Dalla serie D al sogno serie A: Noi siamo leggenda!

Dalla serie D al sogno serie A: Noi siamo leggenda!

Parliamoci chiaro, è il sogno di tutti: arrivare in serie A. Spesso, però, resta soltanto un sogno. Eppure ci sono casi vittoriosi, calciatori che, partiti dai campi polverosi della serie D, sono riusciti a giocare nel massimo campionato italiano.

Di seguito, riportiamo ben undici casi come riportati dai colleghi di Ogginotizie.it.

Leonardo Pavoletti (Cagliari)

Dal 2005 al 2008 ha militato in Serie D nell’Armando Picchi, società nella quale è cresciuto, realizzando 16 reti in 68 partite. Una delle squadre della sua città lo hanno visto protagonista prima del trasferimento al Viareggio, sempre sulla costa, in Serie C2. E da lì è partito tutto, prima dell’approdo in Serie A nel 2013 con il Sassuolo.

Manuel Lazzari (Lazio)

Lui, in Serie A, si è ritrovato scegliendo la Giacomense in Serie C. Una cavalcata lunga 6 anni, dal 2013 al 2019, prima del passaggio alla Lazio. Nel 2010, dopo essere stato rifiutato dal Vicenza, medita l’addio al calcio, ma alla fine sceglie di firmare per il Montecchio. La stagione successiva passa al Delta 2000 e poi alla Giacomense, che viene promossa in Lega Pro Seconda Divisione. In seguito alla fusione della Giacomense con la SPAL, diventa spallino. Il resto è storia, con l’esordio nella massima serie nel 2017 proprio contro i biancocelesti.

Kevin Lasagna (Udinese)

Un altro che la Nazionale l’ha toccata. La lungimiranza di Cristiano Giuntoli lo portò a pescare in Serie D, nella rosa dell’Este, con 75.000 euro il cartellino di un attaccante che aveva segnato 21 reti in 33 partite. Doppio salto in Serie B, ma a Carpi lasciò subito il segno.

Mattia Bani (Bologna)

Prima la Serie D, poi la Primavera. Dalla Fortis Juventus a Borgo San Lorenzo (FI) – dov’era tornato dopo il fallimento del Figline in Lega Pro – alla Primavera del Genoa. Parte da lì la scalata fino all’esordio in Serie A con la maglia del Chievo: in estate, la permanenza ai massimi livelli a Bologna.

Federico Cecchierini (Fiorentina)

Nato e cresciuto a Livorno, nel Livorno. La prima esperienza fuori dalla casa madre, dopo due anni in Primavera, avviene nel 2011, quando passa alla Pistoiese in Serie D, dove disputa 34 presenze. Nel 2016 lascia per due stagioni la Toscana, trasferendosi al Crotone, salvo tornarci quando nel 2018 firma con la Fiorentina.

Andrea La Mantia (Lecce)

Appassionato di calcio grazie al padre tifoso della Roma, ama il rap – in particolare Marracash – e nell’ultimo turno di campionato ha realizzato il primo gol in Serie A contro la Lazio. Balbo, Batistuta, Montella e Totti: idoli sognati fin da quando calcava i campi di Serie D con la maglia del Flaminia Calcio nel 2008/2009, dove realizzò 3 reti in 12 gare.

Edoardo Goldaniga (Genoa)

Il Palermo lo ha scovato nel 2012 nella rosa del Pizzighettone, società che lo aveva scartato da piccolo prima di riportarlo alla base. Da qui la partenza verso la Serie A: Sassuolo, Frosinone, Genoa.

Gian Marco Ferrari (Sassuolo)

Tutto è iniziato in Eccellenza nel Monticelli Terme, anno 2009/2010. Dieci anni dopo, il difensore gioca in Serie A e mastica la massima serie da ormai diverse stagioni. Il Crociati Noceto e poi il Fiorenzuola in Serie A. Il resto è scalata.

Simone Pinna (Cagliari)

A settembre ha rinnovato fino al 2022 con il Cagliari. Una presenza da titolare, all’esordio in campionato, contro il Brescia. Classe ’97, tre stagioni all’Olbia, dove ha contribuito alla promozione dalla D alla C.

Antonio Di Gaudio (Hellas Verona)

Dalla Serie C2 alla Serie A con la stessa maglia: un miracolo nato a Carpi. Nel 2007 venne scartato dal Palermo, ma riprese subito a giocare. Tre anni alla Virtus Castelfranco in Serie D, poi l’inizio del sogno.

Andrea Cistana (Brescia)

L’ultimo esempio in ordine di tempo che ha portato alla ribalta l’argomento. Tre anni fa giocava nel Ciliverghe, in Serie D, e adesso è stato convocato da Roberto Mancini in Nazionale. Una storia da film quella di Cistana, arrivato nella massima serie a 22 anni. «Ho giocato due anni con la Primavera e dopo il ritiro con la Prima Squadra sono finito in Serie D. Lo avevo visto come una sconfitta, non volevo proprio andarci. Dovessi tornare indietro, lo farei un anno prima. È molto più formativa la Serie D che la Primavera», ha spiegato in conferenza stampa a Coverciano.