Choc in Serie D, le assurde parole del diesse: «Quando sei un terrone...»

24.09.2022 10:00 di Marco Pompeo Twitter:    vedi letture
Choc in Serie D, le assurde parole del diesse: «Quando sei un terrone...»

Il calcio è un gioco che coinvolge le persone di tutte le razze e culture. È un gioco che può essere giocato da chiunque, ovunque. Ed è questo a renderlo il più amato e praticato al mondo.

Purtroppo, il pallone non è immune al razzismo. Un problema che esiste da molto tempo e proprio per questo non è facile da risolvere. Ma ci sono alcune cose che possiamo fare per combattere il razzismo nel calcio. Possiamo insegnare ai giovani giocatori che il calcio è per tutti. Possiamo insegnare loro che non importa la razza o la cultura, non importa se si è ricchi o poveri: tutti possono giocare a calcio.

La discriminazione è un problema che riguarda molte persone nella nostra società ed ha una recrudescenza evidente soprattutto negli ultimi anni in cui la politica, non solo nel nostro Paese, ha spesso sventolato lo spauracchio del "diverso". Si perché identificare nell'altro, nel diverso, il "principale problema" è un trucco vecchio quanto la politica stessa: il diverso è il capro espiatorio perfetto che serve ad una certa politica, o agli stessi governanti, a distrarre i cittadini dai loro problemi reali come la stessa mancanza di una classe dirigente adeguata.

La discriminazione può manifestarsi in molti modi diversi, da forme sottili di pregiudizio ad atti più palesi di ostilità o violenza. E lo sport è un ambito in cui essa può manifestarsi sia sulla razza, sul genere, sulla sessualità o su altri fattori. Quel che spesso si tende a dimenticare è che tutto questo può creare un senso di esclusione e isolamento per coloro che la subiscono.

Ci scusiamo. Questa non vuole essere una ramanzina o peggio ancora una sequela di ovvietà perbeniste e moraliste. Questa è invece premessa doverosa per raccontarvi qualcosa che purtroppo avremmo preferito non raccontare. Perché tutto ciò che è legato al calcio dilettantistico ed è negativo ci fa male nel più profondo.

Non si può però chiudere gli occhi di fronte a ciò che accade e che ci circonda ogni giorno. Nostro dovere quindi mettere a conoscenza i lettori, e gli sportivi tutti, del pensiero scioccante di un direttore sportivo di un club di Serie D che nei propri stati whatsapp ha manifestato sicuramente un malessere.

In un primo messaggio di cui siamo entrati in possesso si legge: "Quando sei un terrone l'unica cosa che puoi fare è sbagliare i congiuntivi e cercare di inculcare il prossimo... non c'è un cazzo da fare!!! È più forte di voi siete diversi !!!!!! Il problema non siete voi.. sono io che non ho ancora capito che siete diversi !! Però siete buffi... Mi fare un po' tenerezza quindi forse prima o poi proverò ancora a lavorare con voi!!!".

Sembra evidente che queste parole, che non commenteremo, siano frutto di una reazione. Una reazione in nessun modo giustificabile. Reazione a cui purtroppo ha fatto seguito un video, condiviso sempre via whatsapp, il cui reale significato forse è stato travisato dallo stesso direttore che l'ha postato. Ha infatti condiviso "Ciao terroni" di Andrea Pennacchi, attore, drammaturgo e regista. Un video che va nella direzione opposta a quella che una lettura superficiale potrebbe far pensare.

Sia chiaro. Non ci interessa fare sensazionalismo. Né gettare la croce su nessuno e per tale ragione non riveleremo il nome del direttore sportivo che si è macchiato di un tale pensiero denigratorio e discriminatorio. Nonostante in squadra peraltro abbia diversi calciatori che arrivano proprio dal sud.

Speriamo che il direttore possa riflettere sulle proprie parole, che possono essere state scritte in un momento di rabbia ma che rappresentano comunque uno specchio di qualcosa di ben più profondo e radicato. Che esistano ancora persone che nutrano certi pensieri è francamente avvilente.

Così come avvilisce l'idea che nel calcio in generale, ed in quello dilettantistico in particolare, ci sia ancora il germe dell'autodistruzione dell'umanità.

I dilettanti hanno (avevano?) valori che li rendono unici. La passione per il gioco e il desiderio di migliorare costituiscono la base di ogni successo. L'approccio semplice e diretto al calcio è ciò che rende questo sport così affascinante.

Le squadre di calcio dilettantistiche sono spesso il luogo in cui si formano i giocatori più puri, quelli che giocano per amore del gioco stesso e non per soldi o fama. In un mondo in cui i valori del calcio sono spesso distorti, le squadre dilettantistiche sono, o dovrebbero essere, una vera e propria oasi.

Il calcio dovrebbe rappresentare l'unione delle diverse culture, invece di separarle. È importante che le diverse comunità lavorino insieme per combattere questo problema e tornare a far sì che il calcio sia realmente uno sport per tutti e di tutti.