Feola: "Bari ed Avellino? Un onore essere accostato alla panchina di questi club"

14.08.2018 12:00 di  Anna Laura Giannini   vedi letture
Fonte: stefano sica - tmw
Feola: "Bari ed Avellino? Un onore essere accostato alla panchina di questi club"
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Tra i tecnici ancora liberi sul mercato, il suo è indubbiamente un nome di lusso, dal curriculum autorevole. Vincenzo Feola, un passato da difensore con Casertana, Sorrento e Juve Stabia, ha legato il proprio percorso professionale alle cavalcate verso i professionisti di Savoia ed Akragas, ed a quella della Casertana dall'Eccellenza alla D nel 2009.

Nelle ultime ore si è vociferato anche di un suo approdo sulla panchina del neonato Avellino di De Cesare, sebbene di contatti veri e propri non ce ne siano ancora stati. Insomma, è tanta la voglia del tecnico partenopeo di tornare in pista dopo le parentesi sfortunate (e brevi) di Pomigliano e Cerignola.

"Per me sarebbe un onore lavorare in piazze come Bari o Avellino che hanno fatto la storia del calcio - dice Feola ai microfoni di TuttoMercatoWeb -. Già essere accostati a realtà simili è un motivo di orgoglio. La D è un campionato ostico, che può vantare tifoserie calde e club blasonati. Solo chi conosce bene questo mondo può farsi carico di un progetto vincente. Chi invece è abituato a categorie superiori può avere delle difficoltà oggettive. Ho allenato e vinto in contesti importanti come Caserta, Torre Annunziata o Agrigento. Dove ho potuto lavorare e dar seguito ad un programma in cui l'unico obiettivo possibile era la vittoria, ho ottenuto dei risultati. Laddove c'era confusione di ruoli e poca pazienza, le cose logicamente non potevano andare in un determinato modo".

In tal senso vengono in mente le ultime due esperienze con Pomigliano e Audace Cerignola...
"Ma qui andiamo oltre qualsiasi discorso tecnico e di campo. Basti pensare che negli ultimi due anni ho diretto appena dieci partite. A Pomigliano sette, e sono andato via dopo una sconfitta e due pari. A Cerignola ho svolto sei allenamenti e tre rifiniture nei 12 giorni in cui sono stato in panchina giocando contro Turris, Aversa e Altamura. Poi è finita anche lì. Ho perso due anni ed è normale avere qualche rammarico. A Cerignola ho pagato l'ennesima situazione paradossale ed extracalcistica. Peccato, perché io avevo già un'idea su come intervenire a dicembre per lottare per il primo posto. E credo che ce la saremmo giocata fino in fondo con pochi e mirati accorgimenti, secondo un programma che avevo io. Oggi si fatica a capire la "ratio" di certe scelte. Purtroppo valori come correttezza, competenza e professionalità vengono presi solo marginalmente in considerazione. E non basta neanche aver vinto. Oggi alleni solo se hai i canali relazionali giusti. Il curriculum ormai non serve più e difficilmente ci si va ad informare sulle peculiarità, oltre che tecniche, anche caratteriali di un allenatore, ovvero come lavora, come si rapporta ai giocatori, come li gestisce. E io in questi anni ho gestito calciatori che hanno fatto la B e la C, di una certa tempra. Non mi ritengo più bravo degli altri, per carità. Però credo che un certo livello me lo sono guadagnato col lavoro e con la gavetta. Oltre che con i risultati, che sono un metro fondamentale. Molti si abbandonano al compromesso pur di allenare: io non lo faccio mai, per rispetto di me stesso. Senza chiarezza e lealtà non accetto mai ad occhi chiusi".

Ci sono stati dei contatti in queste settimane?
"Col Taranto, ma diversi mesi fa. Quindi col Milano City, dove il Ds è Fernandez. Mi hanno chiamato anche Gela e Vastese. Per un motivo o l'altro, queste chiacchierate non sono diventate qualcosa di concreto. Io punto ad un progetto vero, dove si possa lavorare seriamente e con l'unione di tutte le componenti".

Che giudizio dà del mercato di D nei gironi meridionali? Quali sono le sue favorite per la vittoria finale?
"In Campania la squadra leader è la Turris, che ha un gruppo davvero importante. Ovviamente se finisse nel girone H si ritroverebbe la concorrenza di Taranto e Cerignola che sulla carta sono squadre fortissime. Il Bitonto mi piace e anche il Messina mi pare abbia costruito un buon organico. Tutto questo con le incognite Bari ed Avellino. Il salto di qualità nei valori tecnici della D si avvertirà. Tuttavia prima di esprimere dei giudizi bisognerà aspettare la composizione dei gironi. Questa è un'altra fotografia del momento particolare che vive il nostro calcio. Anche per i tecnici credo sia preferibile conoscere quanto prima i propri avversari e calarsi subito nel contesto".

Un pensiero sul suo vecchio Akragas è d'obbligo...
"E' stata una mazzata anche per me. Avevamo coronato un sogno lungo 31 anni e tutto si è chiuso per una situazione finanziaria a mio avviso rimediabile. E' questa la delusione più grande. Mi resta il ricordo di un'esperienza magnifica e di una città fantastica, non a caso conosciuta in tutto il mondo. Spero che possa fare bene, invece, il Savoia. Alla base di tutto ci deve essere un club forte, organizzato, che sa quello che vuole. Vedo bene questo nuovo corso societario e mi auguro davvero che i tifosi si possano togliere tante soddisfazioni, come meritano".