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Union Feltre, annunciato il nuovo tecnico

17.04.2018 13:07 di  Giovanni Pisano   vedi letture
UFFICIALE: Union Feltre, annunciato il nuovo tecnico
© foto di NotiziarioCalcio.com

Era il marzo del 2015, Sandro Andreolla indossava per l'ultima volta la maglia dell'Union Ripa La Fenadora in serie D. Tre anni dopo, con una fusione in mezzo, Sandro Andreolla è tornato lì, in D, in qualche modo con quella maglia addosso. Ha tenuto tra le dita un filo che non si è spezzato, e che oggi l'ha portato sulla panchina dell'Union Feltre, a guidare la Prima Squadra in quel che resta di questo campionato, dopo le dimissioni odierne di Andrea Pagan.

“Sono emozionato -ci confida il nuovo allenatore-, non potrebbe essere altrimenti. Ed ancor più sono orgoglioso, perchè questa è una società che prima di tutto guarda alle persone. Oggi pomeriggio, quando ho ricevuto la telefonata del presidente, ho avvertito questo, una volta di più: che in me hanno fiducia”.

Prendi in mano una squadra cui basta un punto per eguagliare il record storico di 49: un record che appartiene anche a te, visto che, in quella stagione 2013-2014, eri in campo. Situazione curiosa... “Vero, ci pensavo proprio oggi. Ma i record sono fatti per essere battuti: restano tre partite, partiamo da un'ottima base, lavoreremo per migliorarlo”.

Immagino tu conosca bene i giocatori che da domani guiderai. Cosa porterai di nuovo? Dove interverrai? “Li conosco sì, uno per uno. Naturalmente, ci sono dettagli per cogliere i quali c'è bisogno del campo, e del confronto con lo staff tecnico. Detto questo, credo che, quando uno subentra, del suo ce lo debba mettere. Per cui, qualcosa cambieremo di sicuro”. A livello di modulo o di uomini? “Vedremo, ma non escludo un aspetto né l'altro. Una cosa è certa: ripartiamo tutti da zero, e con me andrà in campo la domenica chi in settimana ce ne metterà di più”.

Cominciate dalla trasferta e dallo stadio più prestigioso, il “Danilo Martelli” di Mantova. “Affascinante, davvero. E, forse, un segno del destino: da giocatore, l'assist di tacco al “Nereo Rocco” di Trieste è rimasto un po' come la mia griffe, e comunque uno dei gesti che più volentieri gli appassionati ricordano. Ecco, dal “Rocco” al “Martelli” sembra come un'eco, un richiamo, chissà...”

Oggi è un giorno importante, per te: debutti sulla panchina di una Prima Squadra, e non di una a caso. Appena ti è stato annunciato, a chi è corsa la tua mente? “Ti rispondo lasciando perdere il mondo del calcio, compagni, allenatori... Ho pensato ai miei genitori. Mio papà, che ora non c'è più, fu emigrante in Francia, poi operaio in fabbrica: ci ha trasmesso, insomma, il senso del dovere e del sacrificio. E mia mamma, oggi, quando gliel'ho detto, ha pianto. Era felice, come sono felice io. Da domani, mi metto al lavoro. Senza scordare i miei ometti, i Giovanissimi, coi quali arriverò in fondo alla stagione, nelle fasi finali, portando avanti in parallelo la doppia attività. Era giusto così, d'altronde, io adesso non li potevo mollare”.