Il destino del Centro Sportivo Sant'Agata si avvia verso una svolta decisiva. L'Associazione Temporanea di Imprese costituita da LFA Reggio Calabria e Soseteg ha depositato l'integrazione alla relazione tecnica illustrativa del progetto di restyling della struttura, delineando un quadro d'intervento ambizioso che punta al completo ripristino delle aree di gioco. Al centro dell'operazione, tre campi sportivi ridotti in condizioni di grave degrado dall'abbandono prolungato, che necessitano di un radicale intervento di recupero per tornare ad ospitare attività agonistiche.
La documentazione progettuale depositata dall'ATI non lascia spazio a interpretazioni ottimistiche. Le superfici di gioco attualmente presenti nel complesso sportivo versano in uno stato di degrado tale da renderle, di fatto, non utilizzabili per le finalità cui dovrebbero essere destinate. L'analisi tecnica condotta dopo sopralluoghi approfonditi evidenzia come l'assenza di manutenzione abbia compromesso gravemente la funzionalità delle aree, con ripercussioni significative su prestazioni atletiche, comfort d'uso e sicurezza degli atleti.
Gli interventi prospettati dall'associazione temporanea d'imprese si configurano come operazioni di manutenzione straordinaria, rese necessarie dal livello di deterioramento raggiunto. La pianificazione degli interventi dovrà inoltre considerare attentamente i fattori climatici e la stagionalità, elemento cruciale soprattutto per il recupero delle superfici in erba naturale, che rispondono a cicli vegetativi specifici.
Il primo e il secondo campo, entrambi realizzati con manto in erba naturale, presentano livelli di compromissione differenti nonostante la prossimità geografica all'interno del complesso. Il campo numero uno risulta attualmente inutilizzabile in assoluto, mentre il secondo potrebbe essere recuperato alla pratica sportiva in tempi relativamente brevi, a condizione che si proceda con urgenza agli interventi necessari. Quest'ultima circostanza assume particolare rilevanza nell'ottica di garantire continuità alle attività in corso.
Le problematiche rilevate dai tecnici incaricati sono molteplici e interconnesse. Le superfici risultano invase da un'estesa proliferazione di specie vegetali infestanti, sia annuali che perenni, che hanno colonizzato ampie porzioni dei terreni di gioco. A questa criticità si aggiunge una densità erbosa significativamente ridotta rispetto agli standard richiesti, con ritardi marcati nello sviluppo stagionale della Bermudagrass, la graminacea macrotermica che costituisce la base vegetale delle superfici.
La strategia di recupero prevede un approccio graduale e metodico. In prima istanza verrà effettuata l'eliminazione delle essenze arboree infestanti che hanno colonizzato le aree. Successivamente si procederà con operazioni finalizzate alla ricolonizzazione degli spazi lasciati vuoti dalla copertura vegetale originaria, incrementando la densità della Bermudagrass esistente attraverso interventi mirati di trasemina.
Il protocollo operativo delineato nella documentazione tecnica prevede una sequenza articolata di interventi. Si partirà con operazioni di diserbo mirato contro le graminacee infestanti, utilizzando prodotti specificamente autorizzati per tappeti erbosi. A distanza di non oltre due giorni, seguirà un secondo trattamento contro le infestanti dicotiledoni, eventualmente potenziato con formulati complementari. Il manto esistente verrà quindi sottoposto a taglio mediante sistema radiprato-sfibratore a coltelli, con immediata raccolta del materiale di risulta.
Per migliorare il drenaggio, essenziale alla salute del manto erboso, è prevista una fessurazione profonda di quattro centimetri mediante mezzi meccanici appropriati, seguita da un'operazione di top-dressing con sabbia silicea. Il verticut incrociato, eventualmente ripetuto con cassetta Dennis, precederà la trasemina vera e propria, che verrà effettuata con macchina a riccio impiegando 250 chilogrammi di Bermudagrass per ciascun campo. Un ulteriore strato di sabbia silicea concluderà la fase di ripristino.
Durante i sopralluoghi effettuati è emersa la presenza, in entrambi i campi in erba naturale, di un sistema di irrigazione automatizzato. Tuttavia, anche questa infrastruttura necessita di consistenti opere manutentive per tornare pienamente operativa.
Per il primo campo risulta indispensabile la sostituzione integrale di tutti gli irrigatori installati, oltre alle elettrovalvole, unitamente alla riparazione delle perdite riscontrate nella rete. Un controllo generale del sistema e la messa in funzione completeranno l'intervento. Il secondo campo richiede invece la sostituzione di tredici irrigatori, comprensive delle relative elettrovalvole, seguita anch'essa da verifica complessiva e attivazione dell'impianto.
Il terzo campo, realizzato con manto in erba sintetica, rappresenta forse il caso più emblematico del degrado generale dell'impianto. Nonostante lo stato di conservazione precario, questa superficie continua ad essere intensamente utilizzata, circostanza che rende ancora più urgente l'intervento di riqualificazione.
Il progetto presentato dall'ATI prevede per questa area un'operazione particolarmente significativa dal punto di vista ambientale e normativo: la rimozione completa dei granuli elastomerici neri utilizzati in passato per l'intasamento del manto sintetico. Questi materiali sono stati classificati come tossici dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche (E.C.H.A.), rendendo non più procrastinabile la loro eliminazione.
Al posto dei granuli elastomerici verranno impiegati elementi di ricarica ecosostenibili, che oltre ad eliminare l'impatto ambientale negativo dei materiali precedenti, consentiranno di ridurre il consumo di materie prime vergini derivanti da risorse non rinnovabili, migliorando complessivamente l'impronta ecologica dell'impianto.
Il programma operativo per il campo sintetico si articola in diverse fasi. Inizialmente verrà effettuata una spazzolatura profonda del filato mediante macchinari specializzati, finalizzata a decompattare l'intasamento esistente. Seguirà la posa del nuovo materiale di riempimento ecologico. Particolare attenzione verrà dedicata alla sistemazione delle eventuali scollature formatesi nel tempo a causa dell'usura, delle condizioni meteorologiche estreme o del transito di mezzi dal peso non appropriato.
La fase conclusiva prevederà la rimozione del vecchio manto in erba artificiale attraverso l'impiego di macchinari specifici, nel pieno rispetto della normativa vigente in materia di smaltimento, così da minimizzare l'impatto ambientale dell'operazione. Anche per questa superficie verrà predisposto un sistema di irrigazione che consentirà di mitigare il surriscaldamento del manto durante le ore di maggiore irraggiamento solare, problema tipico delle superfici sintetiche nella stagione estiva.
Il cronoprogramma delineato dall'associazione temporanea d'imprese prevede tempistiche distinte per le diverse fasi del progetto. Una volta ottenuta la concessione, le attività di progettazione definitiva verranno completate nell'arco di circa sessanta giorni. Per l'acquisizione dei pareri necessari, considerando il coinvolgimento di amministrazioni preposte alla tutela ambientale, sono stati previsti novanta giorni utili alla conclusione della conferenza dei servizi.
Le lavorazioni vere e proprie, una volta ottenute tutte le autorizzazioni necessarie, richiederanno un periodo stimato in circa nove mesi per il completamento integrale degli interventi su tutte le superfici.
Consapevole che il recupero delle superfici sportive rappresenta solo il primo passo verso la piena funzionalità dell'impianto, l'ATI ha predisposto anche un articolato piano di manutenzione ordinaria che dovrà garantire nel tempo la conservazione delle condizioni ottimali delle aree di gioco.
Per i campi in erba naturale, gli interventi manutentivi ordinari assumono carattere fondamentale. Il piano prevede operazioni calibrate sui cicli vegetativi naturali e sulle condizioni climatiche locali. Durante il periodo estivo il taglio del manto verrà effettuato mantenendo un'altezza compresa tra 25 e 35 millimetri, mentre nella stagione invernale l'altezza di taglio salirà a un range tra 35 e 50 millimetri. La manutenzione accurata delle attrezzature di taglio risulterà essenziale per prevenire danni alle piante.
La concimazione, programmata in funzione della stagionalità e del calendario degli eventi sportivi ospitati, garantirà l'apporto nutrizionale necessario alla salute del tappeto erboso. Rientra nel piano anche l'areazione periodica del suolo, che favorisce l'ossigenazione delle radici e riduce la compattazione del terreno, migliorando circolazione dell'aria, penetrazione idrica e drenaggio complessivo. Per queste operazioni sui campi in erba naturale è stato preventivato un costo annuale di circa 40.000 euro.
Il campo in erba sintetica richiederà invece interventi manutentivi di natura differente. Particolare importanza assumerà la bagnatura da effettuarsi prima di ogni sessione di allenamento. Durante i mesi estivi, quando il manto sintetico assorbe notevoli quantità di calore nell'arco della giornata, l'irrigazione preventiva garantirà un raffreddamento della superficie e migliori condizioni di comfort per gli utilizzatori. Con cadenza bimestrale verrà inoltre effettuata una spazzolatura del manto, operazione che assicura uniformità della superficie e riduce l'usura del filato, mantenendo prestazioni ottimali e omogenee sull'intera area di gioco. Il costo annuale stimato per la manutenzione ordinaria del campo sintetico ammonta a circa 20.000 euro.
Il progetto complessivo di riqualificazione del Centro Sportivo Sant'Agata si configura dunque come un intervento organico e articolato, che non si limita al recupero dell'esistente ma introduce elementi di innovazione, sostenibilità ambientale e conformità normativa, gettando le basi per una gestione efficiente e duratura dell'impianto sportivo.
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