Michele Ciccone a NC: "Giugliano club forte e ambizioso. Casertana deludente per ragioni ben precise"
Il momento difficile della Casertana e la galoppata vincente del Giugliano. Con lo storico dirigente napoletano Michele Ciccone, ex Ds tra le altre di Campobasso, Carrarese e Como, abbiamo analizzato il cammino delle campane di serie D, passando anche per la lotta al vertice della classifica del girone I.
Dopo un buon inizio, la Casertana ha vissuto un tracollo che in pochi si sarebbero aspettati. Quali sono le cause?
"Mancano ancora tante partite, ma finora il cammino della Casertana è stato fallimentare. Non ci sono altri termini per descrivere la sua stagione. Mi auguro intanto che Feola, che è un ottimo tecnico, una persona seria e conosce molto bene l'ambiente, possa raddrizzare la barca. Io stimo molto il presidente D'Agostino, anche se ritengo che lui dovrebbe fare un po' il mea culpa per gli errori commessi, alcuni dei quali sono fotocopia di quelli fatti in passato. Partiamo da un presupposto: Caserta è una piazza che merita ben altro che la D. Merita calciatori di un certo calibro, vincenti e di personalità. A Caserta non si possono fare squadre diverse perché i giocatori devono saper sopportare la pressione. Se devo essere sincero, già in sede di costruzione della rosa avevo molti dubbi sulla sua concreta efficacia. D'Agostino chiaramente non può avere tutte le colpe, è un uomo che sta facendo sacrifici che gli vanno riconosciuti. Ma deve chiedersi a chi è stato affidato il mercato. La Casertana è partita in ritardo, ma lo ha fatto anche il Novara che però ha scelto un Ds come Giuseppe Di Bari. Lì è stato assemblato un gruppo migliore e i risultati si vedono con un campionato dominato. A Novara ci sono almeno sei giocatori di categoria superiore. A Caserta è l'approccio tecnico che è stato sbagliato. Ovviamente non mi riferisco a Maiuri che è un buon allenatore, anzi mi chiedo perché a pagare sia stato solo lui e non altri. Alla fine c'è stata la rottura anche con Pasquariello, che non meritava questo allontanamento. E' un casertano doc e una persona perbene. Ha un passato professionale che è sotto gli occhi di tutti, ha vinto ed è amato da tutti. Perché trattare così uno che ha fatto la storia a Caserta?".
E' corsa a due per la promozione in C?
"Ritengo di sì. Bitonto e Cerignola sono due grosse squadre, costruite per vincere. Ci sono tutte le sensazioni che la volata finale sarà tra di loro".
Il Nola con la nuova proprietà sembra aver rilanciato le proprie ambizioni dopo anni difficili.
"Sembra che effettivamente sia così. Peraltro il club ha scelto per l'area tecnica una persona competente come Pietro Scamarcia, che è stato un mio calciatore. All'epoca l'ho trattato davvero come un figlio perché lo meritava. Lui ha fatto una gavetta vera, i calciatori li conosce perché gira i campi e non si ferma mai. Con lui il Nola ha fatto la scelta giusta e mi auguro che la squadra possa salvarsi con qualche domenica di anticipo per poter programmare con più serenità la prossima stagione".
C'è curiosità anche per il nuovo corso della Nocerina dopo l'approdo della cordata italo-americana.
"Anche le vicissitudini che ha vissuto la Nocerina non possono non far male a chi ama il blasone e la storia di questa società. Nocera ha una tifoseria passionale che merita tanto. Anche qui i destini di questo club sono stati affidati a chi non aveva la forza per portare avanti una scommessa simile. Auguriamoci che ora la Nocerina possa voltare veramente pagina. Ne sarei molto felice".
San Giorgio in ripresa, Sorrento che abbatte la capolista Bitonto e Mariglianese che è un po' la sorpresa del girone.
"Il San Giorgio ha la struttura tecnica e societaria per raggiungere il proprio obiettivo, che è una salvezza tranquilla. D'accordo anche che le scelte fatte in estate stiano premiando la programmazione della Mariglianese. Il Sorrento, con un tecnico bravo ed esperto come Renato Cioffi, è in una botte di ferro. Anche qui parliamo di una piazza storica oltre che un'oasi felice".
Nel girone I, la Gelbison passo dopo passo si avvicina all'obiettivo. Anche se in testa c'è bagarre.
"La Gelbison ha un'ottima squadra guidata da un tecnico capace. Può farcela. La Cavese però è lì e si giocherà tutte le sue carte con la possibilità di arrivare fino in fondo. Il segreto dei metelliani è Pietro Fusco, che sa il fatto suo e meriterebbe ben altre categorie. E' un uomo di calcio vero. Semmai è il presidente Santoriello che dovrebbe imparare a gestire meglio i momenti di difficoltà, senza la smania di dover fare e disfare da un giorno all'altro. Che poi abbia solidità economica è un altro discorso. Ma non dimentichiamoci di Acireale, Lamezia e Paternò. L'Acireale l'ho vista giocare ed è un'ottima squadra. La classifica è cortissima e bastano due partite sbagliate per farsi scavalcare. Sarà una lotta a cinque bella da vedere. E mi auguro che anche l'Aversa possa tirarsi fuori quanto prima dalla bassa classifica. Lì il valore aggiunto è Giovanni Sannazzaro, un altro ex mio calciatore. Conosco le sue idee e so come lavora. E' un ragazzo preparato e intelligente".
Il suo ex Giugliano si trova meritatamente in testa alla classifica e sembra inarrestabile.
"Giugliano è una città che mi è rimasta nel cuore, lì ho vissuto un'esperienza magnifica da calciatore e ho vinto un campionato dopo uno spareggio al San Paolo con Franco Villa allenatore. Quando penso al Giugliano mi affiorano tanti bei ricordi, compresi quelli legati ad una tifoseria stupenda. La società è molto solida e guidata da una persona molto seria che è il presidente Mazzamauro. Ha anche l'allenatore giusto al posto giusto: Giovanni Ferraro sta facendo un grande lavoro, è un allenatore che vive il calcio a 360 gradi e ha grandi ambizioni. Io gli auguro di cuore di arrivare dove merita perché ne ha le capacità. Tuttavia non bisogna adagiarsi perché alle spalle ci sono Torres e Nuova Florida che sono due squadre attrezzate. Io però tifo Giugliano e spero che possa coronare questo sogno del ritorno in C".
Come valuta la stagione dell'Afragolese?
"Io stimo molto il presidente Niutta, che sta facendo da anni tanti sacrifici ed è una persona estremamente generosa e passionale. Ma a malincuore devo riscontrare che c'è troppa confusione da un punto di vista gestionale. Niutta ha troppe persone intorno che vogliono dire la loro e questo non contribuisce alla chiarezza e alla linearità di una gestione societaria. Occorre che il presidente si affidi ad un uomo di calcio a cui demandare un certo tipo di programmazione, perché non può fare tutto da solo. L'Afragolese ha già una risorsa importante come mister Fabiano e sarebbe un peccato se questa squadra non riuscisse a mantenersi competitiva fino alla fine. Non dimentichiamo che anche Afragola è una piazza che ha fatto la storia del calcio campano e merita ben altre soddisfazioni".
Tra le squadre retrocesse lo scorso anno dalla C, qualcuna come il Fano vive un periodo complicato, col serio rischio di piombare in Eccellenza. Come si spiega questo andamento?
"Anche in questo caso il presidente, che a mio avviso persona molto ambiziosa, ha affidato la costruzione della squadra a qualcuno che non aveva le competenze giuste per farlo e che di calcio penso sappia poco. La classifica parla chiaro: si era partiti con obiettivi precisi e i risultati sono fallimentari. Dove sono quei profili adatti per vincere un campionato? Ho avuto modo di vedere nel girone squadre davvero forti come Recanatese, Trastevere o Fiuggi, con individualità di categoria".