Abbruzzino: "Latina prigioniero delle sue paure"

25.09.2018 11:00 di Anna Laura Giannini   vedi letture
Abbruzzino: "Latina prigioniero delle sue paure"
© foto di NotiziarioCalcio.com

Consueto editoriale di Vincenzo Abruzzino sulla pagina di TuttoLatina.it. Il giornalista, collaboratore di Gazzetta dello Sport e Messaggero, si esprime così dopo la gara che ha visto il Latina raccogliere solo un punto in Sardegna, in casa del Lanusei.

Inutile girarci attorno, a Lanusei dal Latina ci si aspettava di più. Aspettative amplificate in corso d’opera dall’espulsione di Floris, sui titoli di coda del primo tempo, e dalla conseguente speranza che la superiorità numerica potesse avere l’effetto di un’iniezione di fiducia su una squadra prigioniera delle sue paure.

Fa un certo effetto vedere i nerazzurri occupare l’ultimo posto in classifica, posizione a cui sono relegati dall’essere l’unica formazione tra le 20 del girone G a non avere ancora realizzato un gol. Uno “zero” che certifica le difficoltà del reparto offensivo pontino, incomprensibili per un tridente che sabato metteva in campo un potenziale di 43 gol stagionali (tanti ne hanno realizzati lo scorso anno Iadaresta, Casimirri e Tiscione), mica bruscolini.

C’è delusione, ma questa volta c’è pure di che recriminare, vuoi per il palo colpito da Masini, vuoi per le due occasioni fallite da Iadaresta e Tiscione. Il gioco è migliorato, poco ma è migliorato. La squadra a Lanusei ha giocato più corta, il centrocampo che ha accompagnato la manovra, ha catturato anche qualche seconda palla. E allora? Più che l’idea di pressione il Latina ha però dato l’impressione di produrre una densità inerme. Oggi il problema del Latina è ancora la rapidità di manovra, la capacità di creare superiorità numerica nell’uno contro uno o nella velocità del giro palla.

I nerazzurri giocano sempre con la difesa avversaria schierata e finiscono con l’incartarsi, cercando la risposta più ovvia ai loro problemi, ossia la testa di Iadaresta. A parziale giustificazione di chi dovrebbe inventare, c’è da evidenziare che dei tre lì davanti, finora nessuno è sembrato in grado di dettare la profondità. Fa eccezione Masini la cui attuale autonomia ne suggerisce però un impiego limitato.