Cesena, il diesse Pelliccioni: "Temo quattro club in Serie D..."

11.09.2018 16:30 di  Massimo Poerio   vedi letture
Fonte: tuttocesena.it
Cesena, il diesse Pelliccioni: "Temo quattro club in Serie D..."
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Non si tira indietro, il direttore sportivo bianconero Alfio Pelliccioni. E parla di tutto. Anche dei problemi difensivi del suo Cesena. Anche della presunta timidezza di mister Angelini. Anche della sua allergia allo... sport.

Pelliccioni, la sua più grande certezza e la sua più grande paura ‘targata’ Cesena a pochi giorni dallo start del campionato?
“Secondo me abbiamo messo su una squadra competitiva, una squadra che si farà rispettare. Poi è chiaro, vincere non è mai facile. Neppure in serie D. Ecco perché, finché non vedrò all’opera questi ragazzi in campionato, non potrò capire realmente fin dove potrà arrivare questo Cesena. Le incognite sono tante: per andare in serie C serve la qualità. Ma, soprattutto, la cattiveria agonistica. La grinta. Quello che è successo in Coppa Italia contro la Savignanese, ad esempio, non dovrà più succedere. Sennò è un macello... ”.

Nellamichevole con lAxys Zola, di dietro, si sono viste grosse e pacchiane amnesie difensive. Servirebbe un nuovo innesto. Subito. Immediatamente.
“Non serve un nuovo innesto, ma ‘solo’ più attenzione, più concentrazione. Credetemi: in difesa, a livello numerico, siamo a posto così. Bisognerà invece provare nuove soluzioni. Sabato scorso, là dietro, secondo me c’erano troppi giovani... ”.

Un grande lavoratore, un grande conoscitore di calcio, un grande uomo, ma anche un mister troppo... timidino: cosa risponde a chi dipinge così Angelini?
“Dico che ogni allenatore ha il proprio carattere, i propri modi di fare. Prendete Ancelotti: non bisogna essere degli ‘urlatori’ o dei ‘tarantolati’ per essere dei buoni mister. Noi di Angelini ci fidiamo ciecamente: è lui il tecnico giusto per questo Cesena”.

Chi potrà mettere maggiormente il bastone fra le ruote al superfavorito Cesena?
“In D, rispetto alle altre categorie, è più difficile fare pronostici. Avremo un quadro più chiaro delle vere favorite soltanto dopo qualche giornata. Poi, se volete qualche nome fin da ora, non mi tiro certo indietro. Io temo soprattutto la Recanatese, la Vastese, il Matelica e il Francavilla”.

Ora ci dica invece una volta per tutte perché non ha deciso di coinvolgere in questo progetto pure gli ex senatori bianconeri Agliardi e Cascione.
“Agliardi si è offerto spontaneamente. Noi all’inizio abbiamo pensato fortemente a lui, il suo carisma avrebbe fatto molto comodo al nuovo Cesena. Poi però, lo sapete meglio di me, in D devono giocare obbligatoriamente quattro giovani. E dunque, assieme al mister, abbiamo deciso che fosse più utile ‘posizionare’ la gente di esperienza in altri settori del campo. Tutto qui. Cascione? Ho apprezzato molto pure la sua voglia di rimettersi in gioco in questa piazza a lui tanto cara. Se fosse saltato l’affare Biondini avrebbe avuto delle buone chances di indossare di nuovo i colori bianconeri. Però Davide ha detto sì... ”.

Il primo nome a cui ha pensato quando è stato reclutato dal Cesena?
“Appena ho detto sì al Cesena, sono andato su internet a vedere quante presenze aveva fatto De Feudis la scorsa stagione ad Arezzo. Una volta che ho visto che aveva giocato più di 30 partite, non ci ho pensato un secondo di più e l’ho chiamato. Beppe, per me, è come un figlio... ”.

Il suo più grande rimpianto dell’estate?
“Non so se si può parlare di rimpianto. Di certo, se non sono riuscito a portare bomber Magrassi al Cesena, se lui dopo il mio lungo corteggiamento è voluto andare al Ravenna, la colpa non è certo la mia... ”.

Lo facciamo un bel fioretto promozione? E non faccia come il presidente Patrignani, che ci ha detto che in caso di salto immediato in C porterà la squadra al… ristorante.
“Io, si vede pure ad occhio nudo, non sono un grande sportivo. Anzi, diciamocela tutta: io sono un tipo molto sedentario. Ecco, mi sbilancio: se vinciamo il campionato vado a piedi da San Marino fino al Manuzzi. Per il Cesena questo e altro... ”.