Potenza, la Coppa italia per spingere la squadra col Taranto
I tifosi del Potenza hanno accolto la squadra al rientro domenica sera al Viviani. L'incoraggiamento, proprio in questo frangente, non può e non deve mancare.
Per la sfida contro il Taranto i tifosi dovranno essere l'uomo in più, ma chi scenderà in campo dovrà dare un apporto maggiore di quello che è riuscito a fare col Nardò.
Il Potenza che deve evitare qualsiasi forma di vittimismo e di negatività deve partire dal presupposto che i punti di vantaggio sono cinque a due giornate dalla fine. Sarebbe stato più preoccupante avere un altro tipo di calendario, invece domemca 29 al Viviani arriva il Taranto e domenica 6 maggio ci sarà la trasferta in casa del Molfetta. Non è poi così negativo. Basta farsene una ragione. Il mostro non è così brutto come lo si dipinge.
Dopo tutto, il Potenza sa benissimo di aver meritato quanto costruito fino a oggi. Sa benissimo di non potersi però permettere altre distrazioni. E siamo certi che domenica in campo la squadra farà di tutto per chiudere in anticipo, senza correre rischi inutili, il discorso promozione.
Magari una spinta decisa potrebbe arrivare dalla qualificazione alla finale di Coppa Italia. Ovviamente non è per nulla scontata la cosa, anche perchè il Potenza parte dallo svantaggio di avere pareggiato in casa 1-1 la gara di andata. Deve vincere o almeno segnare due gol in caso di pareggio. Passando il turno si tornerebbe a preparare la gara col Taranto con un altro spirito. Ma è chiaro che dobbiamo evidenziare come l'interesse prioritario resta esclusivamente il campionato e se pure non dovesse riuscire questa altra impresa, non deve essere il caso di pensare alla tragedia.
È fin troppo evidente che questa ultima settimana, speriamo anche no quella di dopo, dovrà essere costruita più sotto il profilo mentale che sotto quello fisico e tattico. Gestione delle energie, valenza importante alle qualità del gruppo, alla personalità dei calciatori più carismatici, per dare la scossa giusta e rialzarsi con onore dopo il ko di Nardò che ha rinviato la festa.
E ovviamente l'appello a non abbattersi va rivolto anche e soprattutt.o ai tifosi. È evidente che la delusione per una festa rinviata era sul volto di tanti, ma è pur vero che nessuno, qualche mese fa avrebbe solo minimamente immaginato di poter essere a due giornate dalla fine a +5 sulla seconda in classifica. Questo campionato ha comunque lanciato un messaggio chiaro ed inequivocabile: nessuno regale niente a nessuno.
Lo si è capito anche in terra salentina, dove il clima è stato esasperato al limite, dove c'e' stata anche un'aggressione alla panchina del Potenza, ma dove in linea di massima la squadra di Ragno non ha giocato una delle sue partite migliori.
Lo ha ammesso a fine match anche lo stesso tecnico: "Ci aspettavamo un avversario un po' leggero, questo è vero, però è stata una delle gare nelle quali abbiamo creato poco pur fallendo con França una palla che poteva rivelarsi decisiva. Rispetto al Potenza, il Nardò giocava con la mente libera, loro possono vantarsi di non aver mai perso contro la capolista, noi intanto possiamo essere promossi e io di conquistare il decimo campionato della mia carriera (sette vittorie in Eccellenza, una in Promozione e, dopo Bisceglie, con quella di Potenza, due in Serie D, ndr)".
Ragno non la fa più tragica di quello che è, come è giusto che sia, ed ha anche motivato le sue scelte tecniche (oggettivamente partita persa a centrocampo, dove i salentini avevano altro passo e altre qualità rispetto ai rossoblù) rispetto all'esigenza di fare un po' di turn over in vista della Coppa. Col senno del poi la scelta non è stata delle migliori, al netto di episodi che sono st.ati sfavorevoli. Adesso toccherà anche al mister riassettare il gruppo e lanciarlo verso questa volata finale che porterà il Potenza nella storia.