Feralpisalò, l'Airone Caracciolo: «Torneremo a parlare di calcio...»

05.04.2020 22:30 di  Nicolas Lopez   vedi letture
Fonte: corriere dello sport
Feralpisalò, l'Airone Caracciolo: «Torneremo a parlare di calcio...»

Andrea Caracciolo è chiuso in casa come tutti, angosciato come molti, preoccupato come chi lo applaudiva. Oggi, di andare allo stadio non ha neppure la forza di pensarci. Oggi un gol non basta più. «Per fortuna la mia famiglia ed io siamo salute. Purtroppo adesso non posso fare molto. Anche se con il club abbiamo effettuato donazioni. Tutti, dipendenti compresi. Era il minimo e quando si può è doveroso regalare sollievo e sorrisi».

Il calcio è fermo. E non si sa quando, e se, ripartirà. «Facciamo ciò che ci dicono di fare. Leggo tantissimi commenti: del nostro presidente Pasini, del presidente della Lega Pro Ghirelli, del ministro Spadafora e di dirigenti delle leghe di A e B. Ora la priorità è la salute, è difficile parlare di calcio. Non dobbiamo fare altro che obbedire: anche perché più rispettiamo le direttive e prima passa questa bufera. Sto sentendo tante ipotesi: mi attengo, come i miei colleghi, alle direttive di chi è competente in materia. Credo sia giusto ripartire quando tutti saremo al sicuro».

Come vive questo periodo? «La mattina aiuto i miei due figli a fare i compiti. Nel pomeriggio mi alleno con le tabelle dei preparatori: la forza in casa, l’aerobico in garage e sulle scale del palazzo…».

E dire che le mancano solo 4 partite al traguardo delle 600 gare in campionato. «Mi piacerebbe tanto raggiungere questo traguardo. Bisogna capire se ce ne sarà la possibilità. Se dovessi stare bene come stavo fino allo stop della stagione, un altro anno in campo vorrei farlo. Anche perché vorrei raggiungere la doppia cifra per l’ottavo anno consecutivo: sono fermo a quota 8 reti…».

La crisi c’è e si tocca al di là dei numeri. «È una situazione paragonabile alla guerra. Morti, crisi economica. Il calcio è uno svago, un diversivo: ma ci sono altre priorità. E tutti gli italiani, come sempre, hanno dimostrato di avere un grande cuore con donazioni importantissime da parte di tutti».

A proposito di soldi:decurtazione degli stipendi ai calciatori, come valuta l’ipotesi? «Non ho mai avuto problemi a parlarne e, quando sarà il momento, lo faremo con chi di dovere. Non esistono capricci tra i calciatori, ovvio che chi guadagna milioni ha possibilità differenti rispetto a chi, come qualche compagno in Lega Pro, guadagna il minimo federale. Concordo con il nostro presidente: serve il sacrificio di tutti, con equità».

Conosce bene i bresciani. Come stanno reagendo? «Ho avuto un paio di amici col virus e ne sono usciti senza problemi. Brescia è storica per la sua forza e sta facendo il massimo. Una volta finita la pandemia sono sicuro che saprà ripartire alla grande. A chi ha avuto lutti, invio un abbraccio virtuale». Segue ancora il Brescia? Qualcuno già pensava al derby, nella prossima stagione, con la sua FeralpiSalò… «Il Brescia non ho mai smesso di seguirlo. La Serie A è difficile ma non saprei dire cosa non sia andato al meglio. È ovvio che quella maglia ce l’ho e ce l’avrò sempre nel cuore. Adesso però l’obiettivo è quello di realizzare il progetto del presidente Pasini: in questi due anni il club ha fatto passi da gigante, le ambizioni sono al massimo ed il sogno è portare la FeralpiSalò in Serie B»