Avellino, D'Agostino: «Potevamo ripartire dalla serie D...»

26.02.2021 14:45 di  Redazione NotiziarioCalcio.com  Twitter:    vedi letture
Avellino, D'Agostino: «Potevamo ripartire dalla serie D...»

Giovanni D'Agostino, amministratore unico dell'Avellino, intervistato da orticalab.it, ha fatto il punto in casa biancoverde.

Queste le sue parole come riportate dai colleghi di tuttoc.com: "L'esperienza di mio padre insegna che partendo dal nulla si può arrivare in alto. Lui dice sempre che bisogna puntare altissimo per arrivare in alto. Questa è la nostra filosofia di famiglia ed è la filosofia dell’U.S. Avellino 1912 che in alto ci vuole arrivare".

"Nella passata stagione i ragazzi hanno fatto dei sacrifici enormi. A gennaio avrebbero tranquillamente potuto decidere di non scendere in campo eppure non lo hanno fatto per rispetto a mister Eziolino Capuano e al direttore sportivo Salvatore Di Somma. Diciamo che non abbiamo trovato una società molto stabile. Anzi, diciamola tutta, abbiamo ereditato macerie scoprendo che senza il nostro intervento, l’Avellino sarebbe fallito nuovamente nel giro di pochi anni e probabilmente avrebbe dovuto ripetere la stessa trafila partendo dalla Serie D. L’emergenza Covid, almeno in questo, ci è servita per rimettere in ordine un po’ di cose e riorganizzare tutto, dalla A alla Z. Oggi l’U.S. Avellino 1912 è una società pulita e seria. Il ringraziamento va a tutti quelli che ne fanno parte, dagli operai al presidente".

"Credo molto nella comunicazione e nel lavoro del brand U.S. Avellino 1912. Rinascita, fondamenta ed esperienza furono i tre hashtag con cui è cominciata in maniera ufficiale la nostra avventura. Settore giovanile con Giuliano Capobianco, persona umile, affidabile e valida e la conferma del Diesse Salvatore Di Somma sono stati i nostri punti di partenza. Gli devo molto, per me è a tutti gli effetti un padre sportivo che mi ha avviato nel calcio dirigenziale. Subito dopo, la scelta tecnica. Non è un mistero che il ballottaggio era tra mister Gaetano Auteri e Piero Braglia. Direi che non abbiamo sbagliato. Ci ha convinto subito per il suo modo di fare e per il suo parlare chiaro".

"Nessuno voleva più venire ad Avellino. Come ho detto prima è stato difficile riqualificare sia la società che il nome. Avellino aveva perso di importanza, era diventato, agli occhi di procuratori e calciatori, un luogo dove orbitavano solo personaggi strani. Portare 23 calciatori è stata un’impresa resa possibile solo grazie a Di Somma che ci ha messo la faccia e si è speso in ogni modo. In pratica abbiamo investito i mesi di giugno, luglio ed agosto per presentarci. Chi oggi è con noi ha capito che siamo persone serie e possiamo dire che i nostri 23 atleti di proprietà rappresentano il nostro tesoretto…".

"Mister Braglia è un sergente e da vero sergente studia le battaglie volta dopo volta. Ragiona partita dopo partita e con lui è praticamente impossibile ragionare a lungo termine. Non ne abbiamo mai parlato perché lui non vuole sentir ragioni. Lui pensa solo alla prossima partita e se gli mettessimo in mezzo il discorso gli darebbe fastidio. Quindi penso che sia giusto rispettare il suo volere. Sposiamo in toto la sua filosofia ma sicuramente ne parleremo a fine campionato".