FC Messina, Carbonaro: "Obiettivo alla portata, ma al Nord sono terrorizzati..."

FC Messina, Carbonaro: "Obiettivo alla portata, ma al Nord sono terrorizzati..."

Per il Fc Messina si avvicina ormai il primo mese di quarantena, che mette a dura prova le famiglie e a maggior ragione gli sportivi. Non lo nasconde l’attaccante Paolo Carbonaro, miglior realizzatore di squadra con tredici reti tra campionato e Coppa Italia.

“Stiamo a casa e quindi ci annoiamo un po’. Con i compagni comunque ci sentiamo sempre, soprattutto con Giuffrida, Marchetti e Fissore. Sono quotidiani anche i contatti con il mister e il preparatore atletico per rispettare il programma di lavoro. Bisogna fare di necessità virtù in un momento particolare. Al Nord in particolare sono terrorizzati. Una paura che noi ancora non abbiamo avvertito qui al Sud”.

Ricevere le indicazioni via telefono è ovviamente differente rispetto a una seduta consueta: “I primi giorni andava un po’ meglio perché si poteva uscire per correre. Ora il lavoro diventa un po’ diverso. Non è un allenamento standard, ma cerchiamo di mantenere il tono muscolare. Io poi sto superando un acciacco fastidioso. Va molto meglio: questa inattività mi sta giovando almeno da questo punto di vista”.

Per l’attaccante palermitano neppure le quattro giornate di squalifica o le tre gare saltate a gennaio per infortunio sono paragonabili a questo stop: “Mi ero fermato soltanto per problemi fisici ma in quel caso assistevo alle partite e andavo sempre al campo. Stare totalmente senza calcio è molto differente. Ma per il bene di tutti bisogna fare così”.

Se i club di C sembrano poco propensi a tornare in campo, dai vertici del calcio, dalla A che non può rinunciare a ingenti diritti tv, alla D, arrivano invece ampie aperture in merito a una ripresa dell’attività, una volta che contagi e morti (già oltre 15mila) saranno finalmente un ricordo.

Carbonaro però non si sbilancia: “È complicato immaginare di ripartire, però non perdiamo la fiducia. Sembra che dopo due o tre mesi si possa anche prevedere una graduale ripresa e magari con qualche turno infrasettimanale in poco tempo si recupererebbero le otto gare non disputate”.

Un annullamento del torneo ovviamente scompaginerebbe i piani di tutti i calciatori: “Ci sono società di A che hanno difficoltà, immagino quindi che Lega Pro e D senza grandi introiti vivranno mesi molto difficili. Spero in provvedimenti adeguati da parte dei piani alti. Lo scenario di una mancata ripresa fa paura. Si dovrebbe ripartire proiettandosi direttamente all’anno prossimo. Sinceramente è un’ipotesi che non voglio ancora prendere in considerazione”.

Carbonaro non aveva mai trovato questa prolificità sotto porta, se non nel 2015/2016 a Venezia: “È andata bene, anche se negli ultimi mesi non sono stato al meglio e ho saltato tante gare. Peccato non avere mantenuto tutto l’anno quello stato di forma. L’ultima espulsione è il rimpianto principale. Non stavo bene e non volevo certo colpire il mio avversario. È stato uno scontro fortuito. Se non altro poi in nove contro undici è arrivata una vittoria incredibile”.

L’ex attaccante della Caratese non era stato acquistato per ricoprire il ruolo di prima punta: “Ero venuto a Messina per fare l’esterno nelle idee iniziali. Ma lo staff tecnico sapeva che avevo già ricoperto quel ruolo in passato. Sono stati bravi a schierarmi lì e poi è andata bene, anche con un po’ di fortuna. Durante l’anno fortuna e sfortuna si compensano e non a caso la classifica, che può mentire nei primi mesi, alla fine rispecchia i reali valori”.

La scelta è stata imposta anche dalla perdurante assenza di Aladje: “Sono stato a Cesenatico con lui e Melillo per qualche settimana. Lì fa riabilitazione in un centro privato. Ci sentiamo spesso e gli siamo vicini perché ha avuto un lutto terribile, perdendo la sorella in un incidente stradale. Lo abbiamo saputo la sera prima del match con il Savoia e anche se non c’era l’ok della Lega per il minuto di silenzio alla fine ci siamo fermati lo stesso grazie alla comprensione degli avversari”.

Con la società del presidente Arena, Carbonaro aveva già parlato di futuro: “Avevamo immaginato di prolungare il nostro rapporto, ma ora i piani sono stati stravolti ed è tutto congelato. Speriamo di ripartire. L’obiettivo del terzo posto, che ci eravamo prefissati, è alla portata”.

L’avvicinamento del tifo organizzato è la ricompensa attesa per tanti mesi: “La vittoria più grande sono i tifosi. Abbiamo lavorato per tanto tempo nell’anonimato o quasi. Con il lavoro e le prestazioni abbiamo ottenuto la simpatia della gente, la gratificazione più importante. Con l’Acr la mia migliore partita? Forse, ma io ricordo anche quella con il Giugliano anche se non ho segnato. Non conta solo il gol, ma il lavoro che si fa, il legame e la fiducia dei compagni, come siamo stati assieme”.