Folgore Rubiera San Fao, Tagliavini: "Almeno per un mese, calcio in secondo piano"

Eccellenza Emilia Romagna
Folgore Rubiera San Fao, Tagliavini: "Almeno per un mese, calcio in secondo piano"

Come previsto, continua lo stop dei campionati a causa dell'allarme Coronavirus. Di sicuro, niente partite fino al prossimo 3 aprile: inoltre, considerando che di lì a poco arriverà anche il periodo pasquale, tutto lascia pensare che lo stop sarà anche più lungo anche se l'allarme sanitario dovesse sensibilmente arretrare. 

"La situazione sanitaria del Paese è grave, e tutti lo sappiamo - sottolinea Fabrizio Tagliavini, direttore sportivo della Folgore Rubiera San Fao di Eccellenza - Purtroppo la salute è a rischio per molte persone, e giustamente le autorità competenti richiedono a tutti i cittadini di adottare i comportamenti adeguati che tutti conosciamo.
A livello economico la situazione si sta indubbiamente aggravando: anche se i segnali in tal senso sono ancora modesti, soprattutto nella nostra zona, tra un po' non mancheranno persone che purtroppo faranno fatica ad arrivare a fine mese. Non va infatti dimenticato che, al giorno d'oggi, sono tantissimi i precari o comunque i lavoratori con prospettive incerte: inoltre a breve anche commercianti e artigiani potrebbero avere difficoltà, e alcune industrie dovranno sospendere la produzione con tutto ciò che ne consegue.
Tutto ciò non sarà breve, e lo abbiamo capito - sottolinea Tagliavini - La Cina, che ora viene indicata come modello di bravura, ha impiegato tre mesi per vedere la luce in fondo al tunnel e non è ancora uscita del tutto dall'allarme Coronavirus. Per quanto riguarda noi, nell'ipotesi più ottimistica dovremo aspettare fine aprile per tornare a una situazione normale o quasi".

In queste condizioni, come deve comportarsi il calcio?
"Credo che almeno per un mese, dunque fino alla metà di aprile, il problema calcia vada senza dubbio posto in secondo piano. In particolare, nessuno deve pensare ad allenamenti o ad altro. Anche i professionisti dovrebbero fare un bagno di umiltà, calandosi nell'oggettiva realtà delle cose: se una società decide di fare un allenamento, si rischia di farlo diventare un "richiamo" per tanti che sono a casa a non fare nulla e che purtroppo non hanno capito la gravità del momento. Non si deve affatto transigere dai comportamenti richiesti dalle autorità".

Tuttavia, tornando all'ambito dei dilettanti, il dibattito è aperto: tutti si chiedono come fare a portare a termine i vari camponati, tra cui ovviamente l'Eccellenza...
"Ci si può dilettare a elaborare soluzioni in merito: anzi è bene farlo perchè non si può pensare sempre e solo alle cose brutte, e in fin dei conti il calcio è bello anche per questo.
Tanti sono i discorsi, con molti se e parecchi ma. C'è chi dice che sia necessario ripartire a ogni costo, giocando una montagna di turni infrasettimanali con tutti i problemi che ne conseguono: problemi ancora più accentuati dall'allarme sanitario che stiamo vivendo. C'è chi dice che la stagione vada annullata, e in tal caso a settembre ognuno ripartirebbe dall'attuale categoria: è lo scenario che noi stessi abbiamo proposto pochi giorni fa, raccogliendo l'idea dell'Arcetana. Inoltre non mancano le voci che vorrebbero fermare il campionato definitivamente, tenendo però per buona la classifica attuale: questi, se mi si consente una battuta, sono soprattutto gli juventini...
Ritengo che di fronte all'attuale emergenza tutto questo non debba essere prioritario, nemmeno se un'eventuale decisione da parte del Comitato Regionale dovesse portare alla retrocessione della Folgore Rubiera San Fao. Penso comunque che sia più saggio riparlarne tra un po', tra circa un mese, quando la situazione generale sarà più chiara".

Intanto, a tuo parere come si sta comportando il mondo del calcio? 
"Meno bene rispetto a quanto mi aspettassi. Speravo che gli organismi del ricco calcio professionistico e del più modesto calcio dilettantistico organizzassero una raccolta fondi a favore della sanità, soprattutto per aiutare la terapia intensiva.
Allo stesso modo si potevano allestire azioni di volontariato, per dare una mano alla Croce Rossa o per rinforzare l'assistenza domiciliare nei confronti degli anziani: peraltro, nel mondo del calcio ci sono tanti baldi giovani a cui farebbe molto bene imparare ad aiutare gli altri. Purtroppo, invece, nessuno ha fatto qualcosa: nè in ambito provinciale o regionale, nè a livello nazionale. Nessuna iniziativa in tal senso nemmeno dai giornali sportivi, o dalle trasmissioni tv che si occupano di calcio: di questo sono molto dispiaciuto, perchè fin qui l'intero movimento ha perso l'ennesima occasione per dimostrare di essere cresciuto.
Il mondo del calcio vive un'altra realtà... purtroppo! In ogni caso in bocca al lupo a tutti e... andrà tutto bene!"