Dilettanti, la base non ci sta: «Il calcio non era di tutti?»
Una voce, anzi 56, anzi qualcosa come diecimila voci: garbate, ma ferme. Con una domanda - “perché?” - e tante riflessioni circostanziate attorno da sottoporre alle istituzioni del calcio e del Paese: la Lega Nazionali Dilettanti, il premier Conte, il ministro Spadafora.
E’ il calcio romano di base die parla, con un comunicato die è girato sui canali social delle sodetà che hanno aderito ed è stato veicolato sul web. «Inviarlo alle autorità governative? Non abbiamo ambito a tanto, però li abbiamo taggati, questo sì, perché per noi la questione non è da poco».
Parla Marco Anseimi è un consigliere della Ledesma Academy, la sodetà die fa capo all’ex capitano della Lazio. Con loro la Totti Soccer School dell’ex capitano della Roma: tante sfide contro le loro società unite in questa battaglia con altre 54. Ecco, conti (tesserati) alla mano, come nascono le diecimila voci.
Lo stop al caldo di base (quello provinciale che sarebbe dovuto iniziare a novembre: forse un margine per ripensarci ancora ci sarebbe) investe ragazzi, ragazze, bambini, bambine, famiglie di gente die in questo circuito lavora. Il comunicato incalza: «Consd del momento difficile e osservanti di tutte le regole imposte durante questo periodo chiediamo alle istituzioni spiegazioni rispetto a quanto deciso. Lungi da noi voler sottovalutare la situazione difficile die tutto il Mondo sta vivendo, ma mettetevi nei nostri panni, a noi risulta difficile dire ai nostri bambini, alle nostre bambine, ragazzi e ragazze die non possono giocare a caldo, divertirsi con i propri amici e che non possono imparare i valori che noi vogliamo insegnare».
Proseguono così i club: «Chiediamo di riflettere su quanta sofferenza stiano vivendo i nostri atleti in ogni ambito: dentro casa, a scuola, in giro per la città. Chiediamo di comprendere le loro esigenze e non le nostre anche se abbiamo speso i soldi per sanificare, acquistare tutto il materiale sanitario necessario e contingentare gli accessi ai campi, negli spogliatoi e nelle zone comuni rispettando sempre i protocolli».
Sono 56, tra loro anche Vis Aurelia, Dlf Civitavecchia, Petriana, Garbatella, Asd Tor Sapienza, Acquacetosa, Castelverde, San Paolo Ostiense, Farinello, Zagarolo, Fonte Meravigliosa. E poi Atletico AdHa, Riano, Vis Velletri, Tevere Roma, Massimina, Lazio Calcio a 5, Casal Bernocchi, Nomentum, Sporting Tanas. «Se il “calcio è di tutti” come recitava un vecchio slogan deve essere di tutti non solo a parole. La nostra proposta è quella di normalizzare le attività con allenamenti, gare per tutte le categorie anche le provindali, dal canto nostro ci impegniamo - come già fatto ma con ancora maggiore attenzione - affinche tutto sia sempre perfetto per la salute e la sicurezza degli atleti e di tutto lo staff».