Delogu: «Nei dilettanti tanti azzeccagarbugli. Serie A doveva fare come B e C»

06.01.2022 17:00 di Francesco Vigliotti   vedi letture
Delogu: «Nei dilettanti tanti azzeccagarbugli. Serie A doveva fare come B e C»

Torniamo a chiacchierare con piacere con il tecnico sassarese Pietro Delogu per fare il punto sulla situazione che sta vivendo in questo particolare momento il nostro calcio.

Il tanto temuto nuovo stop al calcio dilettantistico è arrivato. Lei stesso lo aveva preventivato prima di Natale. Che prospettive vede?
«Le prospettive mi sembrano differenti, rispetto alla stagione scorsa. A mio parere, se i comitati regionali, e quello della LND, prolungassero lo stop almeno fino a metà febbraio sarebbe meglio. Si potrebbe riprendere per quella data, con più sicurezza ed un margine di rischio di ricaduta minore. Nel frattempo si potrebbero effettuare le gare di recupero, e si avrebbe il tempo per resettare la positività attuale degli atleti e riprendere gli allenamenti in sicurezza. Sono più ottimista, rispetto al passato credo il peggio sia alle spalle, se ci fermassimo subito 30/40 giorni, alla ripresa mancherebbe poco all'arrivo della stagione con un clima più mite, ed affronteremo con almeno il 90% degli addetti ai lavori vaccinati. Tutte situazioni che potrebbero aiutare la ripresa dell'attività a pieno ritmo».

La nuova variante covid sta creando disagio ad una velocità impensabile, anche nel calcio ai massimi livelli.
«È vero, accade nei campionati di tutta Europa, ed anche nella nostra serie A e serie B, nonostante vi siano controlli ancora più particolareggiati, rispetto ai dilettanti, si sta andando in difficoltà. Credo anche la nostra serie A, potrebbe essere costretta a fermarsi. Probabilmente avrebbe fatto bene se avesse seguito l'esempio della serie B e della serie C, che hanno prolungato la sosta natalizia. Non credo che nel mese di gennaio ci saranno le condizioni per poter fare calcio in sicurezza, ed anche la serie A si fermerà, almeno per tre settimane».

Il movimento calcistico italiano è un'azienda importante, lei dice che il peggio è passato...
«Ma quale prezzo abbiamo dovuto pagare in queste tre stagioni, e con che stato di salute ne usciamo? Difficile rispondere a questa domanda, senza premettere che la pandemia ha colpito il movimento quando già era gravato da debiti ed imbrogli, creati da addetti ai lavori azzeccagarbugli. Certo, in queste stagioni lo stato di pandemia non ha migliorato le condizioni, né la qualità del calcio giocato, e lo stato di salute economica delle società è pessimo. Poche le società che si possono prendere ad esempio, fossero esse appartenenti al campionato di serie A o ai campionati amatori.
Credo che i veri problemi verranno a galla quando questa pandemia finirà, ora con la scusa pandemica, le società hanno ancora troppe concessioni ed alibi, che probabilmente si azzereranno appena la situazione si normalizzerà, solo allora capiremo l'alto prezzo che il movimento, soprattutto dilettantistico, ha pagato a livello di formazione e crescita degli atleti».