Mario Barone a NC: "Avventura alla Flaminia chiusa, mi rimetto in gioco con entusiasmo"

07.08.2020 15:20 di  Stefano Sica   vedi letture
Mario Barone a NC: "Avventura alla Flaminia chiusa, mi rimetto in gioco con entusiasmo"

Nel suo lunghissimo curriculum ci sono due campionati di D vinti con la Neapolis di Mario Moxedano (2010) e la Sambenedettese di Franco Fedeli (2016), prima di ritornare per l'ultima volta in Campania per vestire la maglia della Nocerina. Soprattutto quella agli ordini del tecnico Ottavio Palladini fu una stagione di grazia per lui, con 10 reti in 30 presenze: la miglior media realizzativa di sempre. Esaurita l'avventura con la Flaminia, anche qui con un ottimo contributo di apparizioni (26, con tre gol griffati), per il centrocampista napoletano Mario Barone, attualmente aggregato al roster dell'AIC Equipe Campania a Mugnano, si aprono nuove prospettive. A 36 anni appena compiuti, quando si sta bene fisicamente e si hanno le motivazioni giuste, la carta d'identità non è un orpello fastidioso. "Confermo: l'esperienza con la Flaminia si è chiusa - dice ai nostri microfoni -. Abbiamo scelto di comune accordo con la società di seguire strade diverse. Siamo rimasti comunque in ottimi rapporti. A Civita Castellana sono stato poi bene, è una gran bella città". 

Un bilancio dell'ultima annata? 

"Eravamo partiti per disputare un campionato di vertice poi, un po' per gli infortuni, ci siamo ritrovati a metà classifica. Ne stavamo venendo fuori, poi c'è stata l'emergenza Covid. E' andata così ma diciamo che il bilancio, per quanto non positivo, non è neanche del tutto negativo". 

A 36 anni fin quando pensi di giocare ancora?

"La risposta me la darà sempre la voglia di esserci. Fin quando ci saranno passione e volontà, non mi mancheranno gli stimoli per andare avanti. Forse l'emergenza non è stata proprio di aiuto per quelli della mia età, ma io sono pronto a rimettermi in gioco e sono certo che questo vale per tanti classe '84, '85 se non più grandi. In questo senso, devo ringraziare Antonio Trovato che ci ha dato la possibilità di allenarci per farci trovare pronti per eventuali ritiri. Comunque l'elemento principale per proseguire è la voglia di correre ancora. E io ce l'ho".

Hai attraversato tante epoche del calcio dilettante: cosa ne pensi del suo stato di salute attuale?

"E' chiaro, intanto, che molti presidenti hanno speculato sull'emergenza. E questo da un punto di vista morale fa pensare e lascia interdetti. Come tanti lavoratori in altri ambiti, anche migliaia di calciatori si sono trovati ad affrontare all'improvviso un problema personale, senza percepire stipendi. Poi ci sono società più virtuose a cui vanno fatti certamente i complimenti. Qualcuna addirittura ha onorato tutto ciò che era stato pattuito fino a maggio. Gran merito va all'AIC che fa tante battaglie per noi e che, durante l'emergenza, ha mostrato tenacia e voglia di lottare. Non era scontato che riuscissimo ad ottenere il pagamento del rimborso di marzo. Ecco perché va ringraziata l'AIC per quello che fa e, in particolare, il referente per l'Italia Meridionale Antonio Trovato che è la persona a noi più vicina. Ovviamente c'è ancora tanto da fare e il mio auspicio è che negli anni a seguire si vada sempre a migliorare sotto questo aspetto".