Catania, la forza di Biondi: «Imparo da tutto per crescere»

28.03.2020 11:30 di Anna Laura Giannini   vedi letture
Fonte: corriere dello sport
Catania, la forza di Biondi: «Imparo da tutto per crescere»

Rappresenta una delle sorprese della stagione in corso ed è pure la dimostrazione, fra qualche basso e molti alti, che si può anche allestire una buona squadra di C senza dover necessariamente far ricorso a celebrati campioni. Kevin Biondi, ventunenne “tuttocampista” del Catania, è uno degli uomini su cui Cristiano Lucarelli sta costruendo la rimonta rossazzurra. E, come il tecnico e i compagni di squadra, anche lui ha tanti motivi per maledire il lungo periodo di sosta. Questo coronavirus non ci voleva? «Dato per assodato – esordisce Kevin – che la salute viene prima di tutto e che è stato giusto fermarsi, non si può dimenticare che noi del Catania eravamo in un gran momento: una lunga serie di risultati utili consecutivi, una condizione fi sica eccellente…. Eravamo riusciti a cambiare marcia per insidiare chi ci precede. E’ andata come è andata, inutile piangerci su».

Come si fa a mantenersi in condizione durante la quarantena? «Si fa come si può. Io ho avuto la fortuna di ritrovarmi un tapis roulant in casa e devo dire che mi sta tornando utile per il lavoro aerobico, percorrendo ogni giorno circa 10 km. Ogni tanto alterno una fase più spinta, poi con dei pesi artigianali lavoro pure sulla forza. Non è facile, ma bisogna darci sotto, sperando che al più presto ci si possa tornare ad allenare». Ha giocato ovunque, quest’anno, specialmente lungo gli out laterali. Ma qual è il suo vero ruolo? «Se proprio debbo scegliere preferirei muovermi come esterno sinistro d’attacco». Si corre di meno e si hanno meno responsabilità difensive. «Vabbè, la corsa non è certo un mio tallone d’Achille, mentre per quel che riguarda la fase difensiva Lucarelli ci chiede di ripie-gare e di essere noi attaccanti i primi a difendere. Ma giocando alti c’è sempre la possibilità di fare gol».

Quest’anno ne ha fatti e se ne è mangiati. «I due fatti sono stati pesantissimi: a Potenza abbiamo arpionato la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia, poi in casa ho realizzato il gol della vittoria con il Rende. Il più importante? Quello col Rende: ero davanti alla mia famiglia, ho portato i tre punti al Catania e fatto felici i pochi tifosi presenti. Per fortuna ora di sostenitori ne stiamo portando altri. Ci sono pure quelli falliti: quale le brucia di più? «Quello della semifi nale di Terni in Coppa: se avessi fatto gol sarebbe cambiata sia quella gara sia l’approccio dei nostri avversari nella sfi da di ritorno. Io credo di avere fatto il meglio, purtroppo il portiere ha fatto il suo”.

Parliamo dei compagni. «Gli anziani ai quali sono più legato sono Biagianti e Rizzo, ma io ascolto tutti quelli che hanno esperienza e ho tanta voglia di imparare: quando erano a Catania, seguivo molto anche i consigli di Lodi e Sarno». E fra i giovani? «Gran rapporto con tutti, anche perché con molti di loro ho vissuto l’esperienza delle giovanili: Mario Noce, Orazio Di Grazia, Kalifa Manneh e, adesso, anche Gabriele Capanni. In futuro sentirete parlare di molti di loro».