Avellino, Cinelli: "Sono fiducioso che le cose vadano per il verso giusto"

19.03.2019 22:00 di  Ermanno Marino   vedi letture
Avellino, Cinelli: "Sono fiducioso che le cose vadano per il verso giusto"

"Era l'occasione della mia vita, non potevo dire di no". È così che Daniele Cinelli descrive la chiamata dell'Avellino nel gennaio del 2001 quando militava ne L'Aquila.

Il vice allenatore dei lupi si è raccontato a MITI, in onda ieri su Prima Tivvù. "Arrivai in uno spogliatoio importantissimo, gente come Ignoffo, Puleo, Bucaro, Pisciotta avevano fatto già campionati importanti. Entrai in punta di piedi. Ammazzalorso mi volle a tutti i costi. Successivamente - dice - quando lui andò al Catania mi chiamò tantissime volte ma ad Avellino ormai stavo bene e volevo restare a tutti i costi per togliermi delle soddisfazioni". Cinelli parla della sfida che il Messina perse al Partenio: "Non avevamo più obiettivi, ma siamo persone leali e vere. Mi interessava solamente giocare una bella partita. Vincemmo nonostante tutto lo stadio tifasse per i siciliani. Il più bel complimento che possa ricevere è quello di essere un uomo e un calciatore vero". L'anno della promozione: "Arrivò mister Vullo, avevamo in rosa giocatori di grande carisma e a gennaio arrivarono anche Capparella, Biancolino e De Simone che ci diedero una grossa mano. Vincemmo a Pescara una partita importantissima e poi a Crotone fu magico. Le emozioni che vivi ad Avellino non le vivi in nessun'altra squadra".

L'anno successivo con Zeman: "Inizialmente giocavo sempre. Casillo mi promise un triennale e il mister disse: voglio undici Cinelli. Poi qualcosa andò storto e fui messo fuori rosa. Mi allenavo coi ragazzini, ma ho sempre mantenuto un comportamento corretto". Ritorno in C: "Avevo una grandissima voglia di rivalsa. La squadra era fortissima, non avevamo paura di niente e di nessuno e la partita contro il Napoli ai playoff ne è la testimonianza. Conquistammo una promozione pazzesca, Una felicità incredibile. Nessuno poteva ammazzarci". Sull'addio nell'anno successivo: "Fedele mi disse, sei il capitano e sei troppo amato, devi andare via. Tanto fece che mi costrinse a lasciare l'Avellino". Chi porterebbe in guerra: "Cecere, a cui sono legatissimo e Biancolino". Sull'Avellino attuale di cui è allenatore in seconda: "Ho delle ottime sensazioni, la squadra sta rispondendo bene e spero che le cose possano andare per il verso giusto. Sono fiducioso".