Marsala, Padulano a NC: "Nessuno pensi di scaricare sui calciatori i costi di gestione"

30.03.2020 20:45 di  Stefano Sica   vedi letture
Marsala, Padulano a NC: "Nessuno pensi di scaricare sui calciatori i costi di gestione"

Estro, fantasia e un protagonismo vissuto in prima persona a Marsala, con cinque reti in 18 presenze fin quando non è stato decretato lo stop ai campionati a causa dell'emergenza Coronavirus. Uno dei figli migliori della Torre Annunziata calcistica. Fabio Padulano, esterno offensivo classe '94, parla ai microfoni di Notiziario Calcio per dire la sua sulla possibile chiusura dei tornei affrontando anche i risvolti relativi alle posizioni contrattuali dei calciatori dilettanti. "Impossibile fare previsioni ora - le sue parole -. Tornare a giocare è l'auspicio di tutti ma è chiaro che servirebbero tempo per recuperare una condizione fisica accettabile, specie se si dovessero disputare più partite alla settimana, e un contesto che garantisca la nostra salute. La strada è in salita ma più avanti capiremo meglio".

In D ci sono almeno tre mensilità a rischio per i calciatori, quelle di marzo, aprile e maggio. Come se ne esce?

"Intanto occorre fare una premessa. A Marsala è già da novembre che non percepiamo stipendi. Ragion per cui noi ci troviamo da tempo in una situazione particolare nonostante avessimo sollecitato in qualche modo al rispetto dei contratti. Al club abbiamo accordato una fiducia che non è stata ripagata sebbene da parte nostra non mancassero mai professionalità e dedizione. Sapere che nel mondo dilettantistico ci sono club che stanno sfruttando l'emergenza Covid-19 per speculare, fa davvero male. Noi calciatori abbiamo famiglie a cui badare. E a questi livelli il nostro è un vero e proprio lavoro. Come ne usciamo? Con un accordo ragionevole. Le società non possono pensare di aggirare il pagamento delle ultime mensilità anche perché, con la sospensione dei campionati, molte di loro hanno potuto risparmiare già su alcune spese fisse come gli appartamenti dei calciatori, il materiale tecnico, l'utilizzo delle strutture e tanto altro. Guai a scaricare i costi solo su di noi calciatori. L'AIC in questo senso sta seguendo la questione e saprà tutelarci in tutti i modi possibili".  

Serviranno accordi soddisfacenti per tutte le componenti e riforme nel settore per una crisi che pervaderà il calcio italiano.

"Assolutamente sì. Servono riforme che vadano nella direzione di una maggiore tutela dei calciatori, magari dando loro la possibilità di svincolarsi dopo qualche mese in cui non vengono pagati gli stipendi. Ma è solo un esempio. Qualcosa comunque va cambiato per una categoria come la nostra che rischia di uscire da questa crisi parecchio indebolita. Ci sono tanti presidenti che rispettano le regole, che sanno misurare la portata umana e tecnica dei calciatori a loro disposizione, che conoscono il significato della parola lavoro, che, se esigono, sanno anche rispettare i patti. Ma tanti altri non hanno alcun valore morale, alcuna sensibilità personale. Ecco, se c'è qualcosa che mi auguro per il post emergenza, è che si possa diventare tutti persone migliori, in grado di capire che la vita è troppo importante per non viverla con rispetto e affettività. Ora siamo chiamati a resistere, non è sempre facile ma è necessario farlo. Io adesso sono a casa, a Torre Annunziata, dopo essermi curato a Cesena per un piccolo infortunio. La voglia di tornare alla normalità è tanta, come la speranza di vivere un domani una socialità migliore".