Cessione Massese, ci siamo?

14.06.2018 18:30 di  Anna Laura Giannini   vedi letture
Fonte: il tirreno
Cessione Massese, ci siamo?
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Premessa: da questo momento in poi sono ammessi scongiuri, riti propiziatori, gesti scaramantici di qualsiasi genere. Stavolta sembra che ci siamo davvero, la Massese sarebbe a un passo dall'essere ceduta.

Sulla telenovela del cambio di proprietà che si protrae da tempo immemore sta per calare il sipario e aprirsi, al contempo, un nuovo scenario sul quale verrà lanciato il futuro della Massese senza più Giorgio Turba alla presidenza. Secondo i ben informati, il presidente zebrato avrebbe raggiunto un accordo (o pre - accordo, non è il caso di lasciarsi trasportare da punti di vista terminologici) con una cordata toscana pronta a prendere in mano le sorti dello storico sodalizio alla vigilia del suo centesimo compleanno. Mancherebbe, insomma, solo l'ufficialità, l'annuncio del cambio di proprietà e, tutto sommato, è ancora tanta roba giacché non è la prima volta che la Massese viene data a pochi centimetri dalla cessione. Lecito quindi dubitare, anzi, di immaginare possibile qualsiasi scenario sino a che l'eventuale nuova proprietà non uscirà allo scoperto con una presentazione ufficiale dinanzi all'universo bianconero, che di satelliti apparsi improvvisamente e bruciatisi con altrettanta rapidità ne ha visti e percepiti e supposti sin troppi.

La trattativa che, evidentemente, non si è mai interrotta al di là di tutto, avrebbe avuto il suo atto finale nella tarda serata di ieri allorché Turba si sarebbe incontrato con la parte acquirente per chiudere il cerchio nero su bianco. Si aspetta la conferma dai diretti interessati che sarebbe foriera dell'apertura di una nuova pagina nel grande libro della storia della Massese. Un capitolo tutto da scrivere con il calamaio, lì, pronto per fornire al pennino l'inchiostro di cui ha bisogno per tracciare linee e programmi, ambizioni e promesse. Il popolo bianconero resta curioso e un poco impaurito, abituato com'è ad avere una società solida e senza pendenze pregresse, tanto da non aver avuto mai il problema, con Turba alla reggenza, di dover fare i conti con difficoltà finanziarie o ipotesi di fallimento, quello, per intenderci, che era viceversa avvenuto nel momento in cui l'imprenditore del settore lapideo aveva lasciato la società per la prima volta. Il fallimento del 2009 è ancora troppo presente nella testa della tifoseria per lasciare spazio alla totale fiducia nel futuro, e questo è pure comprensibile, come comprensibile è la voglia di tornare a giocare tra i professionisti.