Santa Croce, l'ex Di Giacomo: «Dilettanti scesi di livello... organi federali responsabili»

Eccellenza Sicilia
05.04.2020 10:00 di Nicolas Lopez   vedi letture
Santa Croce, l'ex Di Giacomo: «Dilettanti scesi di livello... organi federali responsabili»
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Interessante intervista, realizzata da Fabio Fichera, all'ex Santa Croce, condottiero di tanti eventi sportivi storici dei biancoazzurri culminati con la prima storica promozione nel campionato di Eccellenza nel 2010 a Belpasso, il tecnico Andrea Di Giacomo.

Cosa la spinse nella stagione 2007-2008 a vestire i colori biancoazzurri?
“Ricordo che dopo aver vinto il campionato di Eccellenza con il Comiso avevo voglia di rigiocare in serie D dopo tanti anni, infatti sono rimasto a giocare per i primi 2 poi il Mr Pippetto Romano mi propose di fare il suo secondo e accettai con molto piacere, in quel anno il mio modo di vedere lo spogliatoio cambiò e incominciai a vedere le cose da un un’altro punto di vista …più riflessivo e responsabile… purtroppo però il Comiso Calcio l’anno successivo decise di trasferire il titolo a Vittoria e per me, che avevo un’altra attività lavorativa, veniva difficile organizzare il tutto. Da qui la decisione di lasciare la serie D e aspettare qualcosa di meno impegnativo. A spingermi a iniziare il rapporto col Santa Croce furono 3 persone molto care a me sia nella vita che nello sport vale a dire il direttore Sportivo Gianni Battaglia, l’ ex presidente Marco Ricca e il mitico presidente nonché amico Marco Agnello di cui nutro sempre rispetto e ammirazione per tutto quello che ha fatto nella mia gestione di allenatore, intravedendo prima di qualsiasi altra persona delle responsabilità e qualità, affidandomi la squadra con piena fiducia. Per quanto riguarda la mia esperienza al Santa Croce non posso che ricordare bei momenti vissuti con persone che appartenevano ad un solo progetto: creare in una piccola realtà in modo di fare calcio con professionalità (anche se sapevamo che c’era molto da cambiare) creando così rapporto e sinergia fra tutti noi.

Qual è il ricordo più bello che conserva nel lungo periodo di militanza a Santa Croce?
“Beh’, c’è ne sono tanti fra tutti questi ne metto 2 in risalto. Direi la promozione in Eccellenza del 2010 che per il Santa Croce è stato qualcosa di memorabile e poi non vorrei mai dimenticare il primo periodo che va da dicembre fino alla conclusione della stagione quando abbiamo perso la finale Play off a Licata, a mio parere più che meritata in campo però purtroppo persa ai tempi supplementari. Da lì in poi una piccola realtà calcistica come Santa Croce veniva vista sotto un’altro occhio dagli addetti ai lavori”.

Cosa pensa del presente del Santa Croce e del calcio in generale? Cosa è cambiato rispetto ai tuoi ultimi anni sul campo?
”Penso che Santa Croce sia una delle poche realtà in Eccellenza che agisce con responsabilità e si organizza a livello societario non tralasciando niente al caso, riconoscendo i propri limiti a livello finanziario per non imbattersi in brutte figure, grande merito! Invece per quanto riguarda il calcio in generale, vedendo qualche partita, ho notato che queste categorie sono scese molto di livello quindi credo che, gli organi federali che chi di competenza, abbiano qualche responsabilità, limitando questo Piccolo Calcio che è un mondo utile a tanti giovani di oggi e domani di potersi mettere in mostra o almeno essere coinvolti in realtà sane sia per lo sport ma anche per la vita in generale, perché lo sport è Vita”.