Il Canosa riparte e non è questa l'unca certezza

Promozione Puglia
20.06.2020 00:00 di Davide Guardabascio   vedi letture
Il Canosa riparte e non è questa l'unca certezza
© foto di NotiziarioCalcio.com

Il Canosa Calcio 1948 riparte. Questa l’unica certezza di una stagione che non dimenticheremo facilmente. Termini come pandemia, distanziamento sociale, quarantena sono entrati a far parte del nostro quotidiano.

Le nostre abitudini, il nostro modo di intendere la vita, gli affetti, le emozioni sono state stravolte da un nemico subdolo e strisciante che ha mietuto vittime e segnato forse indelebilmente il sentire comune, il nostro “stare insieme”. Tutti gli aspetti della nostra vita sono stati stravolti. Nessuno escluso. Il calcio non ha fatto eccezione, costretto a smettere gli abiti di “entità eterea” per ritornare ad essere terreno, fallace, debole, vulnerabile. Paradossalmente, il virus ha messo a nudo tutti i difetti e le debolezze di un sistema che seppur fragile nelle sue fondamenta è sempre stato sorretto dalla passione dei tifosi che hanno consentito allo stesso di sopravvive e di perpetrarsi anno dopo anno, stagione dopo stagione. Per assurdo, dalle macerie del post pandemia qualcuno aveva anche pensato e sperato che si potesse cogliere l’occasione per definire ed adottare quelle riforme da tempo invocate.

Cambiamenti capaci di dare nuovo slancio all’intero movimento calcistico. Non solo i professionisti, ma anche e soprattutto il mondo dei dilettanti. Magari con l’intento di dare risalto ai veri valori dello sport sempre più spesso posti in subordine rispetto alle ragioni del “vil denaro”. Pecunia che pochi facoltosi immettono in un sistema fragile, come quello del calcio dilettantistico, alla ricerca di risultati immediati ma che poi il tempo ha rivelato essere illusori e non duraturi perché non sorretti da basi solide. "Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente", così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo". Allora tanto vale non cambiar nulla! Ed in effetti è quello che sta accadendo. Delle tante riforme sussurrate, caldeggiate, sponsorizzate da quello o quell’altro attore nulla si farà e tutto resterà come prima, con buona pace dei sognatori e degli appassionati che ancora credono nei valori fondanti dello sport.

Resta l’enorme soddisfazione per una stagione sicuramente non facile ma che ci ha visto protagonisti sul campo. Certamente ci sarebbe piaciuto festeggiare la salvezza assieme ai nostri ragazzi ed ai tifosi cha anche quest’anno non hanno fatto mancare il loro supporto. Ma quanto successo non toglie valore ai risultati ottenuti ed al lavoro fin qui svolto. Il progetto, avviato l’anno scorso e basato su un piano pluriennale, coinvolge sia la parte sportiva che quella societaria. L’intento è quello di costruire una società che sia capace di conseguire ed ambire a traguardi importanti ma consolidando il suo essere su solide fondamenta e capace di prescindere dai singoli attori del momento. Divenire un patrimonio della collettività canosina. Una società capace di dare il giusto risalto a quel "senso di appartenenza" che può rendere un gruppo di giovani atleti una “vera squadra” per ambire a grandi risultati, capace di imporsi e di rendere grande il Canosa Calcio 1948.

Il tutto però senza prescindere da una solidità finanziaria da costruire passo dopo passo, con il contributo degli sponsor e dei sostenitori, sempre più spesso chiamati ad una partecipazione attiva nella gestione delle risorse ma anche con la capacita endogena di generare ricavi e risorse da reinvestire nel progetto sportivo. Progetto costruito sul settore giovanile, sulla scuola calcio, sull’attività formativa dei piccoli campioni di domani. Sogno, utopia, di chi oltre a fare sport coltiva l’ambizione di poter educare i propri ragazzi al rispetto delle regole e fare in modo che amino e s’innamorino dei colori della propria città. La serietà di un progetto si vede anche da questo, dalla lungimiranza di chi non sperpera risorse ma cerca di dare solidità ad un cammino, anche a rischio di essere deriso dai tanti “poeti e narratori” del retro tastiera che millantano idee e programmi ma poi nei fatti poco inclini a dare un contributo reale e spesso anche capaci creare ostruzioni, inconsapevoli del danno arrecato non solo al Canosa Calcio 1948 ma all’intera famiglia dei tifosi e degli appassionati che in quei colori si riconoscono.

Un plauso va alla società che tanto si è impegnata perché si potesse continuare a fare calcio pur tra mille difficoltà. Quanto fatto è costruito con il contributo preziosissimo di tutti coloro che hanno dato, anche solo per un piccolo periodo piuttosto che per l’intero campionato, il proprio sostegno. Ma certo nessuno ce ne vorrà se riteniamo doveroso ringraziare chi ha continuato e continua tutt’ora a cercare di mantenere vivo il sogno di un Canosa capace di competere su piazze ed in campionati sempre più prestigiosi. Ma il prestigio e l’orgoglio sono dati anche dalla capacità di “esistere”. Continuare a calcare i campi senza che successi effimeri ma non sostenibili nel lungo periodo, perché legati ad esperienze estemporanee del magnate di turno, possano attentare alla stessa sopravvivenza della società e dello stesso titolo sportivo.
Pur nell’incertezza di una stagione calcistica, quella passata, che ancora molto ha da raccontare e di quella futura, ancora tutta da scrivere, la società comunque continua a lavorare per dare continuità alle idee ed alle ambizioni per la prossima stagione. In questi giorni di “rinascita”, di timida ripartenza, sospesi tra il desiderio di normalità e le ansie di un nemico non ancora sconfitto, è stata presentata la nuova guida tecnica del Canosa Calcio 1948.

Sarà il mister Davide Papagni a guidare il sodalizio rossoblu la prossima stagione nel campionato di Promozione. Grande competenza, tanta esperienza e spiccate capacità manageriali completano il profilo dell’allenatore scelto per completare quel percorso di crescita avviato con le precedenti gestioni tecniche e che si vorrebbe adesso portare ad ambire a più importanti traguardi, ma sempre un passo alla volta, sempre con i piedi ben saldi per terra, sempre programmando il cammino. Nella fase post conferenza alcuni hanno ironizzato sulla citazione relativa al “nostro” Oronzo Canà, che in maniera divertente e divertita nel film “L’allenatore nel Pallone”, ormai un cult datato 1984, presentando la nuova stagione e gli obiettivi della sua Longobarda, sciolinava percentuali attraverso le quali disegnava le aspettative, le ambizioni ed i sogni personali e della sua squadra. Invece, tale citazione non era casuale. I tre sostantivi, aspettative, ambizioni, sogni, non sono casuali ma declinano la nostra “scala di valori” in vista della prossima stagione. L’aspettativa di conseguire la salvezza, l’ambizione di migliorarci rispetto alla scorsa stagione ed il sogno.

Seppur divertiti dall’ironia dei nostri detrattori, ci dispiace ci sia qualcuno che ancora non comprenda appieno il valore insito nella capacità di “progettare” un cammino. Siamo convinti che il futuro del Canosa Calcio 1948 passi dalla corretta programmazione e dalla possibilità di definire un percorso di crescita, assieme a tutti gli attori e le componenti che sentiamo parte della grande famiglia rossoblu. Presidente, società, staff tecnico, tifosi, cittadini, amministrazione.

Tutti accumunati da un unico grande desiderio, quello di veder competere il Canosa Calcio 1948 su palcoscenici di più alto prestigio. Ma questo vogliamo raggiungerlo senza snaturare la nostra storia, senza scendere a compromessi, senza sotterfugi. La compravendita di titoli, il continuo tsunami che vede società transitare da una città ad un'altra alla ricerca della categoria ambita non rappresenta il calcio che amiamo. Capiamo che qualche tifoso si sentirebbe entusiasta, ma sarebbe una gioia effimera, fatua, destinata a spegnersi con la dipartita del “salvatore” verso più ambiti lidi e la caduta risulterebbe fragorosa. Canosa vale molto di più! Canosa merita di meglio! E noi nel nostro piccolo lavoriamo per questo. Sarebbe bello se i “critici da tastiera” molto social e poco socievoli, che raccontano della loro passione per i colori della squadra della propria città sugli spalti salvo poi appagare le proprie frustrazione avverso il nemico invisibile, magari impedendo al sovventore di turno di sponsorizzare la squadra, abbandonassero questo velo di ipocrisia dismettendo gli abiti del detrattore e vestendo i colori rosso blu, magari dimostrando le proprie capacità sul campo e dando il proprio contributo alla causa comune. Così proprio mentre il prestigioso Guardian celebra il film del maestro #LinoBanfi, a noi piace con orgoglio urlare che siamo tutti “un po’ Cana’”.

Intanto, animati di buoni propositi e ricolmi di tante speranze, in questi giorni si susseguono gli incontri attraverso i quali capire come e con chi puntellare un gruppo ed un collettivo che ben ha figurato lo scorso anno e che ha dimostrato di avere grandi margini di crescita. Certo non mancheranno le tentazioni degli ammaliatori di serpenti che più o meno consapevolmente cercheranno di intaccare le nostre certezze e quelle dei nostri ragazzi con promesse ed offerte allettanti. Ma il carattere di questo gruppo si è plasmato su un senso di appartenenza e di attaccamento ai nostri colori ed è su questo che la società continuerà a puntare. Solo chi crede in questi valori troverà gli stimoli giusti per andare avanti per crescere insieme. Per gli altri resterà la nostra stima ed affetto ed un ringraziamento sentito per quanto fatto. L’idea è di costruire una squadra puntando forte anche sui nostri ragazzi che tanto bene hanno fatto l’anno scorso nel campionato di categoria. Siamo certi di poter conseguire grandi risultati, insieme con i tifosi e con l’intera città alla quale chiediamo di partecipare, di spronarci a fare meglio, di motivarci a trovare sempre stimoli nuovi, consapevoli che le vittorie conseguite non saranno mai dei singoli ma di tutti quanti noi, tifosi del Canosa Calcio 1948 fiero della sua storia, di quella scritta nei nostri ricordi e di quella ancora da scrivere nei nostri cuori.