La Chapecoense è rinata: la fenice è tornata a volare

29.11.2017 14:05 di Marco Pompeo Twitter:    vedi letture
La Chapecoense è rinata: la fenice è tornata a volare

La tragedia della Chapecoense esattamente un anno fa, il 29 novembre, sconvolse il mondo sportivo (clicca qui). Come l'araba fenice la Chape però è rinata dalle sue ceneri e nel 2017 ha vinto il Catarinense prima e poi ha raggiunto la salvezza nel campionato nazionale, il Brasileirão. Tutto nel ricordo di chi non c'è più.

L'ardone agonistico e vincente di quella Chape fu ridotto cenere per il disgraziato volo dell'aereo CP2933 della compagnia boliviana LaMia che precipitò nei pressi dell'Aeroporto Internacional José María Córdova di Rionegro, poco meno di 50 km dalla capitale Medellín. Lì dove la Chapecoense era attesa dalla gloria, dalla storica finale d'andata di Copa Sudamericana contro l'Atlético Nacional ottenuto dopo aver battuto il favoritissimo San Lorenzo in semifinale. Allora fu decisiva una miracolosa parata alla Garella, di piede, del portiere Danilo su Angeleri, a venti secondi dal termine della gara di ritorno. di ritorno.

In campo l'undici iniziale, l'ultimo della Chape, fu questo: Danilo; Matheus Caramelo, Neto, William Thiego, Dener; Josimar; Ananias, Gil, Cleber Santana, Tiaguinho; Kempes.

Un anno dopo - Ripartire è stato duro. Al di là del progetto economico, il dolore che ti attanaglia, ogni qual volta emerge un ricordo, è duro da superare. Nonostante ciò la Chape si è tirata su risorgendo dalle proprie ceneri come la Fenice. In questo 2017 ha messo in bacheca la vittoria del campionato statale Caterinense ed è riuscito ha centrare la salvezza anticipata di tre turni nel Brasileirão. Tutto senza l'aiuto di nessuno.

Nessun aiuto sportivo: la federazione brasiliana, ed erano tutti d'accordo, volevano dare alla Chape una sorta di immunità per tre anni contro un'eventuale retrocessione. Ma i Verdão hanno rifiutato, non sarebbe stato corretto - hanno detto - la salvezza la vogliamo conquistare sul campo.

Nessun aiuto economico: Sull'onda emotiva di quanto accaduto l'anno scorso in tanti avevano promesso aiuti, da importanti club a giocatori illustri. Delle promesse di donazioni milionarie e di ingaggi gratuiti però nessuno ha visto niente. Gli unici che hanno aiutato concretamente il club del presidente Plínio David de Nês Filho (eletto al posto di Sandro Pallaoro, deceduto nell'incidente aereo), sono state Barcellona e Roma. I blaugrana hanno versato un assegno di 250.000 euro nelle casse della Chape ed invitato il club al trofeo Gamper, mentre i giallorossi hanno giocato all'Olimpico un amichevole destinando l'incasso interamente al club e alle famiglie delle vittime.

La rinascita - Così si sono rimboccati le maniche i Verdão. La società ha dato al tecnico Vágner Mancini una rosa di 25 giocatori, ricostruita grazie a tanti prestiti gratuiti di calciatori poco utilizzati nei rispettivi club. Tra questi anche alcuni giocatori passati in Italia come  Túlio de Melo, ex Palermo, e il trentaseienne portiere Artur, ex Siena, Cesena e Roma.  Una rosa su cui nessuno avrebbe scommesso un euro. Ed invece la Chape vince il campionato statale, chiudendo al secondo posto il girone di andata ed al primo quello di ritorno e giocandosi lo scudetto nella finale con l'Avaí. E' il primo trofeo dopo la tragedia. Un trofeo bellissimo e sudatissimo.

I Verdão poi centrano il secondo grandissimo risultato conquistando con tre giorante d'anticipo la salvezza nel campionato nazionale ed assicurandosi così la permanenza nell'élite del calcio brasiliano. Ora si può davvero ricostruire, sempre nella memoria ma guardando con rinnovata fiducia al futuro.

La vostra storia non finisce qui: “Vamos Vamos Chape!”.