Bufera sul Crotone: Vrenna inibito, la società nega tutto e annuncia battaglia legale

Il Crotone rompe il silenzio e risponde con durezza alla pesante sanzione che ha colpito il suo Direttore Generale, Raffaele Vrenna. La società ha reso nota la propria posizione dopo aver esaminato attentamente il Comunicato ufficiale numero 34/DIV, emesso in data 11 novembre 2025.

Il provvedimento in questione è di assoluto rilievo, poiché commina al dirigente un'inibizione che si protrarrà fino all'11 febbraio 2026.

La reazione del club calabrese è stata immediata e ferma. Attraverso una nota ufficiale, la società ha voluto esprimere il proprio più profondo e netto disappunto di fronte a quella che considera una sanzione profondamente ingiusta inflitta al proprio Direttore Generale.

Il cuore della protesta del Football Club Crotone risiede in una radicale divergenza tra la versione ufficiale e quella sostenuta dal club. La società, infatti, dichiara che quanto è stato riportato nel comunicato emesso dal Giudice Sportivo non corrisponde in alcun modo alla realtà dei fatti, ovvero a ciò che è effettivamente avvenuto sul campo.

Di fronte a questa che viene descritta come una palese discrepanza, il Crotone non intende rimanere passivo. È stata già annunciata la ferma volontà di tutelarsi e di contestare il provvedimento in tutte le sedi giudiziarie opportune.

Per sostenere la propria linea difensiva e fare piena luce sull'accaduto, la società si è già attivata concretamente. Il club ha infatti reso noto di aver già inoltrato la richiesta formale per ottenere la copia di tutti gli atti ufficiali di gara. L'obiettivo è analizzare nel dettaglio la documentazione e utilizzarla per poter chiarire in maniera compiuta ed esaustiva la reale dinamica degli eventi contestati.

La battaglia che il Football Club Crotone intende intraprendere non mira solo a contestare la squalifica, ma ha un orizzonte più ampio. La società ha sottolineato la sua ferma intenzione di difendere strenuamente la propria immagine e, contestualmente, l'onorabilità e la correttezza dei propri dirigenti, ritenuti ingiustamente colpiti da un resoconto che non rispecchierebbe la verità.