Palermo, l'ex capitano Martinelli: «Ho perso i sogni. Sto col fiato sospeso»
Si è raccontato in esclusiva al Corriere dello Sport in edicola stamane l'ex capitano del Palermo, Alessandro Martinelli. Ed il suo è un racconto che non può non colpire tutti quelli che amano il calcio. Martinelli ha infatti dovuto appendere gli scarpini al chiodo a soli 27 anni per una malformazione cardiaca diventata pericolosa per la sua vita se avesse continuato a giocare.
«Mi è caduto il mondo addosso. Sto affrontando la partita della paura. I primi tempi mi sono isolato, nonparlavo con nessuno, stavo male e piangevo. Poi piano piano con l’aiuto di Alice, la mia fidanzata, della famiglia, degli amici, e dei miei ex compagni mi sono ripreso. Ora cerco di farmene una ragione e di vincere anche questo speciale “campionato” ripartendo da zero. Mi vengono i brividi a pensar e quello die poteva accader e se avessi continuato. Ho un aneurisma all’aorta, in Italia i parametri sono più severi che all’estero, mi hanno detto che rischiavo di rimanerci. La prima diagnosi al mio arrivo in Italia nel 2008. Fino a podri mesi fa er a tutto ok. Poi la scoperta di una maggiore dilatazione e i media mi hanno consigliato di fermarmi e di svolgere una vita normale. Come se fosse facile visto die la mia identità di atleta è stata cancellata. Riprendere? Non ho mai pensato di smettere. Non volevo arrendermi. Sono stato a Genova e Milano, nessuno mi ha dato sper anze. In Svizzera avrei potuto ottener e l’idoneità ma il problema sarebbe rimasto e per una botta o mio sforzo intenso avrei risdiiato la rottura dell’aorta e la morte. Fra poco farò un altro controllo per vedere se continuo a peggiorar e o se invece il problema era solo legato all’attività agonistica. Sto col fiato sospeso. Mi hanno rubato le fantasie di bambino che amava il pallone, l'Inter, Ronaldo, la serie A, distrutto un sogno die era diventato realtà. Un colpo durissimo. Non mi sono completamente ripreso dallo shock. Senza un pallone, mi sento in trappola e di vivere come nel film “Ricomincio da capo” quando ogni giornata trascorre inesorabilmente allo stesso modo. Alternativa al calcio? Nell’azienda di pulizia di famiglia, non mi d vedo. Mi hanno proposto di lavorare in banca: dopo una vita passata all’aria aperta mi sembrerebbe una prigione. Ho pensato al corso per direttore sportivo ma senza licenza liceale sono escluso o dovrei studiare per cinque anni per provarci. Sto valutando l’idea di lavorare con il mio ex agente per scoprire nuovi talenti in Svizzera. Conosco l’ambiente, se hai contatti puoi guadagnare tanti soldi e recuperare quelli persi. Solo dovrò metterti la stessa passione che con il caldo. Allenatore? Non mi d vedo a gestire venticinque persone, sarei troppo buono con tutti e il mestiere richiede severità».