Civitanovese, Spadoni e il vincolo che può sparire: «Altri guai per i club»
Questa settimana potrebbe cadere un muro storico per i dilettanti: quello del vincolo sportivo. È la proposta di legge che sta portando avanti il Ministro allo sport Vincenzo Spadafora per una riforma che comprende anche l'abrogazione di tale vincolo, rimasto solo per i dilettanti per i giovani dai 16 ai 25 anni, mentre per i professionisti era caduto già da tempo.
Il provvedimento rischia di gravare ancora di più sulle società che, già fortemente penalizzate dal Covid, potrebbero veder annullati i premi per aver cresciuto dei giovani nel caso al 30 giugno di ogni anno, alla scadenza del tesseramento, siano liberi di accasarsi altrove. Finora l’ostacolo veniva aggirato all'atto del tesseramento con la sottoscrizione dello “svincolo per accordo ” ra calciatore e società, conosciuto meglio con l’articolo 198 Noif. Da alcune voci circolate in questi giorni, dovrebbe essere contemplato un premio di formazione, ma al momento si va per ipotesi non essendoci una bozza di testo da consultare. Ma già questo basta per allarmare chi investe nei settori giovanili.
«È una cosa di cui si parla da tantissimo tempo visto che a livello europeo l’Italia è uno dei paesi che conserva ancora quel vincolo sportivo che altrove non c’è» rivela Giulio Spadoni direttore sportivo della Civitanovese, oltre che dirigente di lungo corso, il quale conserva dei dubbi sulla «tempistica che non mi pare il massimo perché le società adesso sono alle prese con problemi seri e se gli vai a parlare di una perdita patrimoniale è normale che non ci stanno».
Spadoni aggiunge: «Secondo me bisogna trovare una formula equilibrata perché da una parte potrebbe essere giusto che non ci siano vincoli fino a 25 anni in quanto soprattutto nelle categorie minori un calciatore potrebbe avere motivazioni di lavoro, oppure per spostarsi, per continuare a praticare calcio. Da un altro lato va però tutelato il lavoro dei settori giovanili perché è chiaro che chi investe soldi - la Civitanovese è una di queste ma non l’unica - se dovesse capitare di avere un giocatore di valore, cosa che non capita tutti i giorni, è anche giusto che debba avere un tornaconto dopo averci messo risorse, tempo, allenatori e quant’altro. Anche perché i regolamenti ci sono, le cifre sono già stabilite con i premi preparazione, ci sono con i parametri nel caso da contratto da professionista. Venisse meno questo in molti potrebbero rinunciare ad investire sui giovani».