Sora, Belardi: "Siamo la Juventus del campionato. Dobbiamo vincere e tornare in D"

Eccellenza Lazio
19.10.2018 08:30 di Maria Lopez   vedi letture
Sora, Belardi: "Siamo la Juventus del campionato. Dobbiamo vincere e tornare in D"

Lunga intervista a Sport in Oro di Davide Belardi, co-presidente del Sora che punta a tornare nell'olimpo del calcio dilettantistico. Il numero uno si lascia andare senza censure emotive: "La nostra sembra quasi una piccola favola, non ci aspettavamo una situazione del genere. Voglio raccontarvi un aneddoto: per motivi di scaramanzia, io prendo posto sempre sullo stesso seggiolino quando giochiamo in casa e domenica al mio arrivo ho trovato l’intera fila occupata tranne il mio. Accanto a me erano seduti due signori di una certa età che mi hanno confessato di essere tornati allo stadio dopo tanti anni. “Avete fatto un miracolo”, mi hanno detto ringraziandomi. Sono queste le gioie più belle, i momenti che ti ripagano di tutto. Anche se ho un rammarico mi è rimasto. Dopo la partita mi è stato riferito che non lontano da me era seduto anche mister Claudio Di Pucchio, ma io non l’ho riconosciuto. Mi hanno detto che non assisteva ad una partita del Sora da ben dodici anni. Spero di aver presto l’occasione di fare la sua conoscenza. Tifosi? Tra noi e la nostra gente si sta creando un’empatia che ha del magico. Come sapete, io non sono sorano di nascita, ma per motivi familiari in parte è come se lo fossi. In passato ho avuto esperienze importanti nel calcio a 5 e poi in quello ad undici nella zona dei Castelli Romani. Venire qui è stata una scelta di cuore. Vede, questa è sempre stata una piazza storica. C’è stato un periodo in cui era la terza potenza calcistica della nostra regione dopo Roma e Lazio e poi ha subito dei momenti difficili. Noi vogliamo riportarla dove merita e dove è giusto che sia, seguendo la nostra strada. Pensavamo e speravamo di arrivare al cuore della gente, ma non di riuscirci così presto. I tifosi hanno compreso che alla base di tutto c’è un progetto serio, pulito e per questo la loro presenza si fa sempre più nutrita, domenica dopo domenica. Noi in Serie D? Quando mi dicono che siamo una matricola in questo campionato e dunque dovremmo pensare prima a consolidarci, a me viene da sorridere. Lo trovo assurdo. Noi siamo il Sora. In piccolo possiamo dire che, per storia e titoli, siamo la Juventus di questo girone. Ad alcuni calciatori che vengono qui al Tomei tremano le gambe solo ad entrare nella sala dei trofei di questa società e noi dobbiamo far leva anche su questo. Abbiamo il dovere di convogliare tutta la forza che deriva dalla storia del Sora verso un obiettivo preciso. Con il mister e la squadra ci siamo guardati in faccia: col massimo rispetto nei confronti di tutti e passo dopo passo, noi dobbiamo puntare a vincere questo campionato. Domenica andrete a Cave, un altro bel banco di prova. Andremo ad interfacciarci con una grande società che in questa stagione festeggerà i primi cento anni della sua storia e che, come noi, ambisce a far bene. Come noi hanno un grande seguito di tifosi, come noi sono imbattuti in campionato. Nei confronti della Cavese nutriamo il massimo rispetto. Mi auguro e sono convinto che sarà una bellissima partita, vietata ai deboli di cuore, e che venga giocata in un clima di sportività e reciproca correttezza. Non dobbiamo mai dimenticare che si tratta pur sempre di un gioco, dello stesso gioco che ci ha fatto innamorare da bambini. Il calcio ed i suoi interpreti dovrebbero ritrovare quella purezza che noi tutti provavamo nei suoi riguardi quando lo vivevamo per strada, ai tempi in cui qualsiasi oggetto sferico ci finisse tra i piedi diventava inesorabilmente il nostro pallone".