Club di Serie D, quando la comunicazione fa acqua...

13.08.2015 16:00 di  Maria Lopez   vedi letture
Club di Serie D, quando la comunicazione fa acqua...

Quando si fa parte di una corporazione, una delle regole non scritte è non criticare mai la corporazione e chi ne fa parte. Una regola osservata in maggioranza da tutti, guai a sgarrare perchè si sarebbe confinati nell'oblio e messi all'indice. Una regola tanto rispettata quanto ipocrita, a quattrocchi infatti è tutto un chiacchiericcio, un continuo criticare questo o quello rigorosamente celati da quello che si pensa essere l'anonimato di parole scambiate con il confidente di turno.
Allora vogliamo essere noi i primi a rompere il muro dell'omertà, non perchè ci faccia piacere (anzi...) ma perché crediamo ancora che la parola professionalità abbia un senso pur trovandoci in Italia e pur disquisendo di dilettanti. Abbiamo non a caso usato il termine professionalità e non professionismo. La differenza può sembrare labile ed invece è da rimarcare. Troppo spesso chi acquisice il titolo di professionista, titolo oggi messo in "vendita" in varie forme, pensa di essere arrivato e ne fa vanto quasi come una volta, in taluni casi ancora oggi, i nobili si vantavano del numero di palle sullo stessa di famiglia o del loro grado di nobiltà.
Un elemento che, a nostra discrezione, è di una gravità assoluta. Avere la patente non significa saper guidare un'auto, allo stesso modo essere iscritti a questo o a quell'albo non significa essere diventati dal giorno alla notte dei novelli Giovanni Luigi Brera. Eppure in molti si sentono così, professionisti dalla scarsissima professionalità. Chiariamo, non ci sono soltanto i professionisti, ci sono anche i tanti che navigano in quel limbo di un albo minore ma pur sempre giornalisti sulla carta.
Ebbene, nel già infernale mondo dei dilettanti le società, nella stragrande maggioranza, dimostrano dilettantismo anche nello scegliere le figure chiave nella comunicazione. Dire che oggigiorno la comunicazione dovrebbe essere uno degli aspetti di maggior rilevanza di qualsiasi club sportivo significa fare il gioco delle ovvietà.

Eppure proprio questo aspetto troppo spesso non viene neanche preso in cosiderazione dai club, e ci soffermiamo alla Serie D perchè scendere in categoria inferiori è infernale. Tante le società della Premier League dei dilettanti che nemmeno prendono in considerazione di avere un addetto stampa, si contano invece (purtroppo) facilmente quelle che si affidano a persone preparate. Il resto? Semplicemente vivacchiano, spesso scelgono figure che di professionale hanno ben poco. Così, vedi recapitare comunicati stampa che si perdono in errori di grammatica, quando va bene. Quando invece va male, è il filo logico del comunicato stampa stesso che non esiste.

Il ruolo dell'addetto stampa è principalmente di divulgare informazioni della propria società all'esterno, interfacciandosi con i giornalisti, al fine di fornire una corretta comunicazione. Deve giovare al proprio club, perchè le notizie che diffonde devono fare da cassa di risonanza e portare lustro ed importanza. Per farlo naturalmente deve conoscere la materia che tratta, a partire dalle norme, deve avere una buona penna (basilare almeno conoscere la grammatica italiana).

Invece, assistiamo quotidianamente a società che si affidano a personaggi che in un paese civile sarebbero rimandati a studiare. Col risultato di fare pessime figure. Ci chiediamo se almeno i presidenti leggano ciò che i loro responsabili della comunicazione scrivono oppure no. E se leggono, capiscono ciò che è scritto? Dubitiamo profondamente.

Il primo passo per fare il salto di categoria, o anche per salvarsi, è scegliere le persone giuste al posto giusto. Non trascurare alcun aspetto di una società perchè è l'insieme delle componenti che porta al successo o all'insuccesso.

La presente vale anche come ringraziamento a tutti gli straordinari professionisti sottovalutati, spesso mal pagati (o non pagati affatto), che si prodigano con grande passione per dare lustro a questo sport a dispetto degli stessi protagonisti.