Lega Nazionale Dilettanti, ennesima figuraccia...

04.09.2015 12:16 di  Marco Pompeo  Twitter:    vedi letture
© Foto Michele Mastrobuoni
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Tutti si auguravano che questa fosse la prima estate in cui il calcio dilettantistico si sarebbe potuto rilanciare, almeno in quanto ad immagine. I presupposti c'erano tutti. Tante società in difficoltà, una pena che però poteva avere il risvolto positivo della medaglia e cioè ridurre il numero di club in Serie D e quindi i costi di gestione. Problemi che prima o poi dovranno essere affrontati. Altro presupposto che faceva ben sperare era rappresentato dalla speranza di essersi liberati dal caro ragioniere Tavecchio, uno dei primi responsabili dei giochi di potere che hanno devastato il calcio dilettantistico e non solo. Non parliamo poi della gestione personalistica della Lega Nazionale Dilettanti altrimenti facciamo notte. Invece, pronti via l'attuale numero uno della FIGC ha "purgato", complice qualche membro della sua conventicola armato di penna, Felice Belloli che ne aveva preso il posto. Cosa peraltro di cui dovremmo quasi essergli grati considerando che l'ex numero uno del Comitato Regionale Lombardia rappresentava la linea di continuità con il suo ex amico fraterno.

Ad ogni modo, tutte le premesse sono state disattese. Anche stavolta la Lega Nazionale Dilettanti ha dimostrato approssimazione e scarsa propensione alla gestione del movimento calcistico dilettantistico. Certo, un piccolo passo avanti è stato pur fatto rispetto al passato: l'attendere la composizione dell'organico di Lega Pro è pur sempre un miglioramento della razionalità federale. Peccato che poi non si è deciso per lo slittamento della composizione di gironi, calendari e dell'inizio del campionato di Serie D. Sarebbero bastati due giorni, anziché pronunciarsi il primo settembre, attendere fino al quattro. Così non è stato ed ecco che tutte le presunte buone intenzioni sono andate a farsi benedire. La Gelbison ammessa in soprannumero, l'ennesimo girone monco con 19 squadre (quello I), e l'ennesima brutta figura. Sì, perchè non ci dimentichiamo che è stata la Lega Nazionale Dilettanti ha bocciare l'iscrizione della Gelbison, così come aveva fatto precedentemente con Forlì e San Marino, anche loro riammesse poi dal CONI già precedentemente. L'unica cenerentola è rimasta l'Asti, bocciata dalla LND ed anche dal Collegio di Garanzia. Il gol della bandiera per la Lega Nazionale Dilettanti.

E' evidente che serve un cambiamento radicale, prima di tutto a livello dirigenziale. La scelta dell'anno scorso di lasciare campo libero a Tavecchio alla poltrona della FIGC la dice lunga, ma ora c'è necessità di costruire e capire se le società, che sono le principali protagoniste, hanno davvero voglia di cambiare o meno. Qui non si tratta di rottamare la gerontocrazia che guida, più o meno leggittimante, il movimento ma di mettere gente preparata e seria al posto giusto. In un paese dove c'è un enorme crisi occupazionale ed, al contempo, tanti giovani preparatissimi che mordono il freno a casa, è di una gravità oscena perpretare delittuosamente un modus operandi che premia solo abili trasformisti senza arte nè parte.

Altro punto importante. Da tempo invochiamo la riforma della Serie D, una riforma necessaria e non più rinviabile. Il numero di squadre, che quest'anno è addirittura di 171 rispetto al format che dovrebbe contemplarne 162, è eccessivo e contribuisce in maniera significativa alla cattiva gestione e al dissesto economico-patrimoniale delle società dilettantistiche. Inoltre, ha prodotto una catastrofe generazionale, complici regole sull'utilizzo dei giovani insensate (ditemi quanti ragazzi, da quando è stata istituita la norma sui cosidetti "under", hanno sfondato calcisticamente parlando), con un numero maggiore di calciatori che si ritrova senza contratto e molti costretti ad accettare veri e propri ricatti contrattuali. Senza dimenticare che con l'annunciato blocco dei ripescaggi in Serie A, B e Lega Pro per la prossima stagione, non hanno alcun senso i play off (se mai ne avessero avuto, visto che spesso vengono ignorate di fatto le graduatorie generatesi). Meglio allora propendere per sette gironi, magari di 16 squadre ciascuno e le promozioni dirette per la vincitrice della Coppa Italia di Serie D e quella dei Play Off. Sarebbe giusto e razionale. Così come sarebbe corretto rimettere mano alle serie regionali, l'introduzione a suo tempo del campionato di "Eccellenza" si è dimostrata un fallimento totale (lo dicono i fatti) che ha solo accresciuto i problemi delle società che si sono moltiplicate a livello regionale, con l'entrata in scena di tanti presidenti che, pur non avendone gli attributi, hanno provato a fare calcio salvo poi far naufragare progetti e sogni dei tifosi. Magari cancellare qualche categoria dal novero del programma regionale sarebbe auspicabile, del resto se uno proprio vuole fare calcio ad esclusivo scopo ludico si possono sempre organizzare i famigerati, e sempre più diffusi, tornei intersociali. 

Domenica parte la stagione 2015-2016, ed i problemi economici di molti club già covano sotto la cenere di un fuoco estivo che ha distrutto anche stavolta il sogno di un calcio pulito e portatore di valori sani. Buona fortuna a tutti.