Giacomo Modica ha salutato l'ACR Messina con un lungo e toccante sfogo, rivelando un profondo malessere e un senso di frustrazione per le difficoltà incontrate durante la sua esperienza sulla panchina peloritana.

"Ho visto mezz'ora di buone giocate, ma contro una squadra di altissimo livello come il Crotone non era facile. I nuovi ragazzi si sono impegnati, nonostante fossero arrivati da poco. Dopo il secondo gol, però, è finita. Viviamo disagi da troppo tempo e ora sono diventato il bersaglio. Mi assumo le mie responsabilità: se devo pagare, pagherò", ha ammesso l'allenatore.

Modica non ha nascosto l'amarezza per un rapporto con la società sempre più difficile: "In sette mesi non ho sentito una carezza. C’è sempre stato un muro contro muro con la vecchia proprietà. Non mi sento rispettato. Per questa città ho dato tutto, ma ora siamo al capolinea".

Le parole di Modica dipingono un quadro desolante di una situazione che si è deteriorata nel tempo: "Le difficoltà sono state infinite, i problemi non riguardano solo i pagamenti. Messina non è più il club di una volta, non c'è più niente qui che dica MESSINA. Non ho perso la dignità, anche se tanto orgoglio è andato via".

L'allenatore ha voluto assumersi le proprie responsabilità, ma ha anche sottolineato le difficoltà oggettive incontrate: "La squadra è stata costruita da me, Pavone e Costa: non fuggo dalle mie responsabilità, ma sono un 33% ciascuno. Ora è facile addossarmi tutto. Siamo andati in guerra disarmati, con le pistole a piombini contro i carrarmati".

Modica ha infine rivolto un pensiero ai tifosi: "Rispetto i sette capi club che conosco da sempre, non chi insulta per il gusto di insultare. Ho commesso errori: soprattutto quello del 13 giugno avrei dovuto dire di no. Mi sono suicidato da solo quel giorno, ma ne sono fiero. Esco di scena con dignità, sereno di aver dato tutto".

Sezione: Serie C / Data: Mar 21 gennaio 2025 alle 16:30
Autore: Redazione Notiziario del Calcio / Twitter: @NotiziarioC
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