Dilettanti, la base non ci sta: «Il calcio non era di tutti?»

22.10.2020 17:28 di  Davide Guardabascio   vedi letture
Fonte: il corriere dello sport
Dilettanti, la base non ci sta: «Il calcio non era di tutti?»

Una voce, anzi 56, anzi qualco­sa come diecimila voci: garbate, ma ferme. Con una domanda - “perché?” - e tante riflessioni cir­costanziate attorno da sottoporre alle istituzioni del calcio e del Pae­se: la Lega Nazionali Dilettanti, il premier Conte, il ministro Spadafora.

E’ il calcio romano di base die parla, con un comunicato die è gi­rato sui canali social delle sodetà che hanno aderito ed è stato veicolato sul web. «Inviarlo alle autorità governative? Non abbiamo ambi­to a tanto, però li abbiamo taggati, questo sì, perché per noi la que­stione non è da poco».

Parla Mar­co Anseimi è un consigliere della Ledesma Academy, la sodetà die fa capo all’ex capitano della La­zio. Con loro la Totti Soccer School dell’ex capitano della Roma: tante sfide contro le loro società unite in questa battaglia con altre 54. Ecco, conti (tesserati) alla mano, come nascono le diecimila voci.

Lo stop al caldo di base (quello provinciale che sarebbe dovuto iniziare a novembre: forse un margine per ripensarci ancora ci sarebbe) investe ragazzi, ragaz­ze, bambini, bambine, famiglie di gente die in questo circuito lavo­ra. Il comunicato incalza: «Consd del momento difficile e osservanti di tutte le regole imposte durante questo periodo chiediamo alle isti­tuzioni spiegazioni rispetto a quan­to deciso. Lungi da noi voler sotto­valutare la situazione difficile die tutto il Mondo sta vivendo, ma met­tetevi nei nostri panni, a noi risulta difficile dire ai nostri bambini, alle nostre bambine, ragazzi e ragazze die non possono giocare a caldo, divertirsi con i propri amici e che non possono imparare i valori che noi vogliamo insegnare».

Proseguono così i club: «Chiedia­mo di riflettere su quanta sofferen­za stiano vivendo i nostri atleti in ogni ambito: dentro casa, a scuo­la, in giro per la città. Chiediamo di comprendere le loro esigenze e non le nostre anche se abbiamo speso i soldi per sanificare, acqui­stare tutto il materiale sanitario ne­cessario e contingentare gli acces­si ai campi, negli spogliatoi e nelle zone comuni rispettando sempre i protocolli».

Sono 56, tra loro anche Vis Aurelia, Dlf Civitavecchia, Petriana, Garbatella, Asd Tor Sa­pienza, Acquacetosa, Castelverde, San Paolo Ostiense, Farinello, Zagarolo, Fonte Meravigliosa. E poi Atle­tico AdHa, Riano, Vis Velletri, Teve­re Roma, Massimina, Lazio Calcio a 5, Casal Bernocchi, Nomentum, Sporting Tanas. «Se il “calcio è di tutti” come recitava un vecchio slo­gan deve essere di tutti non solo a parole. La nostra proposta è quella di normalizzare le attività con alle­namenti, gare per tutte le catego­rie anche le provindali, dal canto nostro ci impegniamo - come già fatto ma con ancora maggiore at­tenzione - affinche tutto sia sem­pre perfetto per la salute e la sicu­rezza degli atleti e di tutto lo staff».