Real Vico Equense, mister Campana: "Sono un folle. Ho regalato ai ragazzi cioccolata e fasce da capitano.."

16.04.2014 13:00 di  Umberto Nardella   vedi letture
Real Vico Equense, mister Campana: "Sono un folle. Ho regalato ai ragazzi cioccolata e fasce da capitano.."

Rosario Campana è il nuovo allenatore del Real Vico Equense, squadra in lotta per la salvezza nel Girone H della Serie D dopo che mister Cioffi ha rassegnato le dimissioni in seguito alla sconfitta casalinga contro il Gladiator. Un ritorno atteso a lungo dal tecnico partenopeo in astinenza da panchina per tanto tempo. Sicuramente il campionato si riappropria di un tecnico di spessore.

Mister che effetto fa tornare dopo mesi di lontanza dal prato verde?
"E' emozionante, non lo nascondo. Credo sia anche il giusto premio dopo il torto che ho dovuto subìre. Solo un folle come me avrebbe accettato questo difficile incarico, a tre giornate dalle fine, con partite molto proibitive e una classifica precaria, per usare un eufemismo. Ma sono pronto".

Dopo le dimissioni di mister Cioffi, la dirigenza del Real Vico ha subito puntato su di lei. Coincidenza o ci sono stati contatti nel recente passato con la dirigenza campana?
"Dopo l'esonero di mister Maio, a dicembre, ci furono degli approcci. Poi non se ne fece nulla nonostante il direttore Lettiere fece di tutto per agevolare il mio arrivo. Altri soci optarono per altre scelte e da allora non ci siamo piu sentiti. Domenica sera mi hanno chiamato e hanno chiesto il mio aiuto in questo finale. Non me la sono sentita di rifiutare la loro richiesta, nonostante la difficile situzione. E martedi ero al campo".

Appunto, il campo. A tre giornate dalla fine non si possono pretendere miracoli, ma solo grande impegno. Conoscendola, starà lavorando molto sul morale. In questa ottica si deve vedere la scelta di dare una fascia di capitano ad ogni giocatore in allenamento?
"Certo. Ho trovato una squadra spenta e triste. Io credo che un allenatore si debba sentire prima di tutto un padre per i suoi calciatori. Appena sono entrato gli ho dato un pezzo di cioccolata ciascuno, come faccio di solito con i miei figli. Poi ho chiesto chi fosse il capitano e si è alzato Maraucci. Io ho detto che mi aspettavo si alzassero tutti: se non ci sentiamio tutti capitani, nel senso di appartenenza e di spirito di gruppo, questa squadra non la salviamo. Allora ho ripetuto la domanda e tutti si sono alzati. Gli ho regalato una fascia ciascuno che spero porteranno sotto la maglia di gioco. Fosse per me la indosserei anche di notte".

Tre partite possono essere poche per portare la squadra alla salvezza. Sarà necessario stare attenti anche a cosa fanno le dirette concorrenti. Chi teme di più?
"Non riesco a pensare ad altro che alla salvezza: ho un chiodo fisso ormai. Per mia natura non guardo i nostri avversari perchè tendo a pensare che ognuno sia artefice del proprio destino. Il calendario ci riserva Gelbison fuori, Matera in casa e Monopoli fuori. Non certo partite facili ma ci impegneremo per trarre il massimo. Tutti dovranno fare i conti con noi".