Artaria si racconta a NC: “Voglio riprendermi ciò che era mio”

Intervista all’attaccante milanese. Dopo due operazioni in due anni finalmente un po’ di felicità. “Ho sofferto, ho lottato, ora sono tornato. Che bello tornare a giocare a Voghera"
13.02.2016 12:00 di  Titti Acone   vedi letture
Artaria si racconta a NC: “Voglio riprendermi ciò che era mio”

Si è presentato con questa scritta sulla maglietta sotto la divisa dell'Oltrepò Voghera, al primo gol realizzato contro il Borgosesia, Luca Flavio Artaria (foto), classe 1991. Nome da nobile "patrizio romano", ma Luca per gli amici ed "Arta" per i compagni. Scuola Inter, poi settore giovanile col Novara, due anni da protagonista in Lega Pro alla Pro Patria, con una promozione dalla C2 alla C1 ed infine una stagione da match-winner al Valle D’Aosta con 10 gol in 30 partite. Poi il buio. Anche se vista ora, è una storia bella, a lieto fine, dopo tante sofferenze.

Proviamo a raccontarla con le parole di Artaria in esclusiva per NotiziarioCalcio.com.

Il mio incubo – spiega l’attaccante milanese – inizia due anni fa ad Aosta, quando subì un infortunio, che apparentemente sembrava un banale stiramento muscolare. Passavano le settimane, ma non recuperavo. Così ad un altro controllo ottenni una diagnosi diversa: operazione al ginocchio, precisamente al legamento crociato anteriore”.

Da qui iniziano altri problemi
Si, dopo l'operazione la gamba mi sembrava non reggesse – continua Artaria -, correvo con difficoltà e soffrivo nei cambi di velocità. Rivolgendomi ad un altro specialista, notai in lui un certo imbarazzo e mi spiegò che l’operazione precedente sembrava non essere stata fatta a regola d'arte”.

Bella batosta
Per uno che ha sempre fatto solo e soltanto il calciatore, fu peggio che prendere un pugno nello stomaco. Altro intervento e soprattutto grazie alla trasparenza del medico - che mi accennava ai problemi non solo per il calcio, ma anche di un danno permanente -, mi si aprirono gli occhi. Altro che brutto sogno, un incubo”.

Per un ragazzo solare e sorridente come te, una sorta di maledizione
Mi sono rimasti solo la famiglia e gli amici. Altri, senza pietà, sentenziavano che ero un giocatore finito, nonostante avessi solo poco più di vent’anni”.

Una sorta di calvario
Dopo Aosta, due anni lontano dai campi, un doppio intervento chirurgico, di cui uno forse sbagliato e vedersi sfuggire il sogno, coltivato da sempre, di giocare a pallone”.

Invece la rinascita
Sono ripartito praticamente da zero, allenandomi da solo fino a sei ore al giorno, piscina, palestra e poi campo, per tornare quello che ero. A luglio di quest’anno la sensazione di stare bene e finalmente  il mio ultimo allenatore ad Aosta, Alexandro Dossena, che mi dà una speranza: se firmo da qualche parte ti voglio con me”.

Le cose iniziano a cambiare
Si, arriva un’opportunità e non me la voglio lasciar scappare. Non finirò mai di ringraziare il mister, la proprietà e lo staff dell’Oltrepò nel tesserarmi. Ora mi godo il momento. Ma posso e voglio fare molto di più. Una partenza in sordina, poi il botto con tre gol in cinque partite e finalmente da inizio anno una maggiore continuità, complice la partenza di Matteo Colombi (salito in Lega Pro, ndr) e la lenta ripresa di Dejan Marijanovic, anche lui reduce da un brutto infortunio".

Un ruolo da “falso nueve” nel Voghera che batte la capolista Caronnese e va a vincere il derby fuori casa a Tortona. Una chance per riemergere
Quasi come se fossi stato sott’acqua per tutto questo tempo. Certo il mister mi ha incoraggiato, forse anche protetto qualche volta e mi ha proposto di seguirlo a Voghera. Di questo lo ringrazierò sempre. Ho raddoppiato gli sforzi: calzare gli scarpini, fare il ritiro, allenarmi, mi sembrava tutto un sogno. Dopo il gol col Borgosesia una liberazione. Ero tornato. E voglio riprendermi quello che era mio”.

Ora iniziano i corteggiamenti?
Qualche allenatore e più di un direttore sportivo si è ricordato di me, finalmente. Ma per ora penso solo all’Oltrepò e al fantastico campionato che stiamo facendo. Stiamo là nella parte sinistra della classifica e ce la stiamo giocando con tutti. Anche con la capolista Caronnese. Nonostante fossimo partiti con un programma da salvezza tranquilla e la valorizzazione dei nostri bravi giovani. Poi a dicembre purtroppo la partenza di Colombi, qualche arrivo in sostituzione dei compagni che hanno cambiato casacca. Ma io sono qui ed un passo alla volta, una partita alla volta, voglio godermi il momento. Non è possibile far capire quanto mi è mancato il campo, l’erba e gli allenamenti settimanali”.

Quindi cosa ci si può aspettare nelle ultime partite?
Niente di particolare. Nessun limite, né per me, né per il gruppo e la squadra. Io non ho mai mollato. E così dobbiamo fare anche noi”.

In bocca al lupo Luca, te lo meriti. E riprenditi tutto quello che hai perso in questi anni ...