocando con il Cervinara non a casa mia. Il lunedì ho successivo ho deciso di andare in sede ad Avellino per chiarire. Nuova doccia fredda: si inventano che sono i tifosi a non volermi più per presunti miei atteggiamenti. Cosa che mi è stata smentita da più di un tifoso: pare che le cose stiano esattamente all'opposto. I tifosi si stanno spazientendo con la società e la loro politica perchè da quando sono arrivati i soci di Avellino non fanno altro che business come dimostra il costo dei tagliandi lievitato fino a dieci euro. Come se non bastasse, dopo qualche giorno vengo ricontattato e minacciato telefonicamente: o restituisco i soldi dell'anticipo oppure minacciano di farmi stare fermo un anno".

Il racconto di Varriale si chiude con un amara riflessione: "Voglio dire a queste persone che fanno calcio senza soldi che stanno rovinando il calcio. Mettono in difficoltà chi come me vive di questo sport, mantenendo la propria famiglia come me che ho tre figli. Non è però solo questo. Voi state spezzando la gioia di giocare di ognuno di noi. A me avete tolto il sorriso. Il calcio regala gioia ma nessuno potrà essere più felice fino a quando certe persone circoleranno nel mondo del calcio".