L'agente Fifa Schiraldi a NC: "Senza liberatorie, come ripartirà la serie D?"

L'agente Fifa Schiraldi a NC: "Senza liberatorie, come ripartirà la serie D?"

Tra i tanti addetti ai lavori molto interessati al futuro del calcio ci sono sicuramente gli agenti fifa. Ed oggi abbiamo deciso di intervistare Giuseppe Schiraldi, per avere un suo punto di vista sulla situazione che stiamo vivendo: "Già un mese fa vedevo la situazione molto preoccupante. La partita Atalanta-Valencia ha scatenato tanti problemi, lo stesso prefetto di Milano avrebbe dovuto fermare: sono state sottovalutate troppo. I campionati non riprenderanno più, è impensabile pensarlo. I play-off in Sardegna? Ipotesi romantica, ma oggi c'è davvero poco interesse per chi vince e chi perde, ci sono tanti morti. Le regioni che hanno più squadre, sono quelle più colpite dal virus, ed in quelle zone non si entrerà ed uscirà per parecchio tempo".

Sulle classifiche: "L'ipotesi che si sta avanzando in questi giorni è la seguente: la A senza retrocessioni, le prime due di B salgono con una seria A e 22 squadre. In serie C le prime di ogni girone salirebbero in B, ma è ancora tutto da decidere".

"Per i calciatori dilettanti che non hanno tutela, è davvero un bel problema", continua Schiraldi. "Per il panorama della serie D, credo che i calciatori non rientrino nel bonus dei 600 euro: i collaboratori sono i direttori, preparatori atletici, i segretari. I calciatori non possono essere considerati collaboratori. La serie D non so come possa ripartire: noi sappiamo che, per iscriversi, le società devono produrre le liberatorie dei propri tesserati; ma se tutti i tesserati non percepiscono gli emolumenti, come si firmano le liberatorie? E le società come si iscriveranno? L'AIC deve trovare un accordo con le società, altrimenti non vedo soluzione. Almeno che non intervenga la cassa integrazione in deroga, ma anche lì c'è bisogno di un atto normativo: allo stato attuale, i calciatori dilettanti sono senza tutela".

Sul futuro: "Bisogna stare attenti, il virus va debellato immediatamente. Siamo uno dei paesi più vecchi d'Italia, è impensabile rischiare di poterci contagiare anche il prossimo autunno. Prima di ricominciare a vivere normalmente, urge sconfiggere definitivamente il virus".