Lucchese, il presidente Russo: "Tra un mese si parlerà di nuovo di calcio"

Fonte: Diego Checchi - gazzettalucchese.it
Lucchese, il presidente Russo: "Tra un mese si parlerà di nuovo di calcio"

Il presidente della Lucchese Bruno Russo vive questo momento come tutto il paese e soprattutto invita chiunque a rispettare i dettami imposti dal governo e a stare in casa. Il calcio adesso passa in secondo piano e per il dirigente rossonero ci vorrà ancora un po’ di tempo per superare l’emergenza. Ma lasciamolo parlare perché ogni nostra frase è superflua.

In che modo usciremo da questa crisi?

“Penso che bisognerà essere molto rigidi sulle misure adottate e molto scrupolosi, nella speranza che i contagi diminuiscano e piano piano uscire dall’emergenza. Credo anche che sarà una cosa molto lunga e condizionerà il modo di vivere delle persone”.

Alla fine dell’emergenza, la vita di tutti i giorni sarà diversa?

“Certamente ci saranno condizionamenti. Non è mai accaduta prima una cosa del genere, l’avevamo vista soltanto nei film o ai tempi della peste. Finché non troveremo un vaccino le cose non torneranno come prima”.

Tante volte i giocatori sono dei beniamini e degli eroi, questa volta sono gli infermieri e i medici.

È forse l’aspetto migliore di questa emergenza. Non si scopre adesso che chi lavora in questo ambito danno tutto per il prossimo. Oggi sono usciti i veri valori, è arrivato un momento di cambiamento mondiale, dove bisogna difendere prima di tutto la salute delle persone”.

Quando potremo cominciare a parlare di calcio?

“Credo e spero che nel giro di un mese finisca questa emergenza e poi si possa organizzare il futuro delle persone tra cui anche il calcio. Ma penso ci voglia ancora un mesetto di sacrificio. Se così non fosse vorrebbe dire che le persone non hanno rispettato i protocolli, ma voglio essere ottimista”.

Allora pensa che il 3 aprile sarà dura ricominciare?

“Sono date per dare riferimenti generali ma il 3 aprile non saremo sicuramente usciti dall’emergenza vera. Credo sarà presto per poter iniziare a programmare e tornare in campo ad allenarsi. Il mio augurio è riprendere tra un mese”.

Come passa le giornate?

“Stando in casa a leggere i giornali, guardo la tv e vedo cosa succede. Il tempo si passa come la maggior parte delle persone. Non andando in giro, soltanto così possiamo aiutare. Non siamo abituati a stare 24 ore su 24 in casa, ma dobbiamo resistere”.

Ai tifosi cosa vuole dire?

“Quella della raccolta fondi è stata una bellissima iniziativa, ma credo che l’aiuto più grande che possono fare tutti sia stare in casa e non muoversi dalle proprie abitazioni per poi tornare a gioire tutti insieme e a parlare di calcio per riprendere il progetto che abbiamo lasciato in sospeso”.