Milano City, il dg Scandola: "Non si perde il titolo con 27 partite giocate su 38"

Fonte: Luca Cosentini - sprintesport
Milano City, il dg Scandola: "Non si perde il titolo con 27 partite giocate su 38"

Le linee guida per la Serie D sono chiarissime: le prime in C e le ultime quattro in Eccellenza. Fra queste c’è anche il Milano City, società che nella finestra di mercato invernale ha rafforzato la rosa in modo importante, affidandola a Andrea Ardito. I primi risultati iniziavano a vedersi con i granata capaci di smuoversi dalle ultime due posizioni. Ma l’emergenza Coronavirus ha bloccato tutto e la Federazione nella giornata di venerdì è arrivata a proporre questa soluzione. Decisione che ovviamente non fa felice la terza squadra del capoluogo. «Non ce l’aspettavamo – commenta a caldo Andrea Scandola, Direttore Generale del Milano City – per due mesi e mezzo si è parlato di bloccare le retrocessioni e poi si arriva a questa scelta che rappresenta l’opposto e non rispecchia ciò che ci era stato detto pubblicamente fino al giorno prima. È una proposta inaccettabile. Ci sono casi, negli altri gironi, dove le ultime due si trovano a una manciata di punti dalla salvezza diretta. Nessuno merita di perdere il titolo sportivo dopo aver giocato 27 partite su 38 anche perché il regolamento non lo prevede».

Scandola non risparmia parole contro il cosiddetto palazzo: «È una decisione senza cognizione di causa, presa da un gruppo di persone che probabilmente non sanno cosa succede all’interno delle varie società e quello che stanno passando gli sponsor che le sostengono. Se era previsto il 30% in meno di iscrizioni, con questa scelta drastica, penso che questa percentuale possa crescere e di molto. Con scelte come questa si spinge la gente a valutare un investimento nel calcio dilettantistico inutile. Abbiamo aspettato tanto, più di ogni altro paese, per delle linee guide che creano tantissimi scontenti».

Un’ultima battuta in attesa dell’ufficialità che dovrebbe arrivare per il 3 giugno: «Aspettiamo l’ufficialità, ma stiamo già contattando quelle società che sono nella nostra stessa situazione per arrivare a un esposto comune. Prima di pensare a chi sale e a chi retrocede, mi aspettavo più considerazione per tutte le persone che lavorano nel calcio dilettantistico. In primis i rimborsi dei giocatori, che non percepiscono un euro da febbraio e prima che vedano un soldo dovranno passare mesi. Ma la colpa non va addossata alle società perché nessuno fino ad ora ci ha aiutato in modo concreto, come spesso accade, troppe parole e tempistiche lunghissime. Confido che nel Consiglio Federale questa proposta venga rigettata perché di certo non è il modo di sostenere le proprietà, ma una vera pugnalata alle spalle a tutto il sistema calcistico italiano».